Quattro modi in cui le stampanti 3D promuovono il cambiamento sociale

Le stampanti 3D possono produrre straordinari risultati, il loro unico limite è l’immaginazione di chi se ne serve. Dal campo medico a quello educativo, passando attraverso le nuove dimensioni di personalizzazione e riparazione degli oggetti, le possibilità di servirsi di questa tecnologia sono innumerevoli.
Canalys –società che monitora le evoluzioni del fenomeno- ha stimato per l’industria delle stampanti 3D una crescita del 500% negli ultimi 5 anni e sostiene che essa varrà oltre 16,2 miliardi di dollari entro il 2018.
Numeri come quelli citati fanno sì che il mondo delle stampanti 3D rappresenti un elemento di disturbo per la produzione su larga scala, rendendo questa la tecnologia la capofila di una possibile rivoluzione industriale.

Ci sono diversi modi di utilizzare le stampanti 3D. Tra questi, almeno quattro sono quelli che potrebbero cambiare la nostra vita rispetto a come la conosciamo.

1) Supporto e miglioramento dell’apprendimento durante i processi di STEM education
La STEM education è una modalità di insegnamento che prevede l’acquisizione di concetti attraverso l’applicazione di abilità e conoscenze a situazioni della vita reale. In particolare STEM è un acronimo le cui lettere corrispondono a science, technology, engineering, math (rispettivamente, scienze, tecnologia, progettazione, matematica). La velocità e i bassi costi che caratterizzano l’uso delle stampanti 3D offrono la possibilità di migliorare l’apprendimento rendendolo più veloce e coinvolgente. Gli studenti si esercitano attraverso la progettazione di prototipi e modelli, acquisendo nozioni e abilità senza accorgersene. A Pasadena, in California, una scuola ha acquistato una stampante, sperimentando così i processi di collaborazione e creatività che si creano tra studenti e insegnanti, anche grazie alle caratteristiche della stampa 3D.

2) Nuove dimensioni di riparazione e personalizzazione
La tecnologia in questione non rappresenta solo una soluzione di basso costo in caso di apprendimento, essa infatti è molto utile anche quando è necessario riparare oggetti o personalizzarli. Infatti, per buona parte del mondo la possibilità di raggiungere, per esempio, un ferramenta nell’arco di 200 miglia è considerato un lusso. Attualmente non si ha idea di come e quanto le stampanti 3D possano implementare la capacità delle persone di adattarsi alla realtà o di trovare differenti soluzioni per affrontarla. Però è possibile osservare come le stesse possano apportare un aiuto significativo in casi di difficoltà.

3) Un nuovo settore all’interno del campo medico e delle protesi
Come è possibile immaginare, una delle aree più consuete delle stampanti 3D è la medicina, con la creazione di oggetti quali dispositivi medici e protesi specifiche. Queste ultime sono particolarmente potenziate dall’uso di questi dispositivi.

4) Una svolta per l’industria manifatturiera
Con il supporto delle stampanti 3D, l’industria manifatturiera -soprattutto di piccola scala- si sta muovendo, diventando più competitiva. Infatti, sommando alla flessibilità e alla qualità tipiche della piccola industria, l’abbattimento dei costi e l’aumento numerico delle materie prime di qualità emerge un modello di industria che va a competere significativamente con quello di larga scala.

Ogni giorno nuove stampanti 3D e nuovi materiali vengono ideati, analizzati, studiati e, infine, creati. Il cambiamento è continuo e impegnativo, ma le possibilità infinite.

50 minuti di lavoro di una stampante 3D in 50 secondi

Fonte: 4 Ways 3D printing is promoting Social Change

Efficacia e opportunità dell’ICT nei progetti di cooperazione internazionale – un evento a Milano

Oggi nel mondo ci sono quasi 3 miliardi di utenti internet, di cui i due terzi sono connessi dai Paesi in via di sviluppo. 2,3 miliardi di persone sono collegate ad internet via mobile. A livello internazionale, l’utilizzo delle ICT è stato ufficialmente riconosciuto come strumento di cambiamento sociale e di lotta alla povertà.

Le ICT rafforzano l’economia mondiale e sono di grande supporto per la società moderna, aiutano le persone a comunicare a grande distanza, assottigliano le differenze culturali, incentivano gli scambi commerciali e facilitano l’accesso alle risorse come la salute e l’educazione.

Ban Ki-moon, segretario generale dell’ONU.

Per questi motivi la cooperazione internazionale e il non profit in generale sono sempre più interpellati a integrare l’uso della tecnologia nei propri progetti, in ambito sanitario, educativo, agricolo, ambientale e nei processi di democratizzazione.

Ne parleremo giovedì 9 aprile dalle 17 alle 21 presso Impact Hub di Milano in un evento organizzato da CeLIM e CISV nell’ambito del progetto “Ong 2.0 – cambiare il mondo con il web” dal titolo “Efficacia e opportunità dell’Information e Communication Technology nei progetti di cooperazione internazionale”.

