Open data, i 5 migliori strumenti per la condivisione

È giunto alla conclusione lunedì 21 novembre anche il secondo modulo del corso ICT Innovations for Development su “ICT for Data Collection”. Georges L. J. Labrèche, fondatore dell’organizzazione Open Data Kosovo (ODK), ha introdotto i partecipanti all’utilizzo degli Open data, analizzando il ciclo di vita della ricerca dati sul web e classificando i 5 migliori strumenti per la loro condivisione.

di Erica Rossi

 

Il modulo si è aperto con una domanda semplice quanto fondamentale: Cosa sono gli open data? Secondo l’Open data definition,

“L’open data è un dato che può essere utilizzato e riutilizzato liberamente, e ridistribuito da chiunque.”

Con il termine Open Data si fa quindi riferimento a una filosofia e a una pratica di condivisione di determinati dati e informazioni in modo da consentirne il libero accesso, in maniera semplice, veloce e senza limitazioni.

Il proprietario dei dati li rilascia in modo che questi possano essere rielaborati liberamente da chiunque: aziende, cittadini, giornalisti, ricercatori ecc.

 

 

Georges L. J. Labrèche, docente del corso ha posto l’attenzione sul ciclo di vita di un dato: come faccio a trovare i dati giusti sul web, come li raccolgo, come li estraggo e come posso poi riutilizzarli.

Quando siamo alla ricerca di dati” spiega Georges, “dobbiamo prima chiederci con esattezza che cosa stiamo cercando. Questo ci aiuterà nel momento in cui andremo alla ricerca di dati e dovremo analizzare le fonti. Chiarito questo passo, estraggo i dati per poi pulirli o trasformarli: è importante però, che prima di ogni trasformazione, verifichi che il dato sia attendibile.

Tim Berners-Lee suggerisce uno schema di classificazione degli open data chiamata “5-star deployment scheme” che il docente prende a esempio per continuare la lezione.

Questo schema classifica gli open data con una valutazione da 1 a 5 in base al loro livello di apertura, spiegandone costi e benefici.

 

 

Rendere le tue cose disponibili sul web, in qualsiasi formato, sotto una licenza aperta. Come ad esempio un PDF (Portable Document Format). Il PDF è un formato di file usato per presentare e scambiare documenti in modo affidabile, indipendentemente dal software, dall’hardware o dal sistema operativo.

 

★★

Renderli disponibili come dati strutturati. Ad esempio potrebbe essere utile utilizzare Excel, strumento per elaborare fogli di calcolo, anziché un’immagine scansionata di una tabella.

 

★★★

Renderli disponibili in un formato aperto non di proprietà. Come CSV (Comma-Separated Values), oltre che a Excel. CSV è un software che mantiene al corrente tutto il lavoro e i cambiamenti operati in un insieme di file permettendo e a molti sviluppatori di collaborare accedendo alle medesime risorse disponibili.

 

★★★★

Usare URLs per denotare cose, in questo modo le persone possono lavorare con i tuoi materiali. Ad esempio usando RDF (Resource Description Framework ), uno strumento utile per lo scambio e il riutilizzo di metadati strutturati che consente l’interoperabilità semantica tra applicazioni che condividono le informazioni sul web.

 

★★★★★

Legare i tuoi dati ad altri dati. I LOD (Linked Open Data) ad esempio, sono dati aperti accessibili da tutti sul web, corredati da informazioni tali da permetterne delle elaborazioni semantiche.

 

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