ICT for Social Good: i 25 finalisti
Il premio “ICT for Social Good” entra nella fase finale. Dopo i primi tre mesi di selezione, la rosa dei candidati ai due premi da 10.000 e 12.000 euro, messi in palio dal programma Innovazione per lo Sviluppo e da Fondazione Mission Bambini Onlus, si restringe a 25. Vi presentiamo gli straordinari progetti della “short list” finale, che nel prossimo mese saranno al vaglio di una giuria internazionale d’eccellenza.
di Viviana Brun
I 233 progetti innovativi arrivati da 57 Paesi del mondo, negli ultimi tre mesi sono stati oggetto di un’attenta selezione, basata su criteri formali e di aderenza alle richieste del regolamento e sull’analisi della documentazione aggiuntiva. I progetti che accedono alla fase finale della selezione sono 25.
Il Comitato Scientifico del Premio -composto da rappresentanti delle organizzazioni SocialFare, Fundacion Paraguaya, Moxoff, E4impact e Nesta– è già al lavoro per valutare i progetti, ponendo grande attenzione all’innovazione sia dal punto di vista tecnologico che della metodologia e degli approcci adottati. Il tutto senza tralasciare l’impatto positivo generato dai progetti, vero protagonista di questo premio.
I vincitori verranno resi noti a fine settembre e premiati ufficialmente durante gli Open Days dell’Innovazione previsti a Milano, il prossimo 6 e 7 novembre.
Il profilo dei finalisti
I 25 innovatori arrivati in finale provengono da sedici Paesi diversi. I Paesi più rappresentati sono Nigeria e Kenya, entrambi con quattro progetti. La presenza africana è molto forte, venti dei progetti finalisti provengono proprio da questo continente. Si aggiungono poi due progetti indiani, un progetto della Bosnia Herzegovina, uno della Cambogia e uno della Colombia.
Quasi il 40% dei progetti finalisti è stato presentato da donne, 9 su 25, assicurando una buona rappresentanza femminile tra i finalisti. Se si parla spesso di gap di genere nell’accesso alla tecnologia, le innovatrici di ICT for Social Good sembrano smentire questa tendenza. I progetti realizzati da donne sono passati da circa il 25% delle candidature totali al 36% di quelle in finale, dimostrando un alto livello di competenza e qualità delle proposte presentate.
Tra i temi maggiormente affrontati ci sono agricoltura e sanità, ma anche il tema dell’educazione e della partecipazione alla vita politica e sociale è presente in molte proposte. Sette dei progetti finalisti sono dedicati in particolare al mondo dell’infanzia e concorreranno per il premio dedicato, messo in palio da Fondazione Mission Bambini Onlus.
Ecco i 25 finalisti
- Muhammad Abdullahi di eTrash2Cash, un’applicazione che permette alle persone di raccogliere e vendere i rifiuti che possono essere riciclati, in cambio di un pagamento via mobile. Il progetto garantisce così un ricavo alle persone più indigenti e produce un impatto positivo sull’ambiente in Nigeria.
- Elijah Amoo Addo di Food for all Africa che in Ghana ha creato una piattaforma che permette di segnalare la presenza di cibo in eccesso, destinato a essere sprecato, e di organizzare la distribuzione mirata alle persone, soprattutto bambini, denutrite o a rischi di malnutrizione.
- Bukola Bolarinwa di Haima Health Initiative, un’applicazione nata per contrastare il mercato nero delle trasfusioni di sangue in Nigeria e favorire l’incontro dei donatori con i pazienti e i centri sanitari.
- Ahmed Karim Cisse di Connexion Sans Frontiere, utilizza le ICT per un progetto di telemedicina dedicato soprattutto ai pazienti traumatologici, vittime di incidenti stradali in Senegal.
- Gabriel Diago di Fundación Educativa Gimnasio Los Caobos, in Colombia ha realizzato una piattaforma di giochi educativi interattivi pensati per bambini e bambine affetti dalla sindrome di down.
- Albin Mathias Fiita di Potential Enhancement Foundation, ha installato nelle scuole in Tanzania laboratori informatici alimentati con energia solare, utilizzando computer Raspberry Pi a basso consumo e software open source per rendere i laboratori sostenibili nel tempo.
- Kristin Gaensicke di Riziki Source, piattaforma, sviluppata in Kenya, che permette di far incontrare la richiesta di lavoro delle persone con disabilità con le posizioni disponibili più adatte. Le informazioni del database vengono inserite tramite sms, in modo che anche i disabili residenti in aree rurali o che non hanno accesso a internet possano aggiornare facilmente il proprio profilo.
- Elizabeth Kperrun di Lizzie’s Creations in Nigeria ha sviluppato due app per bambini Afrotalez e Teseem. La prima aiuta i bambini a riscoprire le favole tradizionali, divertendosi e imparando con tanti contenuti educativi. La seconda è dedicata all’apprendimento delle lingue. Molti bambini nigeriani non conoscono l’inglese, quest’app tiene conto di tutte le lingue locali e propone contenuti in Inglese, Hausa, Swahili, Igbo e Yoruba.