Diversi gli interventi previsti.

Claudio Tancini, presidente di Informatica Solidale, parlerà di interventi possibili di supporto ICT alla Cooperazione Internazionale su diversi assi, a carattere sistemico per la riduzione del digital divide o come micro attività di supporto, che nel loro insieme possono portare risultati significativi.

Simone Sala, ricercatore presso la Swansea University e l’Università di Milano, interverrà sull’innovazione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale delle regioni emergenti e in via di sviluppo, portando esempi e mostrando casi specifici. Affronterà una disamina delle tecnologie nelle tre diverse fasi del settore agricolo: prima della semina, durante la coltivazione e il post-raccolta. Inoltre, citerà diverse applicazioni che hanno migliorato le attività in queste tre fasi in regioni emergenti

Come le CT possono migliorare l’efficacia dei progetti di collaborazione internazionale sarà al centro dell’intervento di Silvia Pochettino, fondatrice del progetto Ong 2.0, mentre Andrea Foschi, responsabile della comunicazione e della raccolta fondi di CeLIM Milano affronterà il tema dell’ICT integrato nei progetti di cooperazione internazionale.

Andrea Bertolazzi illustrerà alcuni dei progetti realizzati da Gnucoop, per esempio in Malawi e Madagascar.

In conclusione, M’ama Food proporrà un aperitivo solidale preparato da un catering etnico che  coinvolge donne rifugiate ospiti del Centro di accoglienza del Comune di Milano di via Sammartini.

L’appuntamento è giovedì 9 aprile dalle ore 17 alle 21 presso Impact Hub, in Via Paolo Sarpi 8 a Milano. Ingresso libero – si richiede per ragioni organizzative di confermare la propria presenza compilando questo modulo.

Per nutrire il mondo, l’agricoltura deve abbracciare l’innovazione

Bassi prezzi della benzina – sono ormai all’ordine del giorno notizie di ulteriori cali, notizie che dovrebbero essere positive per tutti, esatto? Dovrebbero ridurre il costo della produzione dei beni e dei servizi di trasporto, oltre che offrire sollievo alla pompa. Ma mentre l’ultima potrebbe essere vera, la situazione riguardante beni e servizi è meno chiara. Certo, i costi di produzione si abbasseranno, sebbene il modo in cui i risparmi vengono condivisi lungo le catene di produzione e raggiungono i consumatori è complesso. In sostanza, non bisogna aspettarsi grandi risparmi nel portafoglio prossimamente

L’industria agricola globale è posta di fronte ad un enigma considerevole. L’attuale situazione economica ha creato un ambiente caratterizzato da una crescita lenta, poca domanda e ampie scorte. Apparentemente, i consumatori sono i vincitori, dal momento che usufruiscono il vantaggio di prezzi più bassi. Nel frattempo, la pressione è stata messa su rivenditori, produttori e agricoltori: i margini si sono assottigliati e la confidenza nelle imprese sta diminuendo.

Oggigiorno le compagnie stanno lottando per conservare la loro porzione di mercato; alcune di loro lottano semplicemente per sopravvivere. E tuttavia c’è la necessità di guardare oltre e focalizzarsi sul lungo termine. La domanda di cibo è prevista in aumento esponenziale, guidata dalla potente combinazione di una popolazione globale in rapida espansione, dall’aumento della ricchezza e degli standard di vita, e dall’ulteriore urbanizzazione. La FAO ha predetto un aumento del 60% della domanda globale di cibo entro il 2050, con 9,15 miliardi di bocche da sfamare.

Per affrontare questa spaventosa sfida, la produzione globale di cibo dev’essere fatta decollare su larga scala e questo sembra accadere contemporaneamente a un aumento della lotta per terreni agricoli e risorse idriche.

Come può l’industria trovare la propria via nell’attuale congiuntura economica? Come potrà il settore superare le attuali incertezze preparandosi per future sfide e opportunità? Come potrà farlo sostenibilmente?

La risposta? Attraverso l’innovazione. L’innovazione deve costituire il ponte tra le sfide attuali e le opportunità future.

Questa innovazione dovrà focalizzarsi su due aree chiave. In ricerca e sviluppo abbiamo bisogno di sviluppare nuove tecnologie e pratiche che possono essere implementate su scala commerciale. Il modello di business deve cambiare. Dobbiamo accelerare l’implementazione di nuove tecnologie e pratiche in modi per meglio controllare il rischio e allineare investimenti e ritorni.

Questa non è una chiamata a disporre le nostre future speranze in un castello di sabbia. Piuttosto, ci sono chiare opportunità per migliorare l’accesso globale al cibo. Le idee sono audaci, ma raggiungibili. E mentre l’innovazione potrebbe essere l’ingrediente chiave nel cambiare il modo in cui nutriamo il pianeta in futuro, occorre affrontare un’altra sfida: quella della leadership.

