Migrathon: i migranti ideano app per i loro paesi di origine

Una maratona digitale per realizzare un primo modello di app o piattaforma d’informazione per i Migranti interni in Africa Occidentale. Questo è stato Migrathon, dal 2 al 4 dicembre a Torino. Tre giorni di lavoro che hanno visto coinvolti oltre 50 partecipanti tra migranti provenienti da Senegal, Guinea e Camerun, sviluppatori, web designer e associazioni.  Quattro i modelli realizzati. Il progetto più votato dalla giuria? “Africa en Route”, un’app interattiva che ora proseguirà lo sviluppo dell’idea a Dakar. Foto, video e storify delle tre giornate

Su una popolazione attuale di 1 miliardo di persone, i migranti in Africa sono circa 34 milioni, di cui solo un terzo all’esterno del continente (Nazioni Unite, 2015). 21 milioni sono gli immigrati presenti all’interno dell’Africa stessa. In particolare nel 2016, 80.000 migranti provenienti dall’Africa dell’Ovest  hanno intrapreso il viaggio verso il Mediterraneo, attraversando il deserto con tappe a Dakar, Ouagadougou e Agadez.  Una volta intrapreso il deserto, i migranti sono vulnerabili e oggetto di tratta e di tortura sia nelle prigioni libiche che nel tratto del mar Mediterraneo. La quasi totalità degli intervistati ammette di aver intrapreso il viaggio senza un livello di informazioni adeguate sui rischi della migrazione, né sulle alternative in loco.

Per questo è nato Migrathon, un ciclo di due hackathon (il primo a Torino e il secondo a Dakar) con l’obiettivo di trovare una soluzione tecnologica per offrire informazioni veritiere sui rischi della migrazione irregolare, ridurre la vulnerabilità dei migranti e far conoscere le alternative concrete di impiego in loco. L’iniziativa si pone all’interno del più ampio programma PUCEI (Progetto di urgenza per la creazione di impiego in favore dei giovani e delle donne delle regioni di Saint Louis -Senegal- Oio, Cacheu e Tombali -Guinea Bissau- e Alta Guinea – Guinea- e d’informazione per i potenziali migranti irregolari) realizzato con il sostegno dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo.

Il primo hackathon di Torino è nato dalla fruttuosa collaborazione tra ONG 2.0CISVLVIATOP-IX , AST

Dopo l’apertura dei lavori e la formazione dei team nella serata di venerdì 2, sabato e domenica mattina, i gruppi di lavoro hanno sviluppato le proprie soluzioni, presentate durante i pitch conclusivi di domenica pomeriggio.

Guarda lo storify delle giornate

Riduzione della vulnerabilità, mappe e opportunità alternative all’emigrazione sono state parole d’ordine comuni a tutti i gruppi di lavoro.
Una giuria composta dagli organismi promotori ha avuto l’arduo compito di valutare il prodotto migliore, che è stato individuato in  “Africa en Route”.

“Africa en Route” si propone di raccogliere dati e informazioni sulle principali tappe dei migranti in Africa occidentale a partire dall’esperienza dei migranti stessi e dalle associazioni locali e di distribuirle attraverso un’app interattiva, in grado di fornire in modo semplice e immediato le informazioni necessarie a comprendere i rischi del viaggio e a diminuire la vulnerabilità in caso di partenza. L’uso di icone renderà l’app facilmente fruibile, inoltre attraverso la registrazione iniziale, permetterà di creare un canale di comunicazione sicura tra il migrante e la propria famiglia e la diffusione delle informazioni tramite sms laddove sia assente la connessione internet.

L’idea è destinata a continuare il suo percorso verso il secondo hackathon del progetto che si terrà a Dakar nel mese di febbraio 2017, con l’obiettivo di contestualizzare e migliorare il modello, insieme agli sviluppatori locali.

Il team di Africa en route

Il team di Africa en route

Al secondo posto si è classificato il progetto “2KKI”, che ha scelto il canale della web radio e delle radio in generale per veicolare musica e informazioni, al fine di raggiungere un pubblico il più ampio possibile, anche con la creazione di mappe interattive in grado di fornire informazioni utili sul percorso.

Il progetto “Le Miroir” invece si è concentrato sulla conversione delle spese che i migranti sostengono per finanziare il viaggio in investimenti in progetti di impresa in loco, favorendo lo sviluppo economico del territorio e offrendo nuove opportunità a chi sceglie di restare. Attraverso un processo di gamification offre la possibilità sperimentare virtualmente quello che succede se si sceglie di restare o se si preferisce partire (offrendo in questo caso informazioni utili per ridurre la vulnerabilità durante il viaggio).
Infine, “Totem” ha proposto l’installazione di hot spot (totem) informativi multimediali (dotati di connessione wi-fi), in luoghi di aggregazione, quali mercati, moschee e posti di ritrovo. Sfruttando l’elemento attrattivo della musica, i totem avrebbero favorito la circolazione e la distribuzione della informazioni sui rischi della migrazione e sulle alternative proposte dalle Ong per chi sceglie di restare.

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