ICT for Social Good: gli innovatori ci mettono la faccia

Sono arrivati un po’ da tutte le parti del mondo, i video di presentazione degli innovatori che hanno superato la prima fase di selezione del Premio ICT for Social Good, ideato da Ong2.0 e realizzato all’interno del programma Innovazione per lo Sviluppo, grazie al supporto di Fondazione Cariplo, Compagnia di San Paolo e alla collaborazione di Fondazione Mission Bambini Onlus.

di Viviana Brun

 

Racchiudere in trenta secondi il proprio progetto, la propria idea, ciò per cui si lavora con passione ogni giorno, non è certo un’impresa semplice. Sono stati molti gli innovatori del PremioICT for Social Good” che hanno accettato questa sfida con grande entusiasmo e hanno provato a raccontarsi in pochi istanti.

Nasce così questa galleria di video che offre uno spaccato di quanto il mondo dell’innovazione sociale sia popolato da persone diverse per provenienza, aspirazioni, età… segno di come le ICT siano strumenti versatili, adattabili a contesti e necessità varie, al servizio di uno sviluppo che si fa sempre più inclusivo.

 

Guarda la playlist di tutti i video

 

Un problema, un’idea

A ogni carenza c’è una soluzione, basta studiare quella più adatta. Sembra essere proprio questo il pensiero che ispira il lavoro dei partecipanti a questa prima edizione del premio “ICT for Social Good“.

E così se in Bosnia e Herzegovina i cittadini non si sentono abbastanza sicuri, possono contribuire a rendere più rapido ed efficiente l’intervento delle forze dell’ordine, segnalando tramite l’app Civil Patrols i casi di violenza o di delinquenza.

Mentre in Colombia, per aiutare le persone sorde a superare le barriere comunicative che incontrano ogni giorno, è stato studiato un interprete virtuale disponibile da pc e smartphone.

In Nigeria, per contrastare il mercato nero delle trasfusioni di sangue e favorire l’incontro dei donatori con i pazienti e i centri sanitari, Bukola Bolarinwa ha fondato Haima Health Initiative, un’applicazione accessibile da pc e mobile.

In India, la piattaforma Nyaaya grazie a guide, tutorial e all’uso delle varie lingue locali, rende accessibili ai cittadini le leggi dello Stato, garantendo a tutti la comprensione dei propri diritti.

E se la cultura tradizionale africana va man mano perdendosi, l’app realizzata da Elizabeth Kperrun aiuta i bambini a riscoprire le favole nella propria lingua locale e a divertirsi e a imparare con tanti contenuti educativi in Inglese, Hausa, Swahili, Igbo e Yoruba.

Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, in Camerun i decessi causati dagli incidenti stradali superano del 40% quelli dovuti alla malaria, per questo Achiri Arnold Nji ha deciso di sviluppare Traveler una piattaforma che usa i big data, i sistemi GPS e i sensori per monitorare le performance degli autisti degli autobus, migliorare la sicurezza dei passeggeri e la risposta in caso d’incidente.

 

L’innovazione sociale non è solo questione di tecnologia

Non tutti sviluppano soluzioni nuove o altamente tecnologiche. In Benin, dove l’albinismo è una malattia vista con molta diffidenza e fonte di grande discriminazione, Franck Hounsa ha formato al “blogging” e alla scrittura digitale un gruppo di 20 albini perché possano fare informazione corretta, aiutando altre persone affette a uscire dall’isolamento e facendo sensibilizzazione tra la popolazione, per combattere e prevenire la diffusione di forme di pregiudizio e di discriminazione.

In Costa D’Avorio, Daniel Oulai ha unito offline e online attraverso la creazione di “Grainothèque”, la prima biblioteca comunitaria ivoriana dedicata alle sementi, nata per preservare la biodiversità africana ma anche per garantire l’accesso ai giovani coltivatori a sementi autoctone di qualità. Il progetto è accompagnato dalla creazione di una piattaforma web dedicata alla riproduzione delle sementi, a come adattare la produzione agricola ai cambiamenti climatici e a migliorare la commercializzazione dei prodotti locali.

 

Agricoltura e salute tra i temi più ricorrenti

Sono molte le soluzioni dedicate all’agricoltura così come i prodotti e i servizi che hanno come obiettivo la salute e l’empowerment soprattutto femminile.

In Burundi, dove la rete Internet non è ancora capillare sul territorio ma è forte la necessità di diffondere informazioni corrette sui temi della salute sessuale e riproduttiva, l’associazione SaCoDé ha messo in piedi un sistema d’informazione via SMS.

Mentre in Nigeria, Emmanuel Owobu, ha creato MobiCure, un’app che permette alle madri di monitorare la salute e la crescita dei propri bambini, ricevendo consigli mirati per le varie fasi dello sviluppo.

In Mozambico, Suzana Moreira si occupa di migliorare l’accesso delle donne all’imprenditoria grazie a un programma di formazioni e al supporto diretto, via SMS e social media.

Tra i video ricevuti, non mancano anche alcuni esempi italiani. Le organizzazioni IPSIA, CINI ItaliaGlobal Health Telemedicine Onlus hanno raccontato i progetti innovativi che stanno realizzando in diversi Paesi del mondo nel campo della formazione, della tutela delle donne e della lotta ai matrimoni precoci e della telemedicina.

La regola base per tutti è privilegiare l’efficacia, non l’utilizzo della tecnologia fine a se stessa, ma l’utilizzo delle ICT come strumento per avere un impatto reale e produrre un miglioramento concreto a livello locale.

 

ict for social good grant 2017

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Fornisci il tuo contributo!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *