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Perché le ong dovrebbero usare le ICT?

Il potenziale delle ICT sta nella loro ragione d’essere: sono veicoli di informazioni, strumenti che accelerano e semplificano il processo di creazione e condivisione della conoscenza, abilitando le persone a compiere le scelte in maniera più consapevole e aiutandole a diventare protagoniste dell’evoluzione (rivoluzione) desiderata. Non è il loro possesso a determinarne l’impatto, quanto l’intenzione popolare e non elitaria che sta alla base del loro utilizzo – sostenibile, indigeno, resiliente ed etico.

Per il mondo degli aiuti internazionali, accogliere la sfida delle ICT4D – integrando le nuove tecnologie per la comunicazione e l’informazione nei propri meccanismi – significa abbracciare il cambiamento in corso, che conviene vivere da attori protagonisti invece che da semplici osservatori.

L’invito per le ong è allora quello di democratizzare non tanto il possesso delle ICT, quanto il loro utilizzo per valorizzare la conoscenza locale, facendo advocacy e supportando i germi del cambiamento e dell’emancipazione.

Come fare?
Il nostro viaggio alla scoperta nelle ICT per lo sviluppo (ICT4D) è partito da Stoccolma. Nella città dei Nobel, nel dipartimento di informatica della Stockholm University, ha sede dal 2004 il centro di ricerca indipendente Spider center, la cui missione è quella di “incoraggiare un uso innovativo delle tecnologie per lo sviluppo e la riduzione della povertà”. Lì abbiamo fatto conoscenza con Paula Uimonen, ex direttrice del Centro e ricercatrice specializzata in antropologia di-
gitale, e con il project officer Ulf Larsson, che ci hanno illustrato gli “ingredienti chiave” per adottare le ICT nelle organizzazioni che si occupano di aiuti allo sviluppo. Vediamoli insieme e iniziamo a prendere familiarità con alcuni dei concetti affrontati in questo e-book.

Per continua a leggere, scarica l’e-book “Guida introduttiva all’uso delle ICT per lo sviluppo”

photo credits: album Flickr di IICD

La valigia del cooperante: il toolkit per chi si occupa di cooperazione

Coordinare team di lavoro a distanza, implementare servizi e realizzare progetti attraverso applicazioni web in contesti di scarsa connettività: anche queste sono le nuove competenze richieste a chi vuole entrare nel mondo della cooperazione internazionale. In questo webinar presentiamo “La valigia del cooperante 2.0”, tre toolkit per lavorare ovunque nel mondo, realizzati da Viviana Brun.

Gran parte delle relazioni professionali dei cooperanti avvengono sul campo, con il proprio staff locale, i partner dei progetti e gli altri stakeholder. Ma il lavoro di collaborazione non si esaurisce sul posto. Per gestire al meglio i progetti, scriverne di nuovi e definire nuove strategie è necessario uno scambio e un dialogo continuo con il proprio Desk Officer e con altre figure professionali, interne o esterne alla propria organizzazione. Inoltre, operare in zone rurali, lontano dai grandi agglomerati urbani, spesso equivale a lavorare con una connessione internet molto lenta o del tutto assente, e a dipendere da un gruppo elettrogeno per l’elettricità. Tutto ciò influenza e limita moltissimo il proprio lavoro, ma non sempre carta e penna sono l’unica alternativa possibile.

Viviana Brun, già cooperante CISV ed esperta in IT, ha studiato queste esigenze e ha creato una collezione di programmi e software in grado di semplificare e velocizzare il lavoro di chi opera nel settore della cooperazione internazionale. Sono tre toolkit in pdf gratuitamente scaricabili per orientarsi tra gli strumenti a disposizione per tutti i cooperanti, tanto che lavorino in zona rurale quanto in città.
Gioca con il nostro test per scoprire qual è il toolkit più adatto alle tue esigenze.

 

3 toolkit pensati per chi si occupa di cooperazione, e non solo

Scarica il toolkit per lavorare ovunque nel mondo:

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Scarica il toolkit per coordinarsi e lavorare insieme:

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Scarica il toolkit per sperimentare l’uso della tecnologia nei progetti di sviluppo:

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Strumenti e strategie social | L’ebook di Ong 2.0

ongsocialÈ da oggi disponibile gratuitamente l’ebook “Strumenti e strategie social per il non profit” realizzato da VpS/Ong 2.0.
Una ricerca sull’uso dei social media da parte di 76 ong italiane, esempi di buone pratiche, interviste a 7 guru del web ed una guida pratica per migliorare la propria comunicazione online. Perché il non profit non può più farne a meno.

di Lorenzo Ciancaglini

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