ONG e COVID19, come riorganizzare il lavoro. Le mini guide di Ong2.0.

Molti sono i settori professionali che sono stati stravolti dall’emergenza corona virus e tra questi vi è anche quello delle associazioni, delle organizzazioni non profit e delle ong.

di Viviana Brun

Missioni all’estero cancellate, avvii di progetti rimandati, servizio civile in stand-by, progetti educativi che devono trovare velocemente formule nuove per supportare le scuole in questo periodo di trasformazioni inaspettate. Soprattutto, una grande preoccupazione per i cooperanti all’estero e un continuo monitorare l’evolversi del contagio nel mondo e le misure di contenimento adottate dai diversi governi.

Queste sono solo alcune delle sfide che stanno affrontando le organizzazioni del Terzo Settore, soprattutto quelle impegnate in attività di cooperazione internazionale. Il tutto unito alla consapevolezza che non tutti gli interventi possono essere sospesi o rimandati perché, anche in tempo di crisi, molti altri problemi continuano ad esserci e le fasce più vulnerabili della popolazione sono quelle che più di tutte risentono delle conseguenze.

Cosa fare in questo scenario?

Ovviamente, al prima cosa da fare è rispettare le indicazioni che giungono dalle istituzioni. Per cui gran parte delle organizzazioni hanno previsto il lavoro da casa o si sono attrezzate per riorganizzare gli spazi lavorativi in modo che solo le persone estremamente necessarie abbiano accesso agli uffici.

Le organizzazioni più grandi e strutturate hanno già attivi dei sistemi di comunicazione interna standardizzati che utilizzando per coordinare a distanza i progetti nei paesi terzi e per gestire i flussi di comunicazione con il proprio personale. Per le realtà più piccole, quest’emergenza può rappresentare una sfida, ma anche una grande occasione per digitalizzare i processi di comunicazione interna.

Quattro strumenti da cui partire

In questi giorni online si trovano moltissimi articoli che suggeriscono liste lunghissime di strumenti per lavorare a distanza. Le opzioni disponibili sono molte, ma spesso non è facile individuare quelle più adatte alla propria organizzazione, soprattutto quando si ha poca esperienza e poco tempo per sperimentare.

Proviamo quindi ad analizzare alcuni dei bisogni fondamentali delle piccole e medie organizzazioni. E fornire informazioni dettagliate per essere operativi subito.

VPN

Uno dei primi problemi che si è presentato nel momento in cui siamo stati chiamati a lavorare da casa è stato quello di accedere in remoto ai file che abbiamo in ufficio. Alcune realtà archiviano tutto in cloud, altre salvano principalmente sul Nas (dispositivo locale di archiviazione condiviso), mentre altre prediligono una formula mista. Per chi ha bisogno di accedere al server dell’ufficio, uno strumento fondamentale è la VPN (Virtual Private Network) che permette di ricreare a distanza le stesse caratteristiche della rete LAN (rete locale) e di replicare la postazione di lavoro che uno avrebbe in sede, mantenendo attivi anche tutte quelle misure di protezione dei dati attivate per adeguarsi al GDPR.

Per attivare la VPN è necessario coinvolgere un tecnico informatico che dovrà configurarla per i vostri indirizzi IP. Dopodiché l’utilizzo per gli utenti è molto semplice, si accede tramite un programma di login che vi verrà indicato dal tecnico, ognuno dovrà quindi inserire delle credenziali di accesso (spesso viene richiesto un doppio sistema di autenticazione) e il gioco è fatto. Potrete così accedere a tutti i file, esattamente come se foste connesso dall’ufficio mantenendo le stesse autorizzazioni di cui godevate quand’eravate seduti alla scrivania.

Slack

Mantenere viva la comunicazione e le relazioni con i colleghi e le colleghe a distanza non è sempre facile e spesso vengono messi in campo strumenti diversi, alcuni anche molto invasivi, come whatsapp. Uno strumento molto utile per gestire la comunicazione interna alla propria organizzazione in modo professionale è Slack.

Slack è disponibile come applicazione web e come app sia per sistemi Android che IOS. La versione gratuita risulta sufficientemente completa e permette di condividere file, di chattare, di gestire progetti di gruppo, di fare videochiamate.

