Gli Oscar della comunicazione sociale 2016
Anche quest’anno l’Ong norvegese SAIH ha eletto i vincitori dei Radi-Aid Awards, il riconoscimento che dal 2013 premia le migliori e le peggiori campagne di comunicazione sociale e di raccolta fondi realizzate nel corso dell’ultimo anno.
di Viviana Brun
Se dico Sud del mondo, a cosa pensi? Se non riesci a pensare ad altro se non alla fame, alla povertà o alle malattie, probabilmente anche tu sei stato vittima di un certo tipo di comunicazione che per decenni ha proposto a tutti noi le stesse immagini stereotipate del Sud del mondo. Ma è davvero tutto qui? In realtà no, ci sono anche molti esempi virtuosi di comunicazione sociale. Il Radi-Aid Award dal 2013 ci invita a riflettere su quanto di positivo e di negativo sia stato prodotto dalle organizzazioni umanitarie e sociali di tutto il mondo, e su come sia possibile imparare a comunicare sempre meglio.
Due sono i premi assegnati, il Rusty Radiator Award riservato agli esempi peggiori e il Golden Radiator Award dedicato invece alle campagne più virtuose e creative.
Ad aggiudicarsi il primo posto come migliore campagna 2016 è stato il video “Love a positive life” di International HIV/AIDS Alliance che racconta il lavoro e l’impegno di Daphine nell’educazione sessuale e nella prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili in Ruanda. Daphine, benché affetta da HIV, non è certo presentata come una vittima ma come una persona attiva nella società, capace di creare un impatto e un cambiamento positivo per sé e per gli altri.
Trai finalisti come migliore campagna 2016 c’è “What do girls really learn at school? Learn without fear” di Plan International UK. Il video mostra i rischi che le ragazze si trovano a fronteggiare nel loro ambiente di studio in 3 diversi paesi del mondo. La giuria ha riconosciuto a questa campagna il merito di rappresentare un problema globale, andando oltre lo stereotipo che vede contrapposti Nord e Sud del mondo e mostrando come lo “studio senza paura” sia un diritto da tutelare sempre e ovunque, anche nei paesi economicamente più sviluppati.
Tra i tre video più votati dalla giuria e dalle persone online c’è anche “Look Beyond Borders – 4 min experiment” realizzato da Amnesty Poland che affronta il tema dei rifugiati in Europa attraverso un punto di vista nuovo, che vede le persone sullo stesso piano e in dialogo tra loro.
Nel 2016 non ci sono stati solo esempi di comunicazione virtuosa, ma molti video e campagne realizzate da ONG e organizzazioni hanno purtroppo continuato a ricorrere a quella che è stata definita dalla giuria del premio, come “pornografia della povertà”. Bambini e persone nude e malnutrite, immobili e passivi, in attesa di un aiuto esterno. Storie senza contesto, in cui problemi complessi come la povertà, la malnutrizione sembrano poter trovare una soluzione facilmente, grazie a una semplice donazione.
Tra i cattivi esempi, ad aggiudicarsi il Rusty Radiator Award, è stato il video “The Wait Is Over” realizzato da Compassion Australia. Questo video contribuisce a rafforzare l’idea di superiorità dei Paesi ricchi su quelli poveri, promuovendo l’immagine di quello che la giuria ha definito “il salvatore bianco”. Non sembra esserci nulla che i genitori di questa bambina possano fare se non pregare e aspettare che un donatore decida di adottarla a distanza, garantendole così un futuro.
A essere giudicato negativamente è stato anche il video “Give to Children like Jon. Donate now!” realizzato da Save the Children Nederland.
Nella classifica delle campagne peggiori del 2016, è arrivato in finale anche il video “A sponsored child’s dreams” realizzato da World Vision Australia, che non a caso presenta molti tratti in comune con gli esempi precedenti.
Ciao Viviana !
Bell’articolo. Solo un appunto: la migliore campagna è “Love a Positive Life” (http://www.rustyradiator.com/golden-radiator-awards-2016/)
e la peggiore è quella di Compassion International “The Wait is Over” (http://www.rustyradiator.com/rusty-radiator-awards-2016/)
Le numerazioni sui video sono quelle di quando si poteva votare…
Ciao!
Andrea
Grazie Andrea, la grafica mi ha tratto in inganno, correggo subito!