“Cooperazione internazionale: strumenti e buone pratiche”, note da un webinar super affollato
Il 5 aprile si è svolto il Webinar gratuito “Cooperazione internazionale: strumenti e buone pratiche per operare nel settore”, organizzato da Ong 2.0 e tenuto da Diego Battistessa, esperto di cooperazione internazionale con alle spalle un’ampia esperienza sia teorica che operativa.
L’affluenza all’aula è stata molto alta: con 239 iscritti, di cui la maggior parte si è presentata in aula, anche se, purtroppo, non tutti sono riusciti a partecipare in diretta, si è avuta la riconferma dell’alto interesse tra i giovani per la professione del cooperante.
Nella prima parte del webinar Battistessa ha introdotto la cooperazione internazionale e i suoi fondamenti. Partendo dalla contestualizzazione storica, ha condotto i partecipanti attraverso le evoluzioni – legislative, sociali e motivazionali – che questa attività ha affrontato negli ultimi due decenni. Sono state fornite alcune nozioni più tecniche, soprattutto in riferimento agli Obiettivi del Millennio, ai diversi approcci possibili, agli attori in gioco e alla nuova architettura organizzativa che si sta delineando.
Un breve focus sulla realtà italiana, poi, era d’obbligo. Si è quindi parlato della nuova legislazione riguardante il settore, degli attori in gioco, della struttura dell’attuale cooperazione italiana e della distribuzione geografica degli interventi.
Grazie anche all’interesse dimostrato e alla grande quantità di domande, si è avuta una forte interazione con i partecipanti. Un sondaggio in realtime ha inoltre permesso allo staff di Ong 2.0 di individuare i background di provenienza dei presenti in classe, scoprendo così come più della metà di essi avesse già avuto esperienze di volontariato o lavoro nel mondo della cooperazione all’estero, ma solo il 35% conoscesse lo strumento base del Project Cycle Management (PCM).
Nella seconda parte Diego si è concentrato interamente sulla figura del cooperante. In particolare, sono stati affrontati temi inerenti la formazione accademica e le competenze più richieste. Come sottolineato dal relatore più volte, il kit del cooperante, al giorno d’oggi, deve contenere molti skills diversi, non esiste una laurea specifica per fare il cooperante, ma alcuni elementi di base, come la conoscenza professionale delle lingue, del PCM già citato, di strumenti di valutazione e delle ICT (Information and Communication Technology), sempre più richieste nei paesi di intervento. Ma anche, naturalmente, di spirito di adattamento e tanta flessibilità.
Ed ecco infine la domanda che tutti – o quasi – si sono posti iscrivendosi al webinar: come si diventa cooperante? A detta del docente, non esiste un solo percorso, comune e diretto, che porti a una carriera di questo tipo. Le modalità e le realtà di accesso possono variare molto, una cosa è però certa: la chiave sta nel networking, creare contatti e farsi conoscere.
Il webinar è stato l’evento di lancio del percorso formativo “Lavorare nella cooperazione internazionale“ proposto da Ong 2.o e articolato su più moduli. Il prossimo appuntamento è il 19 aprile con un altro webinar gratuito dedicato all’approfondimento della Theory of Change. Il docente Christian Elevati vi aspetta in aula, gli iscritti sono già oltre 303, ma avremo un’aula grandissima per contenere tutti.
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