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La nuova cultura dell’accoglienza è grassroots e partecipativa.

Una volta arrivati in un nuovo Paese, i migranti si trovano a dover affrontare una nuova sfida: come e dove reperire tutte le informazioni relative all’accoglienza, alla burocrazia, ai servizi sanitari. Per fortuna, anche in questo campo la tecnologia si sta rivelando un alleato prezioso, permettendo in vari modi l’accesso a informazioni aggiornate e verificate.

di Camilla Fogli

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HiHere, un’app per innovare l’accoglienza

Hi Here, la prima piattaforma social per aiutare i rifugiati e richiedenti asilo nel loro percorso di integrazione. Un’app nata dal lavoro di un team multidisciplinare, che ha voluto creare una soluzione innovativa per far fronte all’emergenza migratoria migliorando il sistema di accoglienza in Italia.

L’idea originale del progetto nasce durante una ricerca sui sistemi di accoglienza di richiedenti asilo e rifugiati in Sud Italia, svolta da Martina Manara e Caterina Pedò. Le due giovani architette sono riuscite, in qualche mese di ricerca sul campo, a individuare gli aspetti più critici del sistema di accoglienza italiano per poi proporre un progetto che ne integrasse le soluzioni.

In particolare, le due studentessa hanno individuato alcuni bisogni fondamentali dei migranti che non vengono attualmente soddisfatti dalle varie realtà che si occupano di accoglienza.

  • Legami sociali, con chi resta nel paese d’origine, con migranti e rifugiati di una stessa etnia, con le comunità locali.
  • Informazione, soprattutto in tema di servizi locali di accoglienza e diritto di asilo.
  • Opportunità, spesso a causa del loro isolamento sociale e della scarsità di conoscenze.
  • Voce, i richiedenti asilo hanno spesso difficoltà a farsi sentire: da altri rifugiati, dalle istituzioni e dalla società in generale.

Inoltre, durante la ricerca, è risultato evidente come la maggior parte dei richiedenti asilo investa i propri risparmi nell’acquisto di uno smartphone per potersi connettere negli appositi punti di accesso al wi-fi . Connettendosi i migranti hanno la possibilità di: rintracciare e comunicare con familiari o amici, condividere commenti e informazioni sui territori ospitanti, così come sul diritto d’asilo e sui servizi di accoglienza locali.

Perché allora non creare uno strumento che renda tutto ciò più facile e diretto? Ecco Hi Here, l’app che permette ai migranti di condividere la propria esperienza, raccogliere informazioni essenziali sul diritto d’asilo e stabilire nuovi legami sociali.

Uno degli aspetti più interessanti è che chiunque, richiedenti asilo, realtà locali, ong, può mettere a disposizione il proprio tempo o le proprie abilità a vantaggio degli altri, per dare il proprio contributo all’integrazione.

L’applicazione è stata strutturata in sezioni, ognuna in grado di rispondere ad una delle mancanze individuate.

hihere 1Aiuta i richiedenti asilo a ricostruire i legami sociali interrotti. Gli utenti hanno infatti la possibilità di creare un profilo, registrare i propri dati personali e mappare il proprio itinerario. Grazie ad un motore di ricerca interno possono poi rintracciare e riconnettersi con gli amici e i familiari dispersi, filtrando gli altri utenti secondo determinati criteri.

hihere 2  Fornisce una piattaforma per comunicare ed informare. Da un lato, le diverse ong e associazioni hanno una bacheca a disposizione su cui possono postare annunci e notizie. Dall’altro, una serie di semplici tutorial disponibili in quattro lingue, illustrano le basi della legislazione e della burocrazia italiana in materia di asilo. 

hihere 4

 

Crea una comunità di richiedenti asilo che forniscono reciproco supporto tra loro. Gli utenti possono postare annunci per offrire o cercare aiuto, condividere eventi e ogni altro tipo di opportunità, eludendo il senso di isolamento e favorendo processi di integrazione.

 

hihere 3

Permette ai richiedenti asilo di farsi sentire. Tutti gli utenti, infatti, possono dare valutazioni, scrivere commenti e postare foto sui servizi e le organizzazioni locali. Così, attraverso Hi Here, i richiedenti asilo forniscono un servizio di monitoraggio dal basso, avendo la possibilità di segnalare buone pratiche e casi critici.

 

Photo Credit: www.hihere.eu