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L’approccio Low Code al digitale – Cos’è e perché sta diventando una competenza indispensabile | Free webinar 5 luglio 2023

Di cosa parliamo?
Cosa si intende per approccio Low Code allo sviluppo di prodotti digitali e come funziona. Perché diventa sempre più necessario acquisire queste competenze e in che modo possono essere messe al servizio degli enti e dei progetti sociali

A chi è rivolto?
Low code developer o aspiranti tali, operatori del sociale e del terzo settore, anche senza esperienze informatiche, studenti di queste materie, operatori marketing ma anche piccole imprese, start up, onlus e aziende del terzo settore che desiderano snellire e ottimizzare i propri flussi di lavoro. In generale, persone interessate al ruolo delle tecnologie digitali nel lavoro sociale.

Cosa mi serve per partecipare?
Basta un pc (o mac, tablet, smartphone) e una connessione Internet, sono consigliati microfono e webcam funzionanti per interagire con i relatori e gli altri partecipanti.

 


L’approccio Low Code permette di creare software e tools digitali senza utilizzare linguaggi di programmazione complessi ma solo tramite interfaccia visuale.

 

Si tratta di “combinare” porzioni di codice già scritto, sapendo comporre insieme e utilizzare al meglio le decine di piattaforme che oggi offrono ottimi servizi a costi contenuti. Sono infatti infiniti ormai i prodotti che permettono di lavorare in questo modo: Airtable, Zapier, Stripe, Notion, Landbot, Shopify, Wix, Webflow, Substack, Typeform, WordPress solo per nominarne alcuni.

In questo evento scopriremo perché investire nel Low Code come metodo di lavoro e stile di approccio alla digitalizzazione, con particolare attenzione alle esigenze degli enti sociali.

Anche il settore non profit, infatti, in seguito alla recente pandemia di Covid-19, ha aumentato rapidamente i processi di digitalizzazione degli enti. Associazioni sociali, cooperative e ong sempre più necessitano di ideare, creare e gestire strumenti digitali di varia natura per la realizzazione dei loro progetti o per la gestione stessa degli enti (siti web, e-commerce, e-learning, database e gestionali, app, webdoc, mappature, ecc).

Durante il webinar sarà presentata la nuova Academy Low Code, una proposta formativa intensiva – modulare e personalizzabile, per diventare sviluppatori di prodotti e servizi digitali per gli enti sociali senza utilizzare linguaggi di programmazione.

Intervergono:

Edoardo Vigo
Esperto No e Low Code. “Perché formarsi in Low Coding – Il Low Code come approccio al digitale: esempi e progetti”

Federico della Bella
Esperto in applicazione di intelligenza artificiale a progetti di marketing, comunicazione, vendite e servizio clienti. “Evoluzione delle competenze digitali e diffusione del paradigma low-code”

Luca Morano
UX Designer, progettista di prodotti e servizi digitali. “Un nuovo design formativo” – Storie di successi”

Surfweek.it
Presentazione Caso Studio dell’Associazione Surfweek. “Come usiamo il low code per ottimizzare i processi”

Silvia Pochettino
Founder ImpactSkills. “L’ Academy Low Code”

 

Info e iscrizioni sul nuovo sito di Impactskills! 

Per saperne di più sulla Low Code Academy 

 

Nasce ImpactSkills, il nuovo spazio digitale per lavorare nel sociale

Dopo oltre 10 anni di lavoro congiunto tra ong ed enti dell’innovazione tecnologica per supportare l’uso delle tecnologie digitali nella cooperazione allo sviluppo, 102 percorsi formativi realizzati, oltre 7 mila persone coinvolte in 54 paesi, Ong 2.0 è entusiasta di presentare oggi la sua nuova avventura: ImpactSkills , il nuovo spazio digitale appena nato per acquisire competenze, incontrarsi, progettare e lavorare nel Terzo Settore e nella Cooperazione Internazionale in Italia.

di Silvia Pochettino  

Stiamo uscendo – speriamo – da due anni di pandemia in cui vivere lo spazio digitale è diventato la normalità, forzata, di tutti. E’ stata molto dura perché ci ha obbligato a un cambiamento radicale, repentino e spesso totalizzante del nostro modo di vivere impedendoci di mantenere quell’equilibrio tra vita online e offline che è assolutamente necessario per il benessere fisico e psicologico.

Tuttavia ha permesso a molte categorie di persone, enti e istituzioni, prima ampiamente avulse dal digitale, di imparare rapidamente l’uso di molti strumenti e soprattutto di acquisire la consapevolezza che si possono fare moltissime più cose online che guardare i social e che, in alcuni casi, questo è estremamente conveniente. Noi come Ong 2.0 l’avevamo intuito oltre 10 anni fa, quando abbiamo iniziato a realizzare i primi webinar collegando persone da tutte le parti del mondo, in anni in cui la stessa parola webinar era misteriosa e sconosciuta nel mondo non profit.

Il processo di evoluzione è stato lento. Fino all’arrivo della pandemia. Con il Covid in pochi mesi l’Italia, come quasi tutto il mondo, ha fatto un balzo tecnologico che avrebbe richiesto ancora parecchi anni. Nel bene e nel male.

E’ per questo che anche noi come Ong 2.0 abbiamo sentito il bisogno di ripensarci e fare dei passi avanti creando uno spazio digitale più articolato e performante al servizio del lavoro sociale, ma volutamente in controtendenza con l’automatizzazione che molta digitalizzazione porta con sé.  Abbiamo voluto creare uno spazio che pur essendo totalmente digitale recuperi in modo molto forte la relazione umana, di cui abbiamo sentito tanto la mancanza in questi due anni.

