NgoAidMap, una mappa per visualizzare la cooperazione internazionale

Una mappa per visualizzare la cooperazione internazionale. Ci ha provato Interaction con NgoAidMap, chiedendo alle ong sue affiliate di inviare i dati sui progetti umanitari realizzati in tutto il mondo, per aumentare la quantità (e la qualità) di informazioni a disposizione di pubblico e finanziatori.

di Donata Columbro

Il contatore sul sito indica la presenza di 2762 progetti mappati in 141 paesi tramite la piattaforma CartoDb, per un totale di 87 organizzazioni partecipanti e 4,6 miliardi di dollari stanziati. Numeri alti, ma è ancora una “visualizzazione parziale della cooperazione internazionale”, specificano i promotori dell’iniziativa, dal momento che i dati sono forniti su base volontaria dalle ong della rete Interaction, una federazione statunitense che conta circa 180 organizzazioni.

È un inizio, ma soprattutto un esempio di come le organizzazioni non governative potrebbero utilizzare i dati per promuovere la trasparenza e aumentare la consapevolezza sul tema della cooperazione internazionale. I progetti sulla mappa sono esplorabili per aree di intervento (sovranità alimentare, salute, agricoltura, emergenza…), regione geografica o paese, donatori e organizzazione.

Cinque i principi secondo cui NgoAid Map è stata concepita e a cui potrebbero ispirarsi le ong che vogliono esplorare la possibilità di “rilasciare i propri dati” e raccontare il loro lavoro attraverso mappe e visualizzazioni interattive:

  1. 1. rendere il più semplice possibile la condivisione dei dati per incentivare le organizzazioni a partecipare a progetti di mappatura
  2. 2. presentare i dati in modo comprensibile e progettare il sito internet secondo una struttura che permetta di individuare facilmente le informazioni di cui l’utente ha bisogno
  3. 3. informazioni accessibili in ogni formato, ovunque. I dati di NgoAidMap possono essere scaricati da ogni pagina del sito web.
  4. 4. non provocare danni. “Anche siamo forti sostenitori dell’open data”, spiegano, “sappiamo che possono esserci consequenze negative del condividere dati. Lasciamo decidere alle organizzazioni quali dati e informazioni rilasciare e solo se è sicuro farlo. Poi revisioniamo i dati ricevuti per controllare che nessuno sia messo in pericolo dalla loro pubblicazione”.
  5. 5. collaborare con altre organizzazioni per realizzare una mappatura più completa, dal punto di vista di settori e aree geografiche, sui progetti di cooperazione allo sviluppo

 

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