Tablet low-cost per i Pvs?
Il tablet, il gadget elettronico per eccellenza del 2011, diventa low-cost e tenta di sbarcare nei paesi in via di sviluppo. Costerà 100 dollari e funzionerà ad energia solare, ma sarà utile? Ne parliamo con Gianluca Iazzolino ricercatore universitario esperto di ICT e collaboratore di Vps.
È stato presentato il tablet solare che sarà in vendita a meno di 100 euro e che dovrebbe arrivare nei paesi in via di sviluppo, pvs,. Si chiamerà XO-3 ed è stato pensato per l´utilizzo in ambienti non particolarmente accoglienti per i gadget hi-tech, dotato di imbottitura e alimentato a energia solare – o in alternativa caricato con manovella. Lo schermo può essere standard o un LCD sviluppato da Pixel Qi per favorire la leggibilità alla luce del Sole.
La novità rappresentata dai tablet è la possibilità di essere visti dall’utente come un sostituito al libro, si tratta infatti di un’evocazione del cartaceo che permette grande mobilità è da la sensazione di “avere in mano” quel che si legge e non crea qual senso si alienazione tipica dei personal computer. Inoltre la possibilità di toccare e interagire direttamente con lo schermo rende più facile e veloce l’avvicinamento allo strumento. Inoltre il tablet può essere contenitore di infinite pubblicazioni che non potrebbero raggiungere le scuole del sud del mondo in formato cartaceo.
Gianluca Iazzolino blogger di Vps ed esperto in ICT, ha dei dubbi sul futuro di questo strumento nei pvs: “Non vorrei che questo tablet fosse il nuovo gadget elettronico, che viene spedito nei pvs, senza che sia stato richiesto. La tecnologia dovrebbe essere creata per rispondere a delle necessità e non per crearne di nuove. Siamo sicuri che i tablet saranno utili, per esempio, in Africa?”. Per le multinazionali occidentali la produzione di nuovi apparati tecnologici è una costante come lo è la visione del Sud del mondo come un mercato da conquistare. “Nella creazione di questi modelli di sviluppo –continua Iazzolino- giocano un ruolo importante le ong. Queste sono sempre più attente alle innovazioni tecnologiche poiché sono proprio le imprese high-tech, coloro che hanno la possibilità economica per finanziare progetti di cooperazione. Negli anni passati le linee di finanziamento dei grandi donatori si basavano su parole chiave come empowerment e democrazia, ora si parla sempre più di connettività e nuove tecnologie”.
L’introduzione di strumenti tecnologici di nuova generazione ha, a più riprese, le abitudini delle popolazioni dei pvs, come nel caso del cellulare: “Il mobile banking –racconta Iazzolino- ne è un esempio lampante. Si accreditano dei soldi a una persona che può riscuoterli, presso una delle numerose agenzie per il trasferimento fondi, attraverso un codice che viene inviato con un sms. Molte ong hanno iniziato a ricevere richieste dai loro operatori locali per essere pagati in questo modo. La tecnologia crea così un indotto, i vari negozi per il trasferimento fondi, e potenzia le capacità di oggetti già presenti sul territorio, fidelizzando allo stesso tempo l’utenza”.
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