Blockchain: la vera frontiera della cooperazione in rete

Due cose molto importanti stanno succedendo in questi tempi nel mondo digitale: la sharing economy in tutte le sue declinazioni  (car sharing, coworking, scambio di beni e servizi, crowfunding, fino alle piattaforme finanziarie…) sta attirando sempre più l’attenzione dei legislatori, tanto che a fine gennaio 2016 è stato presentato il primo disegno di legge in Italia sull’Economia di condivisione. Allo stesso tempo, però, l’evoluzione del web è già andata oltre con formule totalmente decentralizzate basate sulla tecnologia Blockchain, che potrebbero diventare il vero futuro della cooperazione e dello scambio in rete. Un esempio per tutti? La recente Helperbit per la gestione delle emergenze.

di Silvia Pochettino

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Il primo hackathon in Senegal per l’innovazione agricola

Dal 16 al 18 marzo è in corso a Thiès, in Senegal, il primo hackathon (maratona digitale) della regione per trovare soluzioni digitali a problemi rurali. L’hackathon è anche l’evento di apertura di un Agribusiness Tech Hub stabile : uno spazio di informazione e sperimentazione dedicato ai giovani e all’imprenditoria in agricoltura tramite l’utilizzo di strumenti innovativi come le ICT

Yesal, innovazione in agricoltura

Il progetto Yeesal Agri Hub, di cui abbiamo già parlato su queste pagine  si svolge nell’ambito del programma internazionale Innovation Factory, promosso dalla GIZ (Agenzia tedesca per la cooperazione)  e vede l’ong LVIA come partner tecnico, con l’obiettivo di supportare progetti locali innovativi e che utilizzano le nuove tecnologie.
Il nome “Yeesal Agri Hub” viene dalla parola “yesil” che in wolof significa “innovazione”, proprio ciò che il progetto si prefigge di promuovere nel settore agricolo senegalese: attraverso la creatività e il digitale, l’agricoltura può diventare un settore attraente per i giovani e una fonte di sviluppo locale che lega la tradizione agricola del paese a nuove pratiche.
L’obiettivo dell’Hub – che possiamo tradurre come nodo di una rete, punto di incontro di diversi attori con interessi comuni – è quello di creare gruppi multidisciplinari di giovani per consentire a studenti, agricoltori, imprenditori di trovare insieme soluzioni ai problemi che il mondo rurale si trova ad affrontare ogni giorno tramite il supporto della tecnologia, oltre a sviluppare nuove idee imprenditoriali nel settore dell’agribusiness, agricoltura, pesca e allevamento.

Il primo AgriHackathon in Senegal

Ad inaugurare l’iniziativa l’hackathon di questi giorni, una maratona digitale (letteralmente hacking = metodi e tecniche informatiche , marathon=maratona) con l’obiettivo di dare vita in tre giorni di confronto a nuove soluzioni informatiche a supporto del settore agricolo senegalese.

Tre i gruppi di lavoro che si dedicano a tre tematiche identificate attraverso un processo partecipativo (e che potranno essere la base per la nascita di nuove startup):

  • la produzione e la commercializzazione del latte fresco,
  • l’accesso alla terra,
  • la promozione dei prodotti locali e biologici

Aggiornamenti in tempo reale all’hashtag #YeesalAgriHack, o sugli accounts del progetto Facebook Twitter, Istagram e Periscope @yeesalagrihub

India, donne e ICT: le barriere economiche responsabili del “gender digital divide”

I telefoni cellulari sono una delle ICT (tecnologie di comunicazione e informazione) tra le più diffuse nei Paesi in via di sviluppo. In India, ad esempio, nel dicembre 2013 si registrarono più di 900 milioni di abbonamenti di telefonia mobile (fonte Telecom Regulatory Authority of India, 2014). Ciononostante, nella società indiana a maggioranza maschile – con 940 donne ogni 1000 uomini – solo il 30 % dei proprietari di telefoni mobili è di genere femminile, vi è quindi un divario di genere nell’accesso alle tecnologie.

In “Inequalities creating economic barriers to owning mobile phones in India – Factors responsible for the gender digital divide” (Disuguaglianze che creano barriere economiche nell’accesso ai telefoni cellulari in India. Fattori responsabili del gender digital divide), Devendra Potnis, ricercatrice dell’Università del Tennessee, ha indagato i fattori responsabili dell’impossibilità per 245 donne dei quartieri poveri, con un reddito di circa 2 dollari al giorno, di possedere un proprio telefono cellulare.
Più del 90 % delle intervistate ha incontrato almeno 2 barriere economiche, tra quelle elencate qui di seguito, che le hanno impedito di possedere un telefono cellulare, tra quelli più economici da 15 dollari, acquistabili anche a rate da 1 dollaro al mese.

1. Entrate economiche scarse e incostanti

La maggior parte delle intervistate non ha una fonte di reddito costante. Molto spesso le loro entrate giornaliere dipendono da lavori stagionali, o sono influenzati da fattori quali la disponibilità di lavoro nelle vicinanze, le condizioni meteo, i festival stagionali, la richiesta di specifiche competenze in giorni particolari, l’essere informati sulle possibilità lavorative, l’abilità di trovarsi nel posto giusto al momento giusto.