A differenza di whatsapp, Slack è pensato per essere uno spazio dedicato esclusivamente alle conversazioni di lavoro. Inoltre, ha il grande vantaggio di permettere l’organizzazione delle conversazioni in canali tematici e di gestire la lista delle persone che possono accedere a ciascun canale. In questo modo, da un unico spazio potrete partecipare a tipologie di canali molto diversi ad esempio alcuni potranno essere aperti a tutti i collaboratori della vostra organizzazione, mentre altri saranno dedicati esclusivamente alle conversazioni del vostro team. Oltre a conversazioni di gruppo, potrete anche iniziare conversazioni private con singoli membri dell’organizzazione.

Per scoprire di più sul funzionamento di Slack, puoi scaricare la Mini Guida di Ong2.0.

Zoom

Ci sono casi in cui la conversazione via chat non è sufficiente ed è necessario organizzare delle riunioni sia interne alla propria organizzazione, sia con reti di partner e team di progetto. Questo bisogno è molto ampliato in questa fase in cui si ha spesso la necessità di confrontarsi per riprogettare o convertire delle attività che non si è più in grado di svolgere così com’erano state pensate.

Ci sono molti strumenti che permettono di organizzare meeting a distanza come ad esempio Jitsi, gotomeeting e molte altre.

A Ong 2.0 da alcuni anni utilizziamo Zoom, che prevedere un piano gratuito che consente di organizzare meeting di massimo 40 min con un massimo di 100 partecipanti. Sul sito si trovano anche molte opzioni a prezzi contenuti che permettono di organizzare riunioni molto più lunghe. Il vantaggio di Zoom rispetto ad altri strumenti simili è quello di avere diversi strumenti utili all’interattività online e consentire la creazione di “breakout room”, sotto aule per discussioni o lavori in gruppo.

Per scoprire di più sul funzionamento di Zoom, puoi scaricare la Mini Guida di Ong2.0.

Miro

Molte attività sono ferme, ma di certo c’è la necessità di continuare a guardare al futuro e progettare nuovi interventi.

Oltre a Google Drive, uno strumento molto utile per organizzare le idee e progettare in modo condiviso è Miro, un tempo conosciuto come RealtimeBoard. Si tratta di una bacheca virtuale che può ospitare una grande varietà di file in formati diversi, ad esempio tutti i documenti utili per lavorare alla scrittura di un progetto. Può essere utilizzata per creare mappe mentali, può ospitare commenti ed essere collegata a Slack.

È un buon modo per essere certi che tutti i progettisti e i partner abbiano tutto ciò di cui hanno bisogno a disposizione e in un solo luogo, che possano seguire l’avanzamento dei lavori, modificare i contenuti e condividere annotazioni e commenti.

Per scoprire di più sul funzionamento di Miro, puoi scaricare la Mini Guida di Ong2.0.

I video tutorial di Digital Transformation

Internet mette a disposizione tantissime app e strumenti gratuiti che possono supportarci nella vita di tutti i giorni, ma che possono anche ampliare le aule scolastiche e aprire verso nuovi e interessanti percorsi educativi. Questa serie di tutorial è stata realizzata da Viviana Brun, nell’ambito nel progetto “Digital Transformation per lo Sviluppo Sostenibile”, per supportare in particolare le attività di educazione alla cittadinanza globale realizzate nelle scuole.

Nell’ultimo capitolo dell’ebook “Rivoluzione e Sviluppo Sostenibile” che puoi scaricare gratuitamente qui, trovi tanti esempi di come sia possibile integrare efficacemente questi strumenti all’interno di percorsi di educazione alla cittadinanza globale.


Come creare video in stop motion utilizzando Stop Motion Studio


Come creare infografiche video o brevi animazioni utilizzando Powtoon


Come creare contenuti di grafica con Canva


Come creare mappe geografiche personalizzate con MyMaps


Come cercare immagini gratuite e libere da copyrights


Come creare mappe mentali con Mindomo


Come creare un sito web in pochi click con Google Sites


Come creare questionari online con Google Forms


I webinar di Digital Transformation

In che modo la trasformazione digitale sta trasformando il nostro modo di vivere, pensare e relazionarci con gli altri e con l’ambiente? Nel corso del progetto “Digital Transformation per lo Sviluppo Sostenibile” abbiamo provato a rispondere a questa domanda in tre webinar dedicati ad esplorare “il mondo che verrà”, il futuro del lavoro e come tecnologie innovative come la blockchain possano essere integrate in settori di aiuto allo sviluppo come quello della cooperazione internazionale.

