#connectBurundi: si parte!
34 giorni in Burundi. A sperimentare le ICT in un progetto di sensibilizzazione sulla violenza sessuale di genere e la presa in carico delle vittime. Insieme all’ong CCM (Comitato Collaborazione Medica) di Torino. Noi si parte, a tutti voi amahoro.
[Serena Carta – dalla rubrica ICT4dev]
Dicono che il Burundi sia un paese incantato e tormentato. L’accoglienza e la dolcezza della gente, che trova le sue radici sulle sponde del grandissimo lago Tanganica e nelle verdi colline che a qualcuno ricordano quelle del Monferrato ad altri quelle elevetiche, convive con un passato di guerra e distruzione (la guerra civile scoppiata nel 1993 si è conclusa nel 2005) e un presente turbolento (con il presidente Pierre Nkurunziza che si starebbe preparando al suo terzo, incostituzionale, mandato).
Il “cuore dell’Africa” – poco meno di 28 mila km² e la parola amahoro (che in kirundi, la lingua locale, significa pace) per salutarsi – costretto a fare i conti con numeri e indici che lo classificano tra i più poveri del mondo: secondo l’Indice mondiale della fame – elaborato dall’International Food Policy Research Institute – sono sedici i paesi che registrano allarmanti livelli di fame, e il Burundi sta al primo posto.
Noi per Bujumbura, la sua capitale, partiamo tra poche ore. Noi, cioè la sottoscritta e Fabrizio Furchì, delegazione di Ong 2.0 che nei prossimi 34 giorni lavorerà insieme all’ong torinese CCM e al Centre Seruka, che da diversi anni si spendono sul territorio su due fronti principali: a. la sensibilizzazione e l’informazione sulle violenze di genere rivolta alle comunità locali e b. la presa in carico delle vittime attraverso l’offerta di servizi sanitari, sociali e giuridici.
Obiettivo del nostro viaggio? Supportare lo staff di Seruka nella creazione di un sito internet che presenti e racconti le sue attività e lanciare un processo di mappatura online partecipativa sul modello di Harassmap, per stimolare la circolazione delle informazioni sul fenomeno delle violenze.
Partiamo armati di pc, telefoni, macchina fotografica, Moleskine, penne, articoli e report, tanti racconti e suggerimenti che in questi ultimi mesi molte persone hanno condiviso con noi. Ringraziamo, in particolare: Iside Baldini, che in Burundi ha condotto per il CCM una ricerca sulle violenze di genere; Paolo Brunello, esperto ICT4D e grande conoscitore del paese; Viviana Brun e lo staff dell’ong CISV che proprio dal Burundi nel lontano 1973 ha iniziato la sua avventura.
Noi siamo pronti. Voi seguiteci sui nostri canali Twitter, Facebook, Instagram e qui su Vps con l’hashtag #connectBurundi.
amahoro!
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Consulenza realizzata nell’ambito del “Projet pilote de décentralisation des services de prise en charge des violences sexuelles dans 3 provinces du Burundi” (ref. BU _ UE /2014/ CNP/07) avviato dall’ong CCM – Comitato Collaborazione Medica grazie al sostegno dell’Unione Europea.