L’uso dei droni nel settore umanitario
Negli ultimi anni, l’uso dei droni è aumentato considerevolmente grazie all’abbassamento dei prezzi e ai progressi tecnologici, che ne hanno facilitato da diffusione e l’utilizzo anche da parte delle ONG e delle organizzazioni umanitarie. La guida “Drones in Humanitarian Sector“, stilata dalla Swiss Foundation for Mine Action (FSD) e dai suoi partner (CartOng, Zoi Environment Network and UAViators), fornisce spunti interessanti per capire come i droni possano avere un impatto positivo sull’azione umanitaria, specialmente in risposta ai disastri naturali.
Di Federico Rivara
Secondo una ricerca condotta tra gli operatori umanitari, l’applicazione di Aeromobili a Pilotaggio Remoto (APR nella sigla italiana, UAV in quella inglese) potrebbe essere di supporto in cinque ambiti principali:
- la mappatura,
- la consegna di materiali leggeri in aree remote,
- la valutazione dei danni,
- il monitoraggio nel tempo dei cambiamenti,
- la raccolta di dati in tempo reale, per seguire il corso degli eventi e prevederne le evoluzioni più immediate.
Per ognuno di questi ambiti, la guida”Drones in Humanitarian Sector” presenta diversi casi studio che aiutano il lettore a comprendere meglio come gli operatori umanitari possano utilizzare i droni e quali siano le competenze richieste.
Oggi, la maggior parte delle organizzazioni umanitarie che usa i droni stabilisce partnership con società che forniscono questi servizi. Realtà in grado non solo di procurare i velivoli e la strumentazione necessaria al loro funzionamento, ma anche di unire alle capacità tecniche un’esperienza specifica sul campo.
Servizi di mappatura
Rispetto ai servizi di mappatura, i droni possono completare o addirittura sostituire i servizi GPS\GIS. Tra i vantaggi principali che offrono, vi è quello di poter lavorare meglio in particolari condizioni meteo (per esempio, le nuvole possono ridurre l’uso dei satelliti) e di fornire informazioni in tempo reale. Vi è anche qualche limite però, dovuto soprattutto alla scarsa autonomia energetica dei droni che spesso li costringe a effettuare più viaggi per completare la raccolta dati in aree molto estese.
Un esempio di utilizzo dei droni in contesti di emergenza è quello del terremoto di Haiti del 2010. In questo caso, gli APR hanno permesso all’Organizzazione Internazionale per la Migrazione (OIM) la mappatura delle aree più colpite, così da poter valutare in breve tempo la situazione negli slum e nelle aree più popolate. Come si può vedere nella foto, le immagini aeree scattate dai droni sono più precise di quelle del GPS. I due sistemi restano comunque complementari e l’uso di uno strumento o di un altro dipende principalmente dal contesto e del risultato che si vuole ottenere.
Le raccomandazioni finali sui servizi di mappatura riguardano il soccorso diretto alle popolazioni colpite. A oggi, non vi è ancora un utilizzo massiccio di droni nelle situazioni di emergenza, in quanto la preparazione e l’organizzazione delle operazioni richiede ancora troppo tempo. Inoltre, esiete anche un problema culturale, sono ancora molte le persone e i policy-makers che guardano ai droni con diffidenza, influenzati dalla loro tradizionale connotazione militare. Gli scenari però stanno cambiando e sempre più civili si stanno abituando a riconoscere e ad accogliere le potenzialità offerte da questa tecnologia.
La consegna di aiuti umanitari
In zone caratterizzate da un sistema di infrastrutture scarso o danneggiato, i sistemi tradizionali di trasporto e di distribuzione di beni di prima necessità può richiedere molto tempo. In queste situazioni, gli APR possono svolgere un ruolo di primo piano, ad esempio nella fornitura di articoli sanitari. Vi sono molto esempi provenienti da tutto il mondo che riguardano la distribuzione di vaccini, di bottiglie d’acqua potabile e di anticoncezionali, così come la raccolta di campioni biologici per le analisi di laboratorio. Al momento, gli sviluppi tecnologici in questo settore non sono ancora tali da permettere di realizzare un sistema di assistenza su larga scala, che coinvolga aree molto vaste e permetta il trasforto di grandi quantitativi di materiali.
Ogni Paese ha una propria regolamentezione in materia di droni che gli attori che lavorano in questo ambito (Ong, università, start-up, compagnie di logistica e altri ancora) devono assolutamente conoscere e rispettare. Per semplificare l’accesso a questo tipo di informazioni è stato creato un database, il Global Drone Regulations Database, che fornisce informazioni aggiornate su quasi tutti i paesi del mondo. Il database è stato realizzato da UAViators e supportato dalla FSD, The New American Foundation e dal Technical Centre for Agricultural and Rural Cooperation ACP-EU (CTA). Chiunque può registrarsi e fornire aggiornamenti sulle leggi e le regolamentazioni nei diversi paesi.
Molti sono gli aspetti che hanno ancora bisogno di essere implementati prima che la consegna di aiuti umanitari tramite droni entri a regime. Oltre alle questioni legislative, è necessario sviluppare e strutturare la rete dei soggetti coinvolti, in modo da facilitarne la collaborazione, lo scambio di informazioni e di competenze.
I progressi sul piano tecnologico potranno ridurre i costi di produzione e di utilizzo degli APR, incentivando l’utilizzo di questa tecnologia da parte delle organizzazioni umanitarie. Un uso più ampio dei droni potrebbe garantire maggiore tutele al personale impiegato in zone di conflitto, sostituendo gli aerei e gli elicotteri nella consegna degli aiuti. Come viene sottolineato nelle guida, è necessario condurre ulteriori test sul campo per ottenere dati e statistiche significative sull’efficienza dei droni.
Ulteriori Applicazioni
L’ultima sezione della guida fa riferimento all’uso dei droni per le operazioni di ricerca e di salvataggio in seguito a un disastro umanitario e al monitoraggio e alla fornitura di informazioni in tempo reale. Mentre le operazione di ricerca e salvataggio possono già essere supportate dai droni, il monitoraggio e la fornitura di informazioni in tempo reale non è molto diffusa perché richiede una tecnologia di trasmissione dati sofisticata e APR di dimensioni maggiori. Ciò nonostante, qualche esempio pratico di applicazione c’è, come quello del tifone Haiyan nelle Filippine nel 2013, dove i droni sono stati impiegati per la valutazione dei danni. In questo modo gli operatori hanno potuto capire quali materiali fossero necessari per riparare un ospedale senza mettere a rischio la vita degli operatori.
In conclusione, gli APR possono sicuramente avere un ruolo importante nelle crisi umanitarie, sebbene restino ancora da compiere dei miglioramenti sul piano tecnologico che permettano ai droni di rispondere sempre meglio alle necessità dell’azione umanitaria. Inoltre, il processo di sviluppo e sperimentazione dei droni deve essere necessariamente supportatto dallo sviluppo di una regolamentazione che tenga in considerazione le questioni legate all’etica, alla privacy e alla sicurezza che ancora rimangono aperte rispetto all’uso dei droni e alla raccolta dei dati.
You can download the full report here
Photo Credits: DFID – UK Department for International Development and Wikimedia Commons
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Fornisci il tuo contributo!