Raccontare storie con i social media, dalla Tunisia a Chicago
“Controllare le informazioni, verificare le fonti, creare narrazioni.” Ecco cos’è la social media curation secondo Tigella, Claudia Vago, cantastorie digitale, dalla rivoluzione tunisina a #OccupyWallStreet. Ma come si scelgono le storie da seguire? Con quali strumenti? E come verificarle? Appuntatevi queste (ed altre) domande perché Claudia ci risponderà il 18 e il 21 giugno durante i webinar organizzati da VpS nel ciclo Ong 2.0 Cambiare il mondo con il web.
Il lavoro di social media curator assomiglia moltissimo a quello di un bravo cronista. Ma, in più, ha una grande passione per gli strumenti del web 2.0, che costituiscono uno dei suoi punti di forza, insieme alla sua preparazione su un tema specifico: “L’elemento chiave che fa funzionare la curation è la competenza ed il focus del curatore“, secondo Gianluca Diegoli, e Claudia Vago è uno degli esempi migliori in Italia in questo campo: “cerco di non ridurmi alla selezione di fonti e ai retweet dei messaggi che passano”, scrive sul suo blog, “ma mantengo la voglia di inventare, sperimentare nuovi strumenti e la certezza di muovermi in un vastissimo terreno in gran parte inesplorato in cui tutto è ancora possibile”.
Talmente inesplorato che Claudia Vago, alias Tigella su Twitter, è la prima social media curator italiana a trasformarsi da cantastorie digitale in testimone oculare e live reporter della mobilitazione organizzata da Occupy per tutto il mese di maggio tra New York e Chicago: “ho raccolto e pubblicato il materiale in tempo reale su un sito dedicato al progetto, anche se non tanto quanto avrei voluto, e l’ho messo a disposizione di tutti. Ora sto organizzando il resto dei testi, delle foto e dei video che ancora non vedete online, magari in un formato diverso da quelli che ho già utilizzato”.
Quindi cosa hai fatto esattamente nel mese di maggio negli Stati Uniti e come hai raccontato quello che hai visto?
“A Chicago ho vissuto con gli attivisti del movimento Occupy, ho partecipato alle loro riunioni, ho dormito due ore per notte condividendo preoccupazioni e ansie per le persone arrestate dalla polizia, ho scritto i miei post gomito a gomito con chi inviava i comunicati ufficiali di Occupy un minuto dopo avermeli fatti leggere in anteprima. Ho vissuto tutto dall’interno e ho cercato di capire le dinamiche di Occupy come avrebbe potuto fare un antropologo, più che un giornalista inviato a caccia di notizie mordi e fuggi”.
Da Busana, piccolo paese in provincia di Reggio Emilia dove vive Claudia, a Chigago, per raccontare dall’interno un movimento globale che sta cambiando il modo di fare attivismo in tutto il mondo (oggi qualsiasi manifestazione di protesta crea il suo slogan a partire dall’ormai popolare #occupy). Da dove nasce questa passione per i social media come fonte di storie e di notizie? “La rivoluzione tunisina, per motivi personali e non, ha segnato per me un momento significativo, uno spartiacque, il punto oltre il quale twitter non è stato più solo strumento per condividere pensieri e letture interessanti ma soprattutto per cercare e diffondere notizie, solitamente in tempo reale, di cose che succedevano e succedono nel mondo.”
Come ha fatto Claudia Vago a diventare in così poco tempo (un anno circa), una voce autorevole della rete come curatrice di storie e di notizie? Quali strumenti usa? Come si informa? Come sceglie le storie da seguire?
Chiedilo a @Tigella/Claudia il 18 e il 21 giugno durante i webinar sulla Social Media Curation organizzati dalla scuola Ong 2.0 di VpS.
Per informazioni: formazione@volontariperlosviluppo.it
Dove puoi trovare informazioni su Claudia Vago e sul suo lavoro di social media curator:
– il suo blog: https://tigella.altervista.org
– il suo account Twitter: https://www.twitter.com/tigella
– il sito del progetto #OccupyChicago: https://occupychicago.altervista.org
– il sito del progetto Yearinhashtag (di cui potete chiederle tutto durante i webinar): https://yearinhashtag.com/
*credits foto: Claudia Vago
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