Digital Transformation e Sviluppo Sostenibile, come cambierà la nostra vita

Come sarà la vita nel 2050? Quali sono le sfide sociali e ambientali che saremo chiamati ad affrontare e in che modo le tecnologie digitali potranno aiutarci a superarle? Ne abbiamo parlato online insieme a Cristina Pozzi di Impactscool e a Davide Demichelis, giornalista Rai, autore di Radici.

Le competenze del futuro. Come il digitale cambia il lavoro.

In questo webinar Roberto Saracco studioso dell’evoluzione della tecnologia e delle sue interazioni con economia e società, con lunga esperienza in programmi della Banca Mondiale, Telecom e a capo di EIT Digital Italian Node, ci ha aiutato a comprendere meglio le dinamiche del cambiamento, gli impatti sul lavoro e le competenze necessarie per affrontare il futuro anche con esempi concreti che potranno essere approfonditi sulla base delle domande, online e offline.

Blockchain, una tecnologia per il sociale 4.0

Capire la blockchain non è facile, soprattutto a causa della sovrabbondanza informativa, che ha creato una nube di informazioni all’interno della quale è difficile vedere.

Fino ad oggi le applicazioni più concrete in ambito umanitario rappresentano l’inclusione finanziaria, i diritti catastali, le rimesse, i trasferimenti finanziari, la trasparenza nelle donazioni, la riduzione delle frodi,  il monitoraggio dei trasferimenti ai beneficiari, le riforme strutturali di governance, il micro credito, le micro assicurazioni, i trasferimenti internazionali (soprattutto cash programming) e persino la gestione del fundraising. 

L’implementazione della blockchain nel social good è fondamentale per affrontare la trasformazione digitale. La cooperazione allo sviluppo necessità di queste nuove tecnologie per migliorare i propri strumenti ed affrontare le sfide di domani.

Ne abbiamo parlato online lunedì 20 maggio in un webinar gratuito insieme a Giulio Coppi, specialista per i progetti digitali al Norwegian Refugee Council.


Opportunità formative

Oltre ai webinar a grande pubblico, il progetto “Digital Transformation per lo Sviluppo Sostenibile” ha realizzato anche due percorsi formativi online dedicati ad esplorare: 1) le opportunità offerte dal co-design e dalla fabbricazione digitale all’interno dei percorsi didattici a scuola, 2) le potenzialità delle ICT per la cooperazione internazionale allo sviluppo.

Co-design per la didattica

Nell’ambito del progetto “Digital Transformation per lo Sviluppo Sostenibile”, LVIA in collaborazione con WeMake propongono un ciclo di webinar per approfondire l’adozione di strumenti e metodi per consentire l’inserimento delle progettazioni legate alla digital fabrication nell’attività curriculare attraverso progetti multidisciplinari.

ICT per lo Sviluppo Sostenibile

L’espressione Information and Communication Technologies (ICT) si riferisce all’insieme delle tecnologie che servono a elaborare e trasmettere le informazioni attraverso i mezzi digitali. La diffusione sempre più capillare di internet, delle reti wireless, dei cellulari e di nuovi mezzi tecnologici offre vantaggi e applicazioni interessanti anche nel campo della cooperazione e dello sviluppo.

Nell’ambito del progetto “Digital Transformation per lo Sviluppo Sostenibile”, Progettomondo.mlal in collaborazione con Mlal Trentino Onlus e il Centro per la Cooperazione Internazionale propongono un ciclo di webinar per esplorare le opportunità offerte dalle ICT grazie alle testimonianze di professionisti esperti.


