Sfide e barriere della rivoluzione mobile

di Serena Carta, tratto dall’e-book “ICT4D – Guida introduttiva alle ICT per lo sviluppo”

L’ecosistema in cui si promuove l’uso delle ICT per la trasformazione della società conta. Stéphane Boyera, consulente nel campo delle ICT4D, ha individuato 5 limiti (o sfide) della cosiddetta “mobile revolution” (una rivoluzione palpabile, dal momento che oggi la rete 2G raggiunge il 95% della popolazione mondiale – ITU 2015).

1. Accesso alla tecnologia: in Kenya (che insieme a Nigeria e Sud Africa è uno degli stati più tecnologicamente avanzati del continente), più del 50% dei telefoni cellulari presenti sono di prima generazione (permettono cioè le chiamate e l’invio di sms); gli smartphone (con cui ci si può connettere a internet) rappresentano circa il 10%.
2. Cultura e profilo degli utenti: in Mali il tasso di alfabetizzazione è del 26%, difficile immaginare quindi che gli utenti posseggano le conoscenze sufficienti per un uso base delle ICT.
3. Barriera linguistica: la maggior parte dei servizi ICT è stata sviluppata in inglese, il che ne rende difficile la fruibilità in zone in cui si parlano lingue diverse o dialetti locali.
4. Bassi salari: e cioè bassa disponibilità economica per acquistare strumenti o servizi.
5. Spiccate differenze tra aree rurali e urbane e tra classi sociali: “Ovunque nel mondo, è assai probabile che chi è parte dell’élite possegga tablet o smartphone sempre connessi – sostiene Boyera – Più si scende la piramide sociale e più questi dispositivi sono assenti”.

Secondo l’esperto, un possibile ponte per il superamento di queste barriere è rappresentato dalla tecnologia vocale (IVR – voice based technology) che ha i seguenti vantaggi:
1. funziona su tutte le tipologie di telefoni cellulari, dalla prima all’ultima generazione
2. funziona con tutte le reti mobili
3. funziona in maniera semplice (basta digitare i tasti del telefono per attivarla)
4. puo essere usata in tutte le lingue del mondo
5. è accessibile anche agli analfabeti.

Nonostante oggi sia meno utilizzata degli SMS, a causa della mancanza di software che ne facilitino l’installazione a coloro che non possiedono conoscenze informatiche approfondite, i sistemi IVR hanno grandi potenzialità a fini sociali. Ne è un esempio, Verboice, un’applicazione open source adoperata in progetti umanitari che facilita la creazione di iniziative basate sull’interazione vocale: via telefono cellulare, gli utenti di Verboice possono ascoltare e registrare messaggi nella lingua o nel dialetto preferiti oppure rispondere a sondaggi e questionari.

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