Senza leadership e senza la volontà politica di cambiare lo status quo, non saremo in grado di superare le difficoltà, e non potremo mettere queste idee in pratica. Il successo dipenderà dalla capacità  dei leader di investire nel futuro pensando in grande e abbracciando il cambiamento.

Articolo originale: The Guardian

Foto: Flickr

Sette visualizzazioni di dati immersive che tracciano le tendenze della salute globale

Con l’evoluzione dei big data, la visualizzazione dei dati diventa utile per trasformare fatti e cifre contorti in storie chiare, favorendo gli sforzi della ricerca e promuovendo consapevolezza su temi importante.

Per le questioni di salute pubblica, in particolare, la data viz aiuta osservatori e ricercatori ad assimilare informazioni mediche, tracciare tendenze e focolai di malattie e – in ultima analisi – ad avvicinarsi alle cure necessarie.

Dall’epidemia di Ebola al problema della nutrizione globale, Mashable ha raccolto sette recenti visualizzazioni di dai su salute e medicina.

1. L’epidemia di Ebola in Africa occidentale

ebola

La Humanitarian Data Exchange (HDX) ha creato questa visualizzazione aggiornata sull’epidemia di Ebola usando informazioni provenienti da diverse fonti, incluse la UN Mission for Ebola Emergency Response e l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Le informazioni sono suddivise per paese e distretto e include il numero totale di centri di cura, le persone che ricevono cibo e la copertura del piano di risposta.

2. Aspettative di vita e probabilità di morte

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Il progetto della University of Washington’s Institute for Health Metrics and Evaluation (IHME) illustra con una data viz interattiva come l’aspettativa di vita e la probabilità di morte siano cambiate dal 1990 al 2013 in 188 paesi.

3. Obiettivi di Sviluppo del Millennio

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Gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (Millennium Development Goals), il programma delle Nazioni Unite per affrontare una serie di problemi globali entro il 2015, includeva diverse tematiche relative alla salute. Questo grafico, anch’esso creato dall’IHME, contiene molti dati sulla mortalità infantile, la mortalità materna, la diffusione di HIV e AIDS, la malaria e la tubercolosi.

Clicca qui per vedere la grafica interattiva.

4. Nuove diagnosi di HIV

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HIVContinuum è una mappa interattiva realizzata da AIDSVu, un progetto realizzato dalla Rollins School of Public Health della Emory University. La mappa mostra le nuove diagnosi di HIV e molte informazioni sull’impegno per la cura dell’HIV. E’ possibile cercare in città specifiche, scegliendo tra Atlanta, Chicago, New Orleans, Philadelphia e Washington, e filtrare i dati per sesso, razza ed etnia e età.

5. Epidemie che si possono prevenire attraverso vaccinazioni

Con l’esplosione dell’epidemia di morbillo legata a Disneyland a gennaio 2015, si è riacceso il dibattito sull’importanza delle vaccinazioni.

Il Programma di Salute Globale del Council on Foreign Relations ha creato questa data visualization che traccia le epidemie globali di morbillo, orecchioni, pertosse, polio, rosolia e altre malattie che si possono prevenire.

Per vedere la versione più grande, clicca qui.

6. Pattern di sovrappeso e obesità

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L’IHME ha pubblicato questo grafico interattivo nel maggio 2014, evidenziando la prevalenza di sovrappeso e obesità negli adulti tra 1980 e 2013. I dati prvengono da diversi sondaggi, report e studi pubblicati.

Gli utenti possono filtrare i dati per indice di massa corporea, età (dai 20 anni in su), sesso e luogo. Clicca qui per vedere la visualizzazione interattiva completa.

7. Malnutrizione e altri problemi di salute pubblica

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L’International Food Policy Research Institute (IFPRI) ha pubblicato a novembre 2014 il suo primo Global Nutrition Report, un’analisi completa dello stato della nutrizione nel mondo. Questa visualizzazione di dati usa informazioni provenienti dal report e illustra diversi tipi di malnutrizione nel mondo.

Tradotto da Mashable

Come nasce una mappa: intervista a Giuliano Ramat

Il magazine LeNiùs ha dedicato un ciclo alle Mappe dei Viaggiatori. Ultima puntata un approfondimento sui cartografi contemporanei per scoprire come nasce una mappa e che cosa c’è dietro alla realizzazione di una mappa cartografica. Gli strumenti chiave della cartografia contemporanea sono i Software GIS (ndr Geographic Information System) e i più noti dispositivi GPS (Global Positioning System, in italiano Sistema di Posizionamento Globale). Li racconta Giuliano Ramat, cofondatore di GISMAP, dove coordina le attività didattiche in partenariato con l’Associazione gvSIG, consulente e coordinatore di progetti di cooperazione allo sviluppo per conto del governo italiano, di istituzioni internazionali e del mondo no profit.

Continua la lettura dell’intervista su LeNiùs.

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Sketchnoting: il data driven journalism

Avete seguito il webinar di Andrea Nelson Mauro sul data journalism? Il nostro Fabrizio Furchì ha preso appunti durante la lezione ed ecco a voi il suo sketchnoting:

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