L’approccio di genere come lente per migliorare l’impatto dei progetti

Spesso, quando si parla di approccio di genere nei progetti di cooperazione internazionale si rischia di fraintenderne il senso: si tende a pensare che si parli esclusivamente di iniziative per le donne o specifiche per il raggiungimento dell’uguaglianza di genere. Non è così: adottare un approccio di genere significa prendere in considerazione le differenze tra uomini e donne in merito a esperienze, bisogni, potenzialità, ruoli familiari e sociali. L’idea è quindi quella di una lente da utilizzare in maniera trasversale a tutti i tipi di progetti, siano essi in campo agricolo, umanitario, sociale o qualsiasi altro. 

Di Anna Filippucci

E’ importante adottare questo approccio perchè altrimenti il rischio è quello di escludere i soggetti più deboli e con meno strumenti (più sovente le donne, in effetti) o comunque di non riuscire a raggiungere tutti in maniera efficace. Le donne, così come gli uomini, dovrebbero poter contribuire allo sviluppo e la crescita del proprio paese, e il compito della cooperazione, tra gli altri, è proprio quello di rendere quest’opportunità accessibile a tutti.

In questa interessante TED talk, Shameran Abed, responsabile generale dei progetti di microfinanza presso BRAC, racconta l’esperienza ultradecennale della propria organizzazione nel combattere la povertà estrema nel mondo. L’Ong, nata nel 1972 da un’idea di ‎Fazle Hasan Abed (padre di Shameran) si è posta come obiettivo iniziale quello di migliorare la situazione delle popolazioni più fragili colpite da un ciclone e la successiva guerra d’indipendenza in Bangladesh; se da allora si sono fatti molti passi in avanti, come nota Shameran, il problema delle persone che vivono in situazioni di “ultra-povertà” è tutt’altro che risolto. Si stima che siano ancora 400 milioni gli uomini e le donne che sopravvivono in questa condizione in tutto il mondo. 

BRAC, così come anche l’idea del premio Nobel Mohammad Yunus della Grameen Bank per esempio, partono dal presupposto che coloro che vivono in questa condizione abbiano più di tutto perso la speranza nel futuro. Progetti incentrati sul microcredito e l’accesso a dei programmi educativi gratuiti si sono rivelati in questi casi la risposta più efficace per permettere alle persone di prendere in mano la propria situazione e uscire con le proprie forze dalla “trappola della povertà”

Ma veniamo all’approccio di genere. Uno degli elementi fondamentali messi in evidenza nella TED talk, assunto di base anche dei primi programmi di microcredito introdotti da Yunus, è che siano le donne i soggetti più colpiti da forme di povertà estrema, o situazioni di dipendenza e sfruttamento radicate. Allo stesso tempo, le donne, più degli uomini, si mostrano di media più motivate nel cambiare la propria situazione, in quanto sovente anche responsabili del sostentamento dei figli e della casa. Un approccio di genere ha permesso in questo caso di costruire programmi tarati sulle esigenze dei destinatari del progetto, ovvero prioritariamente le donne.

Abed porta l’esempio di Giorina, madre di due figli, vittima di un uomo violento. Una volta entrata nel programma, la donna ha ricevuto da BRAC due dollari a settimana e due mucche, per il suo sostentamento e quello della sua famiglia; attraverso un servizio di mentoring e formazione costante, Giorina è riuscita in seguito ad avviare una propria attività imprenditoriale e adesso gestisce il più grande negozio di alimentari del proprio villaggio. 

Il programma di BRAC nato nel 2002 ha permesso a due milioni di donne in Bangladesh di uscire dalla condizione di povertà estrema. L’investimento è stato di soli 500 dollari a famiglia nell’arco temporale di 2 anni e il tasso di successo del progetto è del 92% sul lungo termine. Questa percentuale significativa indica infatti le donne che sono riuscite a mantenere o migliorare il proprio benessere anche dopo il termine del programma di aiuti (2 anni appunto). Si tratta di un risultato considerevole, che probabilmente non sarebbe stato tale se non fosse stata utilizzata la “lente” dell’approccio di genere durante la programmazione e lo svolgimento di tutto il progetto.

