Vi presentiamo i futuri ICT4D champion
di Serena Carta
Successful oversight of ICT4D projects requires ‘ICT4D champions’ who possess a combination of technical competencies (e.g. information systems skills) and contextual competencies (e.g. development skills). Such a combination is, as yet, rarely found. This has resulted in a high project failure rate, and a recognition of training need.
ICTs for Development MSc, The University of Manchester
24 persone, 12 uomini e 12 donne, 16 paesi (dall’Italia all’Australia, passando dall’Africa dell’Est, dell’Ovest e arrivando fino in Bolivia), 4 continenti. La metà di loro ha tra i 24 e i 29 anni. Lavorano principalmente nel mondo del non profit e della cooperazione internazionale, nei settori dell’educazione e delle nuove tecnologie. Sono i partecipanti al corso sulle ICT per lo sviluppo che ha inizio quest’oggi, giovedì 19 febbraio.
L’adrenalina è alta, le aspettative anche; da un paio di settimane la community creata su Google Plus per permettere di conoscersi e scambiarsi idee e opinioni è in fermento. Patricia partecipa dal Malawi, dove vive e lavora nell’ufficio comunicazione dell’UbuntuNet Alliance, associazione regionale legata a NRENs, il network nazionale degli enti che nel continente africano si occupano di ricerca ed educazione. UbuntuNet promuove l’accessibilità alla banda larga, a internet e alle ICT tra le comunità di ricercatori ed educatori. “Spero di imparare nuovi modi di usare le ICT nelle attività di ricerca – scrive nel post di presentazione – e di poter condividere quanto appreso con la mia comunità. L’internazionalità del gruppo dei partecipanti offre la grande opportunità di fare rete e di scambiarsi conoscenze: non vedo l’ora di iniziare e di dare il mio contributo!”.
Patricia è una delle 15 persone che hanno ottenuto la borsa di studio a copertura totale del percorso formativo, selezionate tra le quasi 300 candidature arrivate da tutto il mondo. I profili sono stati scelti sulla base della motivazione, il coinvolgimento e le esperienze nel settore delle ICT per lo sviluppo. È il caso, ad esempio, di Amos, ghanese. Lui lavora a Farmerline, impresa i-tech che sviluppa ICT per connettere piccoli proprietari terrieri al mercato, facilitare il commercio dei prodotti e migliorare la recezione delle informazioni utili a svolgere il lavoro agricolo. Agneska invece è polacca e da una decina d’anni è impegnata nella protezione dell’infanzia su internet; mentre Jean Paul, burundese, è co-fondatore del Burundi Youth Training Centre a Bujumbura, un telecentro dove si organizzano corsi di informatica rivolti ai giovani.
Presto nel nostro sito troverete le storie di tutti e 24 i partecipanti al corso e i loro contatti social, che speriamo facilitino la creazione di sinergie e di collaborazioni.
L’obiettivo del corso, d’altra parte, corrisponde alla visione che sta alla base della sua creazione: inquadrare il tema delle nuove tecnologie per la comunicazione e l’informazione da un punto di vista teorico e pratico, facendo emergere la interdisciplinarità del settore e costruire ponti tra chi si occupa di scienze sociali e di scienze informatiche, al Nord come al Sud, cosicché le ICT – al di là dei facili slogan – possano avere un impatto concreto, popolare, etico e sostenibile.