#connectBurundi: come costruire una mappa partecipativa online
Da che mondo è mondo, le mappe aiutano a orientare. Il centre Seruka di Bujumbura in Burundi ha scelto di lanciarsi nel crowdmapping, chiedendo la collaborazione dei cittadini per pianificare nuove strategie d’azione per la presa in carico e la prevenzione delle VBG (violenze basate sul genere). Come sta procedendo il design della mappatura?
di Serena Carta da Bujumbura
Dopo un primo incontro introduttivo con le responsabili di Seruka per chiarire le caratteristiche e i possibili impieghi dello strumento della mappatura partecipativa online, un gruppo di lavoro del centro – una decina di persone tra infermieri, psicologici, medici, comunicatori e formatori – si è riunito per discutere cosa inserire nella mappa e quale utilizzo farne.
Il risultato del brainstorming è questo:
Perché abbiamo bisogno della mappa?
Lo staff di Seruka ha cercato innanzitutto di individuarne obiettivo e finalità. In termini generali, il crowdmapping è una metodologia che permette di raccogliere informazioni da persone sparse sul territorio che vengono poi visualizzate su una mappa online, in modo da avere in una sola occhiata la panoramica di un dato fenomeno. I dati ottenuti possono essere usati per diversi scopi, tra cui: fare attività di reporting e di advocacy (Harassmap, Egitto), pianificare strategie di intervento (Crowdmapping Mirafiori Sud, Italia), rispondere a un’emergenza (Healthmap Ebola), mobilitare i cittadini e rafforzare la comunità (Community Safety Network, Georgia). Seruka ha deciso di concentrarsi sulla pianificazione di attività future. Lo scopo della mappatura sarà quindi quello di creare un nuovo canale di comunicazione che, attraverso l’invio di sms, faciliterà la connessione con il centro e permeterrà di intercettare informazioni fondamentali per sapere come, dove e verso chi orientare i nuovi servizi. Ad oggi chi è interessato a contattare Seruka si reca fisicamente al centro oppure chiama il numero verde: la speranza dello staff è quella di incentivare e facilitare l’interazione e l’avvicinamento di nuovi utenti o stakeholder.
Quali dati raccogliere?
Denunce di episodi di VBG, di casi rimasti impuniti (la maggior parte delle vittime non denuncia l’aggressore per paura di ritorsioni), di molestie in luogo pubblico (scuole e ospedali in particolare), di prostituzione (fenomeno che negli ultimi tempi, con l’emigrazione dalle campagne alle città, sta aumentando).
Ma anche richieste di informazioni (tanti sono i curiosi, i potenziali volontari, gli studenti che scrivono tesi di laurea sul tema, i giovani che si rivolgono al centro per informarsi sull’educazione sessuale). Attenzione particolare vorrebbe essere data all’opportunità di esprimersi sulla qualità del servizio ricevuto, mandando un feedback.
Target: chi coinvolgere?
Dalle vittime ai testimoni (la comunità, il vicino di casa, un membro della famiglia). Il servizio sarà esteso a tutto il territorio nazionale, ma Seruka organizzerà sensibilizzazioni nelle tre province in cui è maggiormente attivo (Bujumbura Mairie, Cibitoke e Muramvya).
Quale tecnologia?
– Telefono cellulare di prima e seconda generazione per l’invio di sms o messaggi vocali
– Smartphone per usufruire del servizio tramite internet
– Software per la gestione dei messaggi (Frontline SMS)
– Software per la visualizzazione su una mappa online delle informazioni (Ushahidi-Crowdmap)
– Modem USB
– Connessione a internet
Sfide
1. Questione della privacy e della messa in rete di info sensibili che potrebbero essere usate contro le vittime.
2. Quanta gente risponderà? Finché non si comincia resta un’incognita, considerando la bassa digitalizzazione del Burundi (i dati della Banca Mondiale ci dicono che l’1,3% dei burundesi usa internet e il 25% ha un abbonamento a un telefono cellulare). Esperienze passate dimostrano che si deve investire molto sulla sensibilizzazione e sulle cosiddette e-capability, per far conoscere lo strumento e l’opportunità del far sentire la propria voce.
3. Quale risposta verrà data da parte di Seruka alla condivisione delle informazioni? Sul lungo periodo, il progetto sarà sostenibile?
Consulenza realizzata nell’ambito del “Projet pilote de décentralisation des services de prise en charge des violences sexuelles dans 3 provinces du Burundi” (ref. BU _ UE /2014/ CNP/07) avviato dall’ong CCM – Comitato Collaborazione Medica grazie al sostegno dell’Unione Europea.