Nuovo Ebook: “Rivoluzione Digitale e Sviluppo Sostenibile”

Stiamo vivendo un’epoca di trasformazioni radicali. La tecnologia digitale impatta su tutti gli ambiti della nostra vita e sta costruendo un nuovo modo non solo di affrontare le sfide dello sviluppo sostenibile, tra cui in primis il lavoro, l’educazione, la formazione, ma anche il modo di relazionarci, divertirci, socializzare, in una parola il nostro modo di pensare il mondo. Per questo motivo, diventa sempre più urgente acquisire nuove capacità di comprensione e competenze trasversali che ci permettano di affrontare il prossimo futuro con i giusti presupposti. 

Questo ebook è il risultato di 18 mesi di lavoro del progetto Digital Transformation per lo Sviluppo Sostenibile, finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo e da Compagnia di san Paolo e promosso dall’ong CISV, capofila del network Ong 2.0, insieme a 20 partners su tutto il territorio nazionale. Il volume vuole dare un contributo nell’approfondire il tema della trasformazione digitale e il suo legame con lo sviluppo sostenibile, unendo materiali di approfondimento per facilitare la comprensione del fenomeno con spunti didattici e operativi per affrontare queste questioni complesse in classe e con gruppi di giovani.

Sfoglia l’ebook in anteprima

L’ebook è stato presentato ufficialmente il 30 novembre 2019 in occasione del webinar conclusivo del progetto “Digital Transformation per lo Sviluppo Sostenibile”. Nel corso del webinar sono stati presentati tutti gli strumenti realizzati nell’ambito del progetto.

Puoi trovare tutti i riferimenti ai materiali qui: https://bit.ly/362jU3O


ICT4What?

È online il nuovo dossier del progetto “Digital Transformation per lo Sviluppo Sostenibile” firmato LVIA. Questo lavoro è dedicato ad esplorare se e come le ICT possono essere alleate per uno sviluppo equo, inclusivo e sostenibile, in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030. Attraverso l’approfondimento di tre filoni, quali l’agricoltura, l’economia circolare e l’inclusione, LVIA confronta esperienze in vari territori del Nord e del Sud del Mondo in cui le ICT sono state applicate per favorire processi e progetti di sviluppo dal basso.

ICT4What?” è il terzo di un ciclo di 4 dossier realizzati nell’ambito del progetto “Digital Transformation per lo Sviluppo Sostenibile“, volti ad approfondire le prospettive della trasformazione digitale nell’ottica di rispondere alle sfide evidenziate dagli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile.

Il primo dossier, dedicato al significato e agli impatti della trasformazione digitale, è disponibile qui.

Il secondo dossier, dedicato all’intelligenza artificiale al servizio dell’uomo, è disponibile quiIl terzo dossier, dedicato a metodologie, esempi e casi studio, dedicati alla realizzazione di soluzioni scalabili e a basso costo per la cooperazione internazionale, è disponibile qui.  


Co-design for Digital Social Innovation

In che modo l’innovazione digitale può essere uno strumento a servizio delle comunità? In questo dossier, WeMake ci guida alla scoperta della Digital Social Innovation attraverso l’approfondimento della cultura collaborativa dei Makers e dei Fablab.

Metodologie, esempi e casi studio, aiutano a comprendere come l’approccio e le metodologie del movimento maker possano essere utilizzati per realizzare soluzioni scalabili e a basso costo per la cooperazione internazionale.

Le tecniche di coprogettazione proprie di Maker e Fablab trovano ampio spazio anche in ambito educativo. Sono in grado di coinvolgere giovani, studenti e cittadini in processi di apprendimento collaborativo ed esperienziale per ideare e realizzare soluzioni in grado di rispondere efficacemente a bisogni sociali specifici.

“Co-design for Digital Social Innovation” è il terzo di un ciclo di 4 dossier realizzati nell’ambito del progetto Digital Transformation per lo Sviluppo Sostenibile, volti ad approfondire le prospettive della trasformazione digitale nell’ottica di rispondere alle sfide evidenziate dagli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile e dall’Agenda 2030.

Il primo dossier, dedicato al significato e agli impatti della trasformazione digitale, è disponibile qui.

Il secondo dossier, dedicato all’intelligenza artificiale al servizio dell’uomo, è disponibile qui.

