Cosa ho imparato in quattro anni di lavoro tra ong e social media
di Donata Columbro
La cosa più pericolosa da fare è rimanere immobili.
William Seward Burroughs
Questa è stata la mia ultima settimana di lavoro a Ong 2.0. E a Volontari per lo Sviluppo e in Cisv, l’ong capofila di questo progetto editoriale – prima – e di innovazione – oggi – nel mondo della cooperazione allo sviluppo.
Sono arrivata a VpS nel 2010, fresca di laurea in relazioni internazionali e di un periodo di studio in Burkina Faso. Non vedevo l’ora di poter scrivere su uno dei miei giornali preferiti, che aveva, tra l’altro, contribuito a definire il mio percorso universitario.
In questi quattro anni ho imparato moltissimo. Ho avuto la fortuna di vivere (e studiare) l’evoluzione di un giornale cartaceo che ha saputo trasformarsi e farsi portavoce di un cambiamento tra le organizzazioni non governative italiane. Non ricordo chi ha detto la frase “se vuoi imparare, insegna”, ma per me ha funzionato davvero. I webinar e i corsi online di ONG 2.0 sono stati un’autentica finestra di apprendimento continuo su come le ong e le associazioni non profit, con molta prudenza, hanno cominciato a farsi permeare da una nuova modalità di lavoro e progettazione: quella che non teme il confronto e la conversazione attraverso le diverse applicazioni del web “sociale”.
Tre le cose che vorrei portarmi via e allo stesso tempo lasciare su queste pagine:
- il cambiamento provocato dal digitale e dalla crisi economica
fafaceva paura alle ong: in realtà c’è molto da fare e chi “sa” e chi “può”, deve mettersi a disposizione per attivarlo. Le richieste di aiuto per comprendere i “nuovi” media (accettiamo il fatto che per molti lo sono ancora, nuovi) ci sono e vanno ascoltate, accompagnate. - Frequentare la comunità è il 60% del nostro lavoro. È come leggere il giornale per sapere cosa è successo nel mondo. Se vuoi conoscere le persone che ti hanno scelto, ti stanno scegliendo e forse ti sceglieranno devi stare con loro. Evviva i gruppi Facebook e in particolare, nel nostro caso, Cooperanti si diventa.
- La ricerca e la sperimentazione sono il restante 40%. Spocarsi le mani (vedi foto che introduce questo post) provando nuovi strumenti e strategie è fondamentale, sia per essere credibili nei confronti di chi vogliamo “istruire” al digitale, sia per mettere in atto in prima persona il cambiamento.
Che a volte vuol dire anche fermarsi e passare il testimone.
Il web non cambia il mondo, ma permette alle persone che vogliono farlo di incontrarsi.
Lo ha detto Claudia Vago (@tigella) all’ultima edizione dell’Internet festival di Pisa. È una bellissima frase, su cui si basa gran parte del nostro lavoro. Ancora più bella perché il mio testimone, oggi, passa a lei. Insieme a tutta la squadra di ONG 2.0, direi che vi lascio in buonissime mani.
Complimenti, Donata, per la strada tracciata e un grande in bocca al lupo per quella che stai per iniziare!