Se vuoi saperne di più guarda anche il nostro corso di formazione dedicato all”Approccio di genere nella cooperazione internazionale”

Efficacia e opportunità dell’ICT nei progetti di cooperazione internazionale – un evento a Milano

Oggi nel mondo ci sono quasi 3 miliardi di utenti internet, di cui i due terzi sono connessi dai Paesi in via di sviluppo. 2,3 miliardi di persone sono collegate ad internet via mobile. A livello internazionale, l’utilizzo delle ICT è stato ufficialmente riconosciuto come strumento di cambiamento sociale e di lotta alla povertà.

Le ICT rafforzano l’economia mondiale e sono di grande supporto per la società moderna, aiutano le persone a comunicare a grande distanza, assottigliano le differenze culturali, incentivano gli scambi commerciali e facilitano l’accesso alle risorse come la salute e l’educazione.

Ban Ki-moon, segretario generale dell’ONU.

Per questi motivi la cooperazione internazionale e il non profit in generale sono sempre più interpellati a integrare l’uso della tecnologia nei propri progetti, in ambito sanitario, educativo, agricolo, ambientale e nei processi di democratizzazione.

Ne parleremo giovedì 9 aprile dalle 17 alle 21 presso Impact Hub di Milano in un evento organizzato da CeLIM e CISV nell’ambito del progetto “Ong 2.0 – cambiare il mondo con il web” dal titolo “Efficacia e opportunità dell’Information e Communication Technology nei progetti di cooperazione internazionale”.

Diversi gli interventi previsti.

Claudio Tancini, presidente di Informatica Solidale, parlerà di interventi possibili di supporto ICT alla Cooperazione Internazionale su diversi assi, a carattere sistemico per la riduzione del digital divide o come micro attività di supporto, che nel loro insieme possono portare risultati significativi.

Simone Sala, ricercatore presso la Swansea University e l’Università di Milano, interverrà sull’innovazione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale delle regioni emergenti e in via di sviluppo, portando esempi e mostrando casi specifici. Affronterà una disamina delle tecnologie nelle tre diverse fasi del settore agricolo: prima della semina, durante la coltivazione e il post-raccolta. Inoltre, citerà diverse applicazioni che hanno migliorato le attività in queste tre fasi in regioni emergenti

Come le CT possono migliorare l’efficacia dei progetti di collaborazione internazionale sarà al centro dell’intervento di Silvia Pochettino, fondatrice del progetto Ong 2.0, mentre Andrea Foschi, responsabile della comunicazione e della raccolta fondi di CeLIM Milano affronterà il tema dell’ICT integrato nei progetti di cooperazione internazionale.

Andrea Bertolazzi illustrerà alcuni dei progetti realizzati da Gnucoop, per esempio in Malawi e Madagascar.

In conclusione, M’ama Food proporrà un aperitivo solidale preparato da un catering etnico che  coinvolge donne rifugiate ospiti del Centro di accoglienza del Comune di Milano di via Sammartini.

L’appuntamento è giovedì 9 aprile dalle ore 17 alle 21 presso Impact Hub, in Via Paolo Sarpi 8 a Milano. Ingresso libero – si richiede per ragioni organizzative di confermare la propria presenza compilando questo modulo.

Cooperazione, call per tirocinanti

Vuoi conoscere da vicino il mondo delle Ong e della cooperazione internazionale? Offriamo 20 tirocini curriculari in 7 Ong italiane facenti parte di redazione di Volontari per lo Sviluppo, magazine di informazione online, e promotori di Ong 2.0, piattaforma online sull’uso degli strumenti ICT nella cooperazione allo sviluppo nell’ambito del progetto Ong 2.0 Cambiare il mondo con il web, AID 10111, realizzato con il sostegno del Ministero Affari Esteri Italiano.

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Summer School 2014 | Una guida per aspiranti cooperanti

Sei uno studente universitario e vorresti aggiungere una riga in più al tuo CV? Ti sei appena laureato e vorresti aumentare le tue competenze pratiche? Se vuoi approfondire un tema che ti interessa, prendere contatti di lavoro o stage, imparare una tecnica innovativa, esercitare una lingua straniera e conoscere una città o una regione, una Summer School è ciò che fa per te.

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Workcamps: tutte le proposte 2013

Workcamps, campi di lavoro, campi di volontariato o campi di solidarietà internazionale, chiamateli come preferite ma sono sempre loro, un fantastico modo di passare un periodo di ferie.

Abbiamo realizzato un’ampia guida con tutti i riferimenti per chi vuole partire.

di Valeria Sanguineti

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