- Suzana Moreira di Mowoza, in Mozambico ha creato Mabiz piattaforma educativa che forma le donne alle basi del commercio, in modo che possano avviare un piccolo business o rendere più efficiente quello attuale. Le formazioni e il monitoraggio avvengono anche a distanza via SMS e whatsapp.
- Clever Mukove di Knowledge Transfer Africa, in Zimbabwe ha lavorato alla creazione di eMKambo un’applicazione web e mobile dedicata a scambiare informazioni sui temi agricoli, sui prezzi di mercato e a mettere in comunicazione produttori e commercianti. All’applicazione è stato abbinato anche un servizio di call center.
- Jennifer Nantale di Nyaka School, in Uganda ha sviluppato Patient App Care un servizio di mHealth per migliorare l’accesso delle persone alle cure sanitarie.
- Grâce Françoise Nibizi di SaCoDé, in Burundi forma e sensibilizza i cittadini, soprattutto donne, sui temi della salute sessuale e riproduttiva grazie a un sistema di invio di SMS.
- Margaret Njenga di @iLabAfrica, lavora alla realizzazione di un sistema di monitoraggio dei fondi pubblici in Kenya, aumentando la trasparenza e permettendo ai cittadini di partecipare e interagire direttamente con i politici e gli amministratori locali, attraverso una piattaforma web e l’invio di sms.
- Achiri Arnold Nji di Traveler, piattaforma che usa i big data, i sistemi GPS e i sensori per monitorare le performance degli autisti degli autobus, migliorare la sicurezza dei passeggeri e la risposta in caso d’incidente in Camerun.
- Henri Nyakarundi di Shiriki Hub, in Ruanda ha realizzato dei chioschi solari portatili che permettono a chiunque di collegarsi a contenuti via internet o intranet e ricaricare il proprio device. In questo modo, l’accesso alle informazioni viene garantito anche alle persone che vivono nelle zone rurali più isolate.
- Francis Obirikorang di AgroCenta, piattaforma agro-tech creata in Ghana, offre una serie di servizi dedicati ai piccoli agricoltori, che vanno dal supporto alla vendita online alle informazioni su prezzi e possibili acquirenti.
- Simeon Oyando Ogonda di Education for Change, in Kenya utilizza la piattaforma m-shamba per formare le persone delle aree rurali all’uso di metodi alternativi green per cucinare il cibo e gestire i parassiti in agricoltura.
- Daniel Oulai di Grainothèque, la prima biblioteca comunitaria della Costa d’Avorio dedicata alle sementi di qualità, per preservare la biodiversità africana ma anche per garantire l’accesso ai giovani coltivatori alle sementi tradizionali e a corsi di formazione. Il progetto è accompagnato dalla creazione di una piattaforma web dedicata alla riproduzione delle sementi, a come adattare la produzione agricola ai cambiamenti climatici e a migliorare la commercializzazione dei prodotti locali.
- Emmanuel Owobu di MobiCure, in Nigeria ha sviluppato l’app OMOMI che permette alle madri di monitorare la salute e la crescita dei propri bambini, ricevendo consigli mirati per le varie fasi di vita dei figli.
- Alexie Seller di Pollinate Energy, in India offre prodotti ecologici in grado di migliorare la qualità della vita delle persone all’interno delle periferie indiane e usa la tecnologia mobile per gestire le rate dei pagamenti.
- Victor Shikoli di Hydrologistics Africa in Kenya ha sviluppato HydroIQ, un dispositivo GPS che utilizza i sensori e l’Internet delle cose per monitorare in modo automatico i sistemi di approvvigionamento idrico esistenti e raccogliere dati sull’uso dell’acqua, la qualità e le perdite. Questo sistema consente di valutare l’efficienza del sistema idrico, il consumo effettivo dell’acqua, la capillarità sul territorio, evitando sprechi e consentendo il corretto pagamento delle bollette.
- Sumeysh Srivastava di Nyaaya, piattaforma web sviluppata in India, che grazie a guide, tutorial e all’uso delle varie lingue locali, rende accessibili ai cittadini le leggi dello Stato, garantendo a tutti la comprensione dei propri diritti.
- Sovan Srun di Edemy, in Cambogia, ha creato un sistema per rendere le performance degli studenti delle aree rurali in linea con quelle dei centri urbani, migliorando la formazione di studenti e insegnanti senza bisogno della connessione a Internet ma attraverso l’uso di un computer Rasberry a basso costo e di un software educativo sviluppato ad hoc.
- Branko Vasiljevic di Civil Patrols, applicazione sviluppata in Bosnia Herzegovina, che permette ai cittadini di contribuire a rendere più rapido ed efficiente l’intervento delle forze dell’ordine, segnalando i casi di violenza o di delinquenza.
- Emily Warne di Health Builders, utilizza le ICT per mettere in rete e digitalizzare le informazioni mediche per rendere più efficienti i centri sanitari in Ruanda.
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