Le 7 direzioni della cooperazione che cambia
140 pagine interattive di approfondimenti, dati ed esempi concreti per tutti coloro che credono che i problemi sociali si possano affrontare in modi innovativi e creativi tanto al Nord quanto al Sud del mondo. Con un focus su come le ong italiane usano le ICT. É la “Guida introduttiva all’uso delle ICT per lo sviluppo”, il terzo e-book pubblicato da Ong 2.0.
Vuoi leggere un’anteprima? Qui di seguito l’introduzione.
La trasformazione è il nostro cane da guardia.
Oggi siamo chiamati ad agire con coraggio.
Siamo chiamati ad abbracciare il cambiamento.
Cambiamento nelle nostre società.
Cambiamento nella gestione delle nostre economie.
Cambiamento nel nostro rapporto con l’unico pianeta che abbiamo.
Ban Ki-moon, 2014
A Ong 2.0 siamo sempre stati curiosi di scoprire come il web e gli strumenti tecnologici per informare e comunicare ci possono aiutare a fare meglio il nostro lavoro. Con questo terzo e-book, il nostro sogno è quello di trasformarti in un ICT4D champion – ovvero un esperto di ICT per lo sviluppo – contagiandoti con la passione e la curiosità che nutriamo verso gli approcci e gli strumenti che tra poche pagine inizierai a conoscere.
Non ti senti un nerd e a mala pena sai usare il telefono cellulare? Niente panico: per ottenere il massimo dalle ICT non è necessario diventare programmatori! Una volta che si individua il problema da risolvere o il bisogno da soddisfare e si conoscono le caratteristiche del contesto e della comunità in cui ci si trova, la sfida è quella di aprirsi al confronto con colleghi e consulenti per capire se sarà un vero e proprio dispositivo tecnologico oppure (più semplicemente) un nuovo approccio a fare la differenza nel raggiungimento degli obiettivi.
Le 3 abilità di un ICT4D champion
In altre parole, i cosiddetti “ICT4D champion” sono coloro che, all’interno di un’organizzazione, sanno riconoscere l’utilità (o meno) di un intervento tecnologico e hanno le capacità di organizzarlo e coordinarlo. Il professore di Manchester Richard Heeks (che cura il primo dei blog che ti consigliamo di mettere tra preferiti) li ha definiti come professionisti con un’anima “tribrida”. Devono infatti saper fare le seguenti attività:
1. leggere e interpretare fenomeni economici, sociali e culturali che caratterizzano l’ecosistema in cui vanno ad operare
2. individuare all’interno di questi il ruolo dei flussi informativi e comunicativi
3. orientarsi tra gli strumenti tecnologici esistenti e potenziali al fine di coordinare un lavoro di scelta, implementazione e utilizzo degli stessi in armonia con il contesto in cui opera.
Gli ICT4D champion, quindi, sono in grado di parlare il linguaggio dell’informatica insieme a quello delle scienze sociali e, soprattutto, di combinare le conoscenze in modo da saper scegliere accuratamente i colleghi con competenze complementari. Saranno “jazzisti dello sviluppo” (se è permesso il neologismo), abili ad improvvisare nelle situazioni piú diverse non perché impreparati ma, al contrario, perché capaci di applicare un bagaglio conoscitivo multidisciplinare alla creazione di iniziative e progetti innovativi tagliati sulla misura di specifici contesti e situazioni. Infine, avranno una particolare sensibilità a interpretare le tendenze del mondo moderno, anche alla luce della fase trasformativa che la cooperazione sta attraversando.
Le 7 direzioni della cooperazione che cambia
Ad Amsterdam abbiamo avuto il piacere di conoscere Jeroen van der Sommen, co-fondatore e direttore della fondazione Akvo, impegnata a realizzare software open source per aiutare le organizzazioni della cooperazione internazionale a gestire i dati e a rendere il settore degli aiuti allo sviluppo più efficace e trasparente. Van der Sommen, che vanta un’esperienza pluri decennale nel settore, ha fatto individuare 7 fenomeni emergenti nel mondo odierno degli aiuti allo sviluppo:
1. la cooperazione, così come la conosciamo oggi, scomparirà
2. le ong si spostano da Nord a Sud, si chiudono i quartier generali nelle capitali europee e si lavora con staff locale.
3. il focus della cooperazione passa dalla logica degli aiuti alle partnership commerciali
4. nascono nuove esperienze di cooperazione Sud-Sud, senza intermediari e senza strutture gerarchiche (il cui funzionamento è facilitato, per esempio, dalle piattaforme di crowdsourcing o crowdfunding)
5. la disponibilità di una mole ingente di dati rende sempre più evidente la necessità di pubblicare informazioni che fino ad oggi sono state inaccessibili a cittadini, beneficiari e finanziatori
6. grazie agli open data il settore diventa più trasparente ed è più semplice monitorarne i processi e l’impatto
7. l’impiego di software open source permette di risparmiare risorse, laddove facilita la condivisione di dati e informazioni accessibili e modificabili da chiunque in tutto il mondo.
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