Generazione “Watchdogger”, identikit della rete che denuncia

freedomKey-300x224 Il nuovo rapporto Watchdog 2012 – giunto alla quinta edizione – presenta numeri in chiaroscuro per la rete che fa inchiesta, che propone denunce, che veicola iniziative di pubblica utilità. Interrogate 642 web tv e 815 testate digitali mappate dall’osservatorio Altratv.tv

 

 

Si professionalizza maggiormente la filiera digitale che denuncia ciò che non va e che crea un filodiretto con i cittadini. Maggiore collaborazione con le pubbliche amministrazioni, ma gli investimenti sono ancora pochi e il più delle volte affidati all’autofinanziamento dei fondatori.

Ad occuparsi maggiormente di inchiesta sono ancora i media territoriali (88%) rispetto alle community (12%). Spesso le iniziative digitali nascono per volontà di cittadini (45%) o di istituzioni pubbliche (15%), ma crescono anche le esperienze di associazioni, aziende e gruppi di interesse (40%). I watchdogger godono del patrocinio di enti pubblici per il 64% dei casi, ma ricevono ancora deboli approvviggionamenti economici: solo il 22% delle antenne ottiene incentivi dal pubblico, il 12% gode di finanziamenti europei e l’8% ha rapporti economici con privati. Ma a fare la parte del leone è ancora la formula dell’autofinanziamento (vale per il 60% dei casi analizzati), che si esplicita attraverso sottoscrizioni, donazioni o operazioni di crowdfunding.

Migliora il rapporto con la amministrazioni locali. nonostante il 47% delle antenne percepisca ancora “indifferenza”. Nei contenuti di denuncia si prediligono i generi delle interviste (82%), a seguire dibattiti (55%), servizi giornalisti (72%) e reportage (48%). Quasi la totalità delle antenne ha a disposizione telecamere digitali semi-professionali o professionali (88%) e si registra un incremento delle microcamere nascoste (21%). Bassa ancora la possibilità di inserire contributi video di denuncia autoprodotti dai cittadini-users: solo il 42% delle piattaforme lo consente.

Le denunce poi sono prevalentemente “social”: i contributi video relativi alla tematica di denuncia vengono postati anche su Facebook (91%), su Twitter (84%), su altri social network (6%). Si incrementa il numero di antenne che caricano video anche su piattaforme di videosharing: l’88% adotta YouTube, il 30% Vimeo. Rispetto ai tradizionali mezzi di comunicazione l’antenna si pone come strumento prevalentemente indipendente (92%), integrativo (88%) o alternativo (56%) rispetto ai media generalisti.

A questo link è possibile scaricare la ricerca completa.

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