Social Street: il buon vicinato che parte da Facebook
Dal bisogno di un papà di trovare compagni di giochi per suo figlio, da Bologna si diffonde la Social Street. Avviata a settembre, oggi è una realtà sperimentata in più di 150 città italiane e che si sta diffondendo nel mondo. Fiducia, gratuità e reciprocità le parole chiave di un circolo virtuoso che parte da Facebook e si realizza sotto casa.
“Abitavo in via Fondazza da tre anni e non conoscevo nessuno”, racconta Federico Bastiani, giornalista freelance e blogger, che nel settembre 2013 si inventa Social Street. Dal suo sogno di ricreare per suo figlio quella rete di amicizia e sostegno conosciuta nel paesino della sua infanzia, nasce questa modalità semplice e creativa che si rivolge alle famiglie della porta accanto. “Consiste semplicemente nel socializzare, imparare a conoscere, scambiare esperienze e disponibilità tra vicini di casa, in modo totalmente gratuito, reciproco e basato sulla fiducia” spiega Federico.
Social Street è una delle 250 piattaforme di economia collaborativa presenti in Italia. Fenomeno in grande crescita – secondo i dati interessa infatti il 15% degli italiani – l’economia collaborativa si basa sulla riconquista dello spazio economico e sociale da parte di chi lo abita, attraverso la la rete. “Passeggiavo sotto i portici e sentivo le urla di qualche bambino, quindi immaginavo che dietro quelle pareti, dietro quei portoni, si nascondessero tante storie: il problema, era come entrare in contatto con loro”, racconta Federico. Si consulta con sua moglie e insieme aprono un gruppo Facebook e lo chiamano Residenti in Via Fondazza – Bologna. Spargono la voce creando una sorta di bacheca virtuale sotto i portici, incollando locandine in cui invitano i vicini ad iscriversi.
Il gruppo, che i primi giorni aveva 93 iscritti, oggi ne conta più di 900. Ai residenti di via Fondazza si sono infatti aggiunti quelli delle vie vicine. Oggi in Italia, ci sono circa 150 Social Street sparse per tutto il paese. E il format è già stato esportato: stanno infatti nascendo esperienze in Portogallo, Croazia, Brasile e Nuova Zelanda.
Perchè proprio Facebook? Perchè è il social più diffuso, perchè lo sanno usare grandi e piccini e perchè aprire una Social Street deve poter essere facile, a costo zero e alla portata di tutti. Per questi motivi, Federico e i residenti di via Fondazza hanno pubblicato online una guida che chiunque sia interessato può utilizzare.
Unica regola: socializzare con i vicini della propria strada di residenza, a costo zero. Si parte da Facebook, per conoscersi e per chiedere o dare disponibilità, e poi lo si realizza giorno per giorno nelle proprie realtà. Si scambiano lezioni di musica e di cucina, si conoscono persone della stessa età e condizione, si regalano oggetti e si prestano favori. I vicini diventano un sostegno e una risorsa gli uni per gli altri nella vita quotidiana della strada. La rete ritorna alla sua funzione originaria di fare da collegamento tra domande e risposte. E, spiega un residente di via Fondazza, “se con lo scambio di informazioni puoi aiutare una famiglia a risparmiare, tanto meglio”.
“Siamo un esempio di cittadinanza attiva che si auto organizza” afferma con orgoglio Federico nel suo blog “per costruire progetti condivisi, che nascono dal basso, e portati avanti solo con l’entusiasmo delle persone in modo democratico”. L’obiettivo è entrare in relazione con i propri vicini di casa, instaurare un legame, e così poter scambiare professionalità e conoscenze, condividere necessità e capacità e portare avanti progetti collettivi.
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