Competenze digitali: a che punto siamo in Europa?

Qual è ruolo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) nello sviluppo economico e nella creazione di opportunità di lavoro in Europa? A rispondere a questa domanda è, come ogni anno, il “The e-Skills Manifesto“, il Manifesto delle competenze digitali prodotto da European Schoolnet e DIGITALEUROPE che fotografa il livello delle competenze digitali in Europa. Il lavoro digitale cresce ma l’educazione sembra non tenere il passo.

Di Federico Rivara

Il punto di partenza, secondo Xavier Niel -imprenditore filantropo e fondatore della scuola di formazione di coding 42 School presente a Parigi e Fremont (California)- sta nel fatto che le tecnologie TIC, oggi non offrono soltanto la possibilità di accellerare gli sviluppi industriali ma favoriscono la nascita di modelli di business innovativi e di nuovi servizi. Inoltre, facilitano l’accesso all’educazione e a nuovi metodi di apprendimento. “L’Europa deve abbracciare questa rivoluzione e diventare un leader, non un follower” continua Xavier Niel. Tuttavia, come emerge dal manifesto, i paesi europei – e in particolare l’Italia – devono ancora sviluppare appropriate competenze digitali per ridurre il divario tecnologico con altre realtà come gli Stati Uniti.

Il primo dato interessante è quello relativo alla percentuale annua europea di nuove opportunità di lavoro legate al digitale: 4% di crescita occupazionale, nonostante gli alti tassi di disoccupazione registrati più in generale negli altri settori. Troppo spesso le aziende non riescono quindi a individuare e a collocare persone con competenze adatte alle loro necessità. La riduzione di questo gap favorirebbe l’assunzione di molti giovani sviluppatori, analisti di dati, specialisti di e-commerce, di cyber-security e così via.

L’educazione digitale però sembra non tenere il passo con l’aumento di offerte di lavoro in ambito tecnologico. Per questo motivo, la campagna “eSkills for jobs” intende sensibilizzare 1) sulla necessità di investire molto nell’educazione per aumentare le competenze digitali e 2) sul ruolo che quest’ultime giocano nel trovare lavoro e nell’ottenere una crescita qualitativa e quantitativa dell’occupazione.

È necessario fare in fretta, le ultime previsioni dicono che la crescita occupazionale in futuro riguarderà soprattutto i lavoratori più qualificati mentre le opportunità per i lavoratori poco qualificati diminuiranno. Per evitare impatti devastanti nel mondo del lavoro, è necessario fornire uguali opportunità formative ai giovani lavoratori. Gli strumenti di oggi, formali e non, permettono l’accesso alla formazione anche a distanza e le competenze digitali potrebbero rafforzare la competitività europea e creare realmente un mercato del lavoro inclusivo.

Capire quali sono le competenze digitali necessarie non è facile, perché sono settoriali. Per questo è stato pensato il DIGCOMP, un quadro per analizzare il livello delle competenze digitali oggi e quali settori necessitano di maggiori interventi.

Ma parlando in generale di “alfabetismo digitale”, qual è il livello nei diversi Paesi europei? Il Manifesto “eSkills” presenta i dati attraverso questo grafico.

livello-europe

Per un pieno utilizzo delle competenze digitali, si richiedono anche leader digitali. Buone competenze digitali manageriali possono permettere un buon funzionamento delle piccole e medie imprese e ottenere una produttiva “economia high-tech”. Con l’idea di quantificare queste competenze è stato pensato l’indice “e-Leadership“.

Qui una mappa che mostra i livelli dell’indice in Europa.

eleadership

Queste competenze manageriali serviranno anche per promuovere il processo di formazione digitale e a far pressione affinché le istituzioni promuovano l’educazione e l’accesso a internet. Infatti, nel mondo 3,6 miliardi di persone sono offline mentre la tecnologia va avanti veloce come testimonia l’aumento rapido dell’Internet delle Cose.

popolazione-offline

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Per una formazione che punti a un effettivo miglioramento delle competenze e che offra maggiori possibilità occupazionali, l’educazione deve guardare a chi vuole diventare uno specialista TIC con alte competenze digitali ma anche a coloro che possono sfruttare queste competenze per migliorare la qualità del loro lavoro (lavoratori non strettamente tecnici) e a chi, come gli insegnanti, si occupa della formazione degli altri.

Una curiosità sul mondo del lavoro italiano?

Il nostro Paese, secondo il Global Talent Competitiveness Index (GTCI) – un indicatore che cerca di misura la capacità di un paese di attirare giovani talenti, si colloca al 41esimo posto in una classifica che tiene in considerazione 109 paesi.

Photo Credit: LEAD eLeadership Skills, Cedefop, Frey & Osborne (2013) 
I grafici e mappe presenti nell’articolo sono stati presi dal rapporto “The e-Skills Manifesto

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