Agricoltura: il futuro dell’Africa, fra tradizione e innovazione
Agricoltura, pesca, allevamento, accesso al credito per le donne contadine e impiego dei giovani nelle zone rurali: sembrano essere questi antichi mestieri le soluzioni che conterrebbero il segreto per lo sviluppo economico futuro del continente africano.
di Elisabetta Demartis da Dakar (Senegal)
Aggiungiamoci che i contadini utilizzano il cellulare per monitorare i prezzi del cibo sul mercato e le donne creano piattaforme web per attirare finanziamenti e tradizioni e innovazione danno vita a una realtà che ha la potenzialità di rispondere a tutte quelle problematiche che impediscono oggi all’Africa, con la maggior parte di terre ancora coltivabili, di essere il paese più ricco l mondo.
Il 19 Aprile, al West African Research Center di Dakar, è stato presentato il rapporto Grain Fish Money dell’Africa Progress Panel, un gruppo di esperti provenienti dal settore pubblico e privato che, sotto la direzione del presidente Kofi Annan, ha l’obbiettivo di creare influenza politica e decisionale a livello globale per quanto riguarda lo sviluppo sostenibile del continente africano. L’incontro è stato moderato da Marieme Jamme, fondatrice di Africa Gathering e nominata, tra svariati riconoscimenti, tra le venti “Youngest Power Women in Africa” nel 2012 da Forbes.
Il rapporto del 2014 (scaricabile in francese) mette in evidenza gli enormi progressi messi in atto dall’Africa negli ultimi anni in tutti settori e delle enormi potenzialità offerte dal settore primario, in particolare nell’agricoltura e nella pesca. Secondo l’elaborato, però, una grossa parte delle rendite provenienti da queste sezioni produttive è frutto di un lavoro illegale che provoca ogni anno la perdita di 50 milioni di dollari di capitali illeciti che raggiungono tutti i continenti del mondo, rappresentanti il 5.7% del PIL di tutto il continente africano.
Il rapporto tenta di fornire uno scenario generale dei maggiori ostacoli alla produzione e allo sviluppo africano prendendo in considerazione i settori che rappresenterebbero il punto di svolta per la “rinascita” del continente: l’agricoltura e la pesca. Deforestazione illecita, pesca non dichiarata e dipendenza dalle importazioni sono infatti tra i maggiori fenomeni che impediscono un pieno sviluppo nel settore primario, che vede comunque un impegno crescente di numerose organizzazioni che, in tutta l’Africa, hanno sviluppato piattaforme web e applicazioni mobile dedicate a implementare il lavoro dei contadini e dei pescatori. Sono le cosiddette ICT4Agriculture e cioè l’insieme di innovazioni tecnologiche sviluppate per facilitare l’accesso all’informazione e agevolare la comunicazione tra gli attori che lavorano nel settore primario.
Nella mappa sotto, sempre tratta dal rapporto, sono stati selezioni alcuni tra i più rappresentativi progetti del continente, che spaziano da applicazioni mobile che comunicano i prezzi del cibo sul mercato e la localizzazione dei prodotti, a piattaforme web per la condivisione di informazioni online su buone pratiche agricole a sistemi di mobile banking utilizzati per la compravendita dei prodotti.
L’innovazione tecnologica come soluzione per risolvere alcune delle questioni accennate è stata una delle proposte emerse dal dibattito creatosi durante la presentazione del rapporto, insieme ad alcune soluzioni proposte riguardanti tre macro temi in Senegal: il ruolo delle donne nelle comunità locali e il loro accesso al credito, i diritti e le pratiche dei pescatori nel quadro della pesca illegale e la dimensione regionale del paese nel settore agricolo e della pesca come elementi di competitività:
– utilizzo delle nuove tecnologie della comunicazione e dei dispositivi mobili per rafforzare la comunicazione e promuovere l’informazione tra gli attori del settore primario;
– promuovere la formazione degli attori nella gestione delle micro-attività informali e fornire un accompagnamento giuridico, soprattutto per le donne;
– valorizzare il mestiere dell’agricoltura e delle pesca tra i giovani e promuovere dei finanziamenti diretti senza troppa intermediazione burocratica;
– sensibilizzare la popolazione a consumare i prodotti locali e verso i problemi riguardanti la pesca illegale;
– regolamentare il settore delle import-export e impedire ai governi di firmare accordi con le multinazionali che sfruttano le risorse locali;
– migliorare le infrastrutture e stimolare la competitività nel mercato.
“I prodotti africani come la pesca”, scrive Kofi Annan nel rapporto, “possono non solo nutrire, ma contribuire all’espansione dell’intero pianeta: tutti noi abbiamo la possibilità di beneficiarne, a patto che l’Africa diventi un continente prospero, stabile e giusto”.
Leggi l’articolo su Wired.it: Pesca e agricoltura, in Africa il rilancio passa per le nuove tecnologie
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Fornisci il tuo contributo!