2. Pochi risparmi personali

Nella società indiana, principalmente dominata dagli uomini, non è sicuro per le donne, qualsiasi sia la loro età, vivere da sole. In questa condizione, vivere con marito o un suocero diventa necessario per le donne indipendentemente dallo stato sociale. Il risultato è che le donne finiscono per condividere i propri risparmi con altri.

3. Mancanza di sostegno finanziario da parte dei mariti

Un’intervistata di più o meno 40 anni, sposata da 20, si è lamenta dicendo: “Le donne possono morire di lavoro per le loro famiglie, ma non è ancora abbastanza per gli uomini… Gli uomini sono davvero pigri… Se un uomo non lavora gli altri pensano ‘perché allora dovremmo farlo noi?’ e così le donne finisco per farsi carico dell’intero onere finanziario della famiglia“.

4. Il costo di possedere e mantenere un telefonino

Alcune intervistate non possono permettersi di avere un telefono, di ricaricarlo regolarmente, o di usare un dispositivo pre pagato. I mariti si rifiutano di comprare un telefono alle casalinghe, dato che non hanno entrate economiche.

5. Basso reddito delle famiglie

I suoceri non consentono alle donne istruite di diventare finanziariamente indipendenti ma le costringono a stare a casa o a partecipare all’azienda di famiglia con ritorni finanziari insufficienti.

6. Persone a carico

La maggior parte delle intervistate ha dichiarato di dover mantenere più di tre persone in famiglia: “Ci sono più bocche da sfamare che mani per lavorare. Ma i bambini sono un dono di Dio. Possiamo forse insultare l’Onnipotente? Con la piccola attività che svolgo in strada non guadagno quasi nulla. Non posso permettermi un telefono cellulare”.

7. Imprevisti e spese familiari improvvise

Spese mediche impreviste, la mancanza di un’assicurazione fornita dai datori di lavoro, le calamità naturali, le epidemie ricorrenti, etc. sono fattori causa di spese impreviste soprattutto nelle famiglie numerose. A causa della mancanza di celle frigorifere o di spazi in cui stoccare le verdure, numerose piccole imprese femminili sono costrette a buttare via grandi quantità di cibo marcio o rovinato, perdendo così una grande parte del fatturato e rendendo più complicato l’acquisto di un telefono cellulare.

8. Debiti ereditati

Le famiglie di alcune delle intervistate sono povere da generazioni. La dipendenza dagli uomini della famiglia, le ricorrenti perdite finanziarie dovute al fallimento di iniziative imprenditoriali, l’incapacità delle intervistate di pagare i debiti contratti per matrimoni, agricoltura, imprese e per ragioni di salute e i prestiti contratti con tassi di interesse usurari (dal 100 fino al 400%) espongono le donne al circolo vizioso del debito.

Durante il suo studio Deventra ha notato che la maggior parte delle barriere economiche che impediscono alle donne di possedere un proprio telefono cellulare sono il risultato delle norme socio-culturali e dei valori della società maschilista in cui vivono. Per esempio, la società rende impossibile alle donne vivere da sole; a volte le ragazze finiscono per sposarsi contro la loro volontà; le vedove vivono con i loro suoceri o con le famiglie dei loro fratelli e sono costrette a dividere con loro i pochi risparmi.
Nonostante siano economicamente indipendenti, in India le donne non sono libere di prendere decisioni finanziarie. Se potessero vivere e decidere autonomamente, numerose delle intervistaste avrebbero già acquistato un telefono cellulare con i loro piccoli risparmi.

In conclusione, Deventra sostiene che non sia possibile combattere il digital divide di genere in India senza mettere in discussione le preestistenti norme socioculturali, i valori e le pratiche che mettono le donne in una situazione di svantaggio rispetto agli uomini. È necessario innanzitutto intervenire a supporto delle donne perché possano superare le disuguaglianze di base che le penalizzano economicamente.


 

Articolo tradotto da ICT Works.
Autrice Devendra Potnis, University of Tennessee.

Photo credits: Trocaire.

Harnessing; the Internet of Things for Global Development

Schermata 2016-03-03 alle 12.35.07After more than a decade of discussion and anticipation, the Internet of Things is now firmly on its way. This is a major development, which promises to extend our online world in a myriad of ways. Connecting things, as well as people, offers prospects of new ways of monitoring situations, learning and responding in real-time.

Today, the Internet of Things is improving the day-to-day lives of citizens around the world. In cities from Barcelona to Songdo to Rio de Janeiro, Internet Protocol (IP)-connected sensors are monitoring traffic patterns, providing city managers with key data on how to improve operations and communicate transportation options. Similar information flows are improving hospitals and healthcare systems, education delivery, and basic government services such as safety, fire, and utilities. Sensors and actuators in manufacturing plants, mining operations, and oil fields are also helping to raise production, lower costs, and increase safety.

In both developed and developing countries, the Internet of Things is also helping monitor critical vaccines through the use of IP-connected thermometers. Moisture sensors in agricultural fields now alert farmers to the exact needs of food crops, and acoustic sensors in protected rainforests are helping to curb illegal logging.

This report aims to serve as a guide for how the IoT can be fully utilized to improve the lives of people everywhere.

Autore: Itu – Cisco

Anno: 2016

Lingua: Inglese

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