L’intelligenza artificiale al servizio dell’uomo

Sempre più spesso sentiamo parlare di Intelligenza Artificiale, Machine Learning, Deep Learning, Chatbot, ma non sempre è facile capire appieno il significato e l’importanza di queste tecnologie potentissime che stanno rivoluzionando il nostro modo di lavorare e vivere

Consoft Sistemi ha realizzato questa breve guida per fare chiarezza sul loro preciso significato, comprendere quali sono i possibili ambiti di applicazione, e le conseguenze del loro utilizzo, in particolare nel sociale e nei paesi del Sud del Mondo.

“L’intelligenza artificiale al servizio dell’uomo” è il secondo di un ciclo di 4 dossier realizzati nell’ambito del progetto Digital Transformation per lo Sviluppo Sostenibile, volti ad approfondire le prospettive della trasformazione digitale nell’ottica di rispondere alle sfide evidenziate dagli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile e dall’Agenda 2030.

Il primo dossier, dedicato al significato e agli impatti della trasformazione digitale è disponibile qui.


L’Educazione un obiettivo trasversale a tutti gli SDGs

L’educazione può essere considerata il vero motore dello sviluppo. È in grado di innescare un cambiamento positivo nella vita del singolo individuo, della sua comunità e più in generale del mondo.

di Viviana Brun

All’educazione è stato dedicato il 4 Obiettivo di Sviluppo: “Fornire un’educazione di qualità, equa ed inclusiva, e opportunità di apprendimento per tutti“. Questo obiettivo però non è un obiettivo come tutti gli altri. L’educazione contribuisce in maniera decisiva allo sviluppo sostenibile ed è la precondizione per il raggiungimento di tutti gli altri 17 obiettivi, non ne è solamente parte integrante.

Senza un buon livello d’istruzione, infatti, non è pensabile che si sviluppi un’attenzione verso tematiche come quelle ambientali o legate al genere, che si possano avviare efficacemente processi per ridurre la povertà o per migliorare la salute e l’accesso alle cure sanitarie.

Rispetto agli altri Obiettivi di Sviluppo Sostenibile,

l’educazione non è un obiettivo di per sé,

è uno strumento per raggiungere gli altri obiettivi.

Janine Händel

Per rendere ancora più visibile questo aspetto, il Financial Times in collaborazione con Credit Suisse hanno creato questa infografica animata, evidenziando la centralità di questo obiettivo e la sua relazione con tutti gli altri.

Clicca sulla mappa per interagire con l’infografica.

Source: The value of knowledge

Vivere nel digitale, una guida per comprendere le logiche della trasformazione digitale

Sentiamo ormai quotidianamente il termine “digitalizzazione”, ma che cosa significa davvero e quali impatti ha sulla nostra vita? LabNET – School of Management ha realizzato una guida breve ed agile per orientarsi attraverso gli impatti e le opportunità offerte dal digitale.

Vivere nel digitale” è il primo di un ciclo di 4 dossier realizzati nell’ambito del progetto Digital Transformation per lo Sviluppo Sostenibile, volti ad approfondire le prospettive della trasformazione digitale nell’ottica di rispondere alle sfide evidenziate dagli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile e dall’Agenda 2030.

Questa breve guida nello specifico intende proporre alcuni spunti sugli impatti della rivoluzione digitale in corso e sulle conseguenze che questa ha sull’insieme di conoscenze e capacità che dovremmo acquisire e possedere, anche in termini di consapevolezze, sensibilità, attenzioni.

L’impatto fondamentale della trasformazione digitale sui sistemi educativi e formativi, infatti, non sarà tanto quello legato alla preparazione delle nuove figure professionali, quanto quello legato alla necessità di conferire a masse enormi di persone, si parla di 400-500 milioni ma alcuni parlano di 1,2 miliardi di persone, (Fonte McKinsey Global Institute, Maggio 2017) nuove competenze che si innestano su quelli esistenti: in grande misura quindi si farà lo stesso lavoro di prima ma con modalità e logiche profondamente diverse.

Comprendere la natura e le logiche delle tecnologie digitali è di conseguenza essenziale non solo come lavoratori ma anche come cittadini e potrà segnare il confine fra chi manterrà il passo e chi verrà tagliato fuori.