L’attenzione alla valutazione dell’impatto (o degli effetti) sta assumendo crescente rilevanza nel contesto nazionale e globale. La necessità da parte dei finanziatori di verificare i risultati generati dalle progettualità sostenute e l’interesse delle organizzazioni non profit di accertarsi dell’effettivo beneficio prodotto per i soggetti per cui si adoperano e segnalarlo ai propri stakeholder, rappresentano esigenze cruciali a sostegno della crescente importanza e diffusione delle pratiche valutative. A questo si affianca una rinnovata sensibilità anche del soggetto pubblico, in particolare nell’ambito dei programmi internazionali di sostegno allo sviluppo. Infine, lo scoppio della pandemia Covid-19 ha rimesso al centro dell’attenzione generale, e non solo degli specialisti di settore, il ruolo della ricerca dell’innovazione a beneficio collettivo sottoposta a verifica di efficacia.
Tuttavia, la valutazione di impatto rimane ancora frequentemente nell’immaginario collettivo come fase a sé, come episodio tattico, perdendo di vista il suo ruolo all’interno di un ciclo che ha il suo fondamentale punto di partenza nella progettazione. È in questo momento che si definisce la valutabilità dell’impatto di un intervento: senza una solida progettazione orientata alla misurabilità dei risultati, una volontà strategica che porti a impostare ex-ante il disegno valutativo, e un sistema di monitoraggio che permetta di raccogliere le informazioni rilevanti in itinere (questo sia per fini valutativi che per esigenze rendicontative), sarà sostanzialmente impossibile valutare rigorosamente l’impatto (gli effetti) di un progetto.