Diario dal Senegal: un bilancio dopo tre settimane di lavoro
Nonostante abbia imparato la strada per arrivare al distributore di benzina, punto di ritrovo solito con Mbodj e Matteo, son sempre di fretta e non ho mai tempo per prepararmi il caffè in Moka. Marie, la simpaticissima signora senegalese presso cui sono alloggiato, mi “rimprovera” sempre perché non trovo il tempo di fare colazione, e comincia a raccontarmi di tutti quei conoscenti che saltando le petit dej hanno passato giornate infernali e sono state vittime di cose incredibili: insomma, qui tutti vogliono farti mangiare.
Ogni mattina, arrivati a Ross Bethio presso gli uffici ASESCAW, inizia un nostro piccolo rito prima di partire per la missione giornaliera: mini-riunione del team con l’interprete e la guida, preparazione del foglio delle autorizzazioni per visitare le microimprese (ed eventuali locali pubblici), annotazione della nuova cifra segnata dal contachilometri ed immancabile colazione con caffè pepato (non conta come colazione ma lo faccio per avere la coscienza a posto con Marie).
Le prime due settimane abbiamo concentrato il lavoro nella regione nord del fiume Senegal, caratterizzata dalla cultura del riso ed in alcuni casi della cipolla: la maggior parte delle microimprese sono a gestione famigliare e molte di queste contano veramente pochi addetti. La terza settimana invece siamo stati più nell’entroterra arido, caratterizzato da allevamenti (ovini a bovini) ed attività di trasformazione e commercializzazione dei prodotti.
Per ogni micro impresa visitata abbiamo quindi registrato col GPS le coordinate della sede (siege), gli appezzamenti di terra coinvolti nel progetto promosso dall’ASESCAW e raccolto alcune informazioni aggiuntive circa bisogni o criticità incontrate nel corso dei mesi. Punti di interesse per la ricerca sono stati anche i mercati (settimanali o giornalieri), le istituzioni finanziarie (piccole banche e istituti di microcredito) e i magazzini (di proprietà collettiva o delle singole MER). A nostra disposizione vi era solo il recapito del responsabile della MER ed il suo nome: a noi poi il compito di trovarlo e di cercare tutti gli altri elementi sopracitati.
Arrivati al termine delle prime tre settimane di lavoro è tempo di fare un minimo di debriefing, fermarsi un attimo e pensare che: Yatma ha guidato per quasi 1500 km, Babacar mi ha aiutato nelle traduzioni wolof-francese con più di un centinaio di persone (raccontandomi inoltre la storia del Senegal, tutti i campionati di calcio popolare, la sua vita…) e io ho registrato più di 300 waypoints col GPS, utili per poi creare una piattaforma GIS con tutte le informazioni utili ad AESCAW. Temperatura minima 28°, temperatura massima 46°.
Devo riconoscere a Yatma la bravura nel non perdersi mai, nonostante le strade senegalesi non abbiamo nessun tipo d’indicazione e spesso ci siamo ritrovati in mezzo a distese desertiche, e a Babacar la pazienza nello spiegare ogni volta il motivo delle visite e le attività di geolocalizzazione. A me invece va il premio nel saltare i piccoli fossi artificiali creati per irrigare i campi di riso (solo una volta non ci ho preso nel saltare e sono finito metà dentro) e nell’avere bevuto latte fresco di capra (con le conseguenze del caso).
Il lavoro delle prossime settimane sarà quello di trasferire tutti gli elementi su un software di GIS open source e aggiungere altre informazioni, grazie ai dati già in possesso dell’ASESCAW raccolti nei mesi precedenti al mio arrivo: così verrà creato un database geo referenziato utile agli operatori dell’organizzazione nella gestione delle informazioni del progetto. Una volta raccolti tutti i dati e avviato il progetto sul software inizieremo una formazione ad hoc agli operatori locali, i quali saranno così in grado di gestire gli attributi ed apportare modifiche ogni qual volta si presenti il bisogno.
Piccolo spoiler di una prova col software per quanto riguarda il trasferimento di dati e geolocalizzazione sedi e campi delle MER. Per gli altri elementi vi faccio aspettare i prossimi post 😉
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