Prima di tutto siamo persone.

E ImpactSkills è un luogo di incontro tra persone (che ormai sanno che possono relazionarsi in modo autentico anche attraverso il web) dove  chi vuole inserirsi nel mondo sociale o è già un operatore ma vuole rinnovare le sue skills e ampliare i suoi contatti, può avere colloqui individuali face to face, essere seguito da un mentor o da un coach, partecipare a percorsi formativi live online dove si ricreano le dinamiche di aula fisica, mettersi in gioco nei weblab, laboratori  applicativi e pratici per la produzione di risultati concreti subito. Oppure può partecipare alle  community tematiche di social learning, scambio e co-progettazione. O, meglio ancora, può fare tutte queste cose insieme 🙂

 

Insomma un campus virtuale per l’impegno sociale dove speriamo nasceranno anche nuove relazioni, progetti e idee. Siamo solo all’inizio, è evidente, e la direzione si rinforzerà con la partecipazione delle persone e le idee che loro stessi porteranno. Sappiamo però anche che la tecnologia continua a evolvere velocissima e questo ci permetterà a breve di implementare nuove funzionalità e fare cose che forse oggi neanche ancora immaginiamo.

In questo momento la nostra rete di esperti è la nostra forza: persone altamente qualificate, con una lunga esperienza alle spalle, che hanno fatto dell’impegno sociale la loro scelta di vita e la loro professione. Esperti di tecnologie digitali, progettazione, comunicazione e fundraising, mentoring e coaching e molto altro. Abbiamo avviato partnership con numerose associazioni, ong di cooperazione internazionale e startup a impatto sociale in cui è possibile realizzare tirocini e stage, per iniziare o per mettere a frutto le competenze acquisite.

In breve con Impactskills vogliamo vivere lo spazio digitale al meglio, aiutare i giovani a entrare negli enti sociali e dare il nostro piccolo contributo per far crescere un terzo settore professionale, smart e sempre più efficace.    

Gli enti fondatori di Impactskills rappresentano tutta l’Italia: ACCRI Trento e Trieste, CELIM Milano, CISV Torino, COPE Catania, CVCS Gorizia, Informatici senza frontiere Treviso, LVIA Cuneo e Torino, Progettomondo Verona, Social Innovation Teams Milano. I soci fondatori sono Silvia Pochettino, giornalista e formatrice; Paolo Landoni, professore al Politecnico di Torino; Rosa Maria Manrique, project manager. Gli enti partner: Aspem (Cantù), Amici dei Popoli (Bologna e Padova), Comi (Roma). Gli enti con cui già si collabora per la realizzazione di iniziative e prodotti: Cospe (Firenze), Gnucoop (Milano), Coaching Inside School (Milano), Idea Comunicazione (Roma), SAA- School of Management (Torino),  TechSoup, Università di Torino

Ian Mangenga e le Digital Girl in Sudafrica

Digital Girl Africa è un hub digitale che attraverso la formazione sulle competenze digitali fondamentali mira a colmare il divario tra le donne e la tecnologia. Ian Mangenga, CEO e Founder dell’organizzazione, vuole vedere più donne imprenditrici in grado di gestire attività online e più contenuti online creati dalle donne per le donne.

di Luca Indemini

È iniziato tutto nel 2018, quasi per caso. Siamo a Johannesburg, Ian Mangenga vuole fondare un magazine online per teenagers, ma ben presto realizza che c’è un grande gap tra donne e tecnologia. Così decide di cambiare i suoi progetti e lavora per dar vita a un hub in grado di avvicinare le donne al digitale.
Nasce Digital Girl Africa che, per dirla con le parole di Ian, «si propone di insegnare alle donne come utilizzare in modo efficace i loro telefoni cellulari, per farli diventare strumenti di trasformazione, in grado di educarle, responsabilizzarle e ispirarle quotidianamente.»

The Slow Manifesto

L’obiettivo del progetto era quello di contribuire all’eliminazione del divario di genere digitale in Africa. Ben presto, Ian si è resa conto che la questione ha molte sfaccettature. C’è una questione tecnica, certo. Ma problemi come la carenza di infrastrutture o il costo elevato della gestione dei dati e dei dispositivi mobili, trascendono l’ambito della sua azione, anche se rappresentano i primi problemi che vengono in mente quando si parla di divario digitale. Anche le limitazioni sociali giocano un ruolo importante nella scarsa alfabetizzazione digitale delle donne. E questo porta a un altro aspetto: le questioni culturali alla base del problema.
Il primo passo di Digital Girl Africa è cercare di diffondere la comprensione di quali sono le sfide implicite nella conquista del digitale, la lotta quotidiana che le donne devono affrontare ogni giorno sul web. In questo modo, vengono affrontate le questioni culturali e sociali correlate al rapporto delle donne con il web. La tecnologia è un potente abilitatore per affrontare le sfide sociali ed economiche. E il lavoro svolto sta dando i suoi frutti.

Ai seminari e ai bootcamp arrivavano donne senza alcuna conoscenza su strumenti e piattaforme e al termine avevano acquisito non solo nuove competenze, ma anche una nuova consapevolezza: avevano appreso come usare il web per esprimersi e migliorarsi

Una delle storie di successo, che meglio evidenzia l’importanza dell’attività di Digital Girl Africa è quella di Black Womxn Caucus, organizzazione di Johannesburg che contrasta la violenza di genere. Seguendo il workshop sui social media e sull’attivismo di Digital Girl Africa, sono riusciti a focalizzare al meglio il proprio messaggio e hanno ampliato significativamente il proprio raggio d’azione.

Elementi di portfolio