Haiti: telecentri nei campi degli sfollati

Ospite di Cisv a Torino, il giornalista Gotson Pierre, nominato “eroe dell’informazione” da Reporters sans frontières, racconta la comunicazione sociale ad Haiti e il ruolo delle ICT nella ricostruzione post-terremoto. La redazione di Ong 2.0 lo ha incontrato.

di Serena Carta e Francesca Consogno

“Siamo giornalisti professionisti interessati alle questioni sociali”. Così Gotson Pierre descrive il suo gruppo di lavoro, composto da 12 giornalisti e svariati collaboratori con cui dal 2001 gestisce AlterPresse, un’agenzia online che diffonde informazioni sul terzo settore haitiano, dando la parola alle organizzazioni della società civile. E racconta: “Facciamo informazione con e per quei cittadini attivi nelle battaglie per i diritti umani e la giustizia sociale, diffondiamo il loro punto di vista e li rendiamo protagonisti dell’attualità che troppo spesso i media tradizionali dedicano solo agli esponenti politici e i personaggi più in voga nella scena pubblica”.

Gotson Pierre alle Officine Corsare, Torino insieme a Marco Bello e Alessandro Demarchi di Cisv

Gotson Pierre alle Officine Corsare, Torino insieme a Marco Bello e Alessandro Demarchi di Cisv

AlterPresse è una delle unità che compongono Groupe Médialternatif, la società di comunicazione sociale che fa da cappello a tutta una serie di servizi informativi e comunicativi che Gotson Pierre e i suoi colleghi mettono a disposizione delle associazioni del non profit haitiano. Si tratta perlopiù di servizi audiovisivi che le organizzazioni commissionano al gruppo, per documentare e raccontare attraverso immagini e suoni i problemi e le questioni che coinvolgono la società haitiana.

Le notizie, i reportage e i documentari realizzati vengono ripresi da tv, radio e giornali, ma circolano soprattutto sul web. Il sito di AlterPresse conta oltre 20.000 articoli, la pagina Facebook quasi 60.000 fan. “Anche ad Haiti internet ha facilitato la comunicazione e l’interazione tra le persone” spiega Gotson Pierre, che sottolinea come siano soprattutto gli haitiani che risiedono all’estero (quasi 2 milioni, mentre sono 10 milioni gli abitanti dell’isola caraibica) ad essere diventati più partecipi della vita all’interno del paese grazie al web.

Ed è stato proprio il suo impegno nel rendere accessibile l’informazione nel post-sisma attraverso internet, a convincere Reporters sans frontières a riconoscere in Gotson Pierre “una fonte di ispirazione per chiunque lotti per la libertà di stampa”. All’indomani del terremoto del 2010, il il giornalista ha lanciato per le strade della capitale il “telecentro mobile”, una struttura itinerante dotata di computer connessi a internet che giorno dopo giorno ha fatto il giro dei campi degli sfollati (1 milione e 500 mila in totale, dicono le stime). Il telecentro era stato fondato nel 2003 nella sede di Groupe Médialternatif con l’obiettivo di educare all’uso appropriato delle ICT; quando i locali sono stati distrutti dal terremoto, Gotson Pierre ha pensato che “se le persone non potevano più recarsi al telecentro, sarebbe stato il telecentro ad andare da loro”.

Seguendo un fitto calendario di appuntamenti, fino allo scorso anno il telecentro mobile ha fatto il giro dei quartieri di Port-au-Prince per offrire non solo porte di accesso al web ma anche, e soprattutto, un luogo di ritrovo che si è prestato all’organizzazione di svariate attività, come i corsi di alfabetizzazione informatica o gli incontri tematici promossi dalle associazioni.

Oggi i telecentri, non più mobili, sono radicati in tre luoghi strategici della capitale e della sua banlieue: una biblioteca, un centro comunitario e un centro culturale in un campo di ex sfollati trasformato in quartiere. L’obiettivo continua ad essere lo stesso: creare accesso alla conoscenza e allo scambio.

Photo credits: @Unesco

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