Le ICT nell’educazione: che cosa sono e un esempio dall’Uganda

di Serena Carta, tratto dall’e-book “ICT4D – Guida introduttiva alle ICT per lo sviluppo”

Le ICT nell’educazione, se viste come strumento e non (solo) come oggetto della lezione, possono supportare un gran numero di funzioni vitali come l’amministrazione scolastica, l’accesso degli studenti all’educazione, l’aggiornamento degli insegnanti. Come in tutti gli altri ambiti di applicazione, le ICT portano con sé anche la possibilità di connettere le zone più marginalizzate al mondo con la più ampia comunità scientifica ed educativa. Per questo motivo internet, in particolare, si è rivelato un canale fondamentale per il mondo dell’accademia, incentivando e migliorando lo scambio e la circolazione dei saperi e della conoscenza.

Lo Spider center di Stoccolma classifica l’impiego delle ICT in ambito educativo in tre aree principali:

1. Alfabetizzazione digitale
Per approfittare degli enormi vantaggi e potenzialità derivanti dall’uso del le ICT, le persone hanno innanzitutto bisogno delle giuste competenze e conoscenze per esplorare e usare le tecnologie. L’accesso alle ICT è solo il primo passo di un lungo processo di capacity development il cui obiettivo deve essere l’inclusione digitale. Ci sono gruppi sociali particolarmente pronti e proattivi ad imparare come si usano le ICT (giovani, professionisti,
studenti…) mentre altri sono più resistenti (anziani, analfabeti). Uno sforzo deve essere fatto affinché all’alfabetizzazione digitale venga data la giusta importanza, in particolare nei primi anni della formazione durante l’infanzia e con un’attenzione particolare alle categorie svantaggiate e marginalizzate. L’obiettivo è quello di evitare l’ignoranza all’origine delle disuguaglianze sociali.

2. Gestione e coordinamento dell’educazione
Si parla in questo caso di informatizzazione del sistema educativo tramite strumenti che aiutano la pianificazione, l’amministrazione, l’organizzazione del sistema scolastico o accademico a livello nazionale, regionale e locale. Questo campo si divide in due aree: la prima comprende reti digitali, software e applicazioni che aiutano l’organizzazione del lavoro e la gestione delle risorse; la seconda comprende strumenti comunicativi, assicura che le politiche e le direttive vengano diffuse e seguite a tutti i livelli del sistema educativo e che i responsabili le attivino.

3. Formazione online, e-learning, m-learning
Coincide con nuove forme di apprendimento – flessibili, collaborative, tecnologiche – e nuovi modelli pedagogici in cui lo studente è al centro del processo; in molti casi sono anche più inclusive, perché permettono il coinvolgimento degli adulti e dei giovani al di fuori dei percorsi di apprendimento tradizionali, mettendo a disposizione un’educazione di qualità.

Ne è un esempio la Makerere University, la più grande università d’Uganda, con sede a Kampala. È frequentata da circa 40 mila studenti, ma continua ad esplorare modi innovativi di insegnare per raggiungere e coinvolgere ancora più studenti. Dal 1992 dà la possibilità di comunicare e studiare online; e nel suo piano strategico (2008/09-2018/19) grande enfasi è stata messa nell’implementazione delle ICT per aumentare l’accesso e l’uso delle tecnologie educative per raggiungere il massimo livello nell’offerta dei servizi educativi. La Makerere University ha sviluppato tramite il software open source Moodle una piattaforma che permette l’erogazione di corsi in modalità e-learning chiamata MUELE (Makerere University E-Learning Environment). La piattaforma è accessibile da pc, ma dal 2013 l’università, supportata finanziariamente dallo Spider center, sta lavorando a un progetto di mobile learning per rendere i corsi online accessibili anche da smartphone. In questi anni di prototipazione è stata sviluppata un’app Android, tre docenti sono stati formati sulla pedagogia che sta alla base dell’m-learning e un centinaio di studenti sono stati coinvolti nello studio di fattibilità e di valutazione su cinque corsi online.

photo credits: https://www.iicd.org

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