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Una piattaforma per ridurre il gap tra i giovani e le opportunità lavorative in Senegal

Nell’ambito del progetto MIGRA, a Ziguinchor, in Senegal, stiamo lavorando per la creazione di una piattaforma che faciliti l’accesso dei giovani alle opportunità lavorative e formative sul territorio. Nell’occasione del workshop di co-design realizzato la scorsa settimana è stato presentato il rapporto “Accesso all’informazione sull’occupazione giovanile nel dipartimento di Ziguinchor”. I risultati principali della ricerca? Giovani iperconnessi ma senza conoscenza delle opportunità locali

di Luca Indemini

Ogni anno, in Senegal, non meno di 200 mila persone ampliano le file di chi si trova in cerca di lavoro e nonostante gli sforzi dello Stato il tasso di disoccupazione resta molto alto. Secondo un rapporto dell’Organizzazione Mondiale del Lavoro, il Senegal rientra tra i 10 paesi più colpiti della piaga della disoccupazione.
Come Ong 2.0 stiamo lavorando, insieme a LVIA, CISV e COSPE  alla creazione di una piattaforma informativa per facilitare l’accesso dei giovani alle opportunità lavorative e di formazione sul territorio nell’ambito del progetto MIGRA.  Per l’analisi del contesto è stato commissionato uno studio al Bureau d’Information Communautaire Declic  mirato a capire come i giovani del dipartimento di Ziguinchor cercano lavoro e quanto incidano nella ricerca gli strumenti digitali. I risultati del rapporto sono stati restituiti durante un workshop svoltosi in questi giorni, con l’intento di arrivare alla creazione di una piattaforma in grado di rafforzare il collegamento tra i giovani e le opportunità di lavoro nella zona di Ziguinchor.

Il rapporto

Per la realizzazione del rapporto “Accesso all’informazione sull’occupazione giovanile nel dipartimento di Zinguinchur“, sono stati intervistati 209 giovani tra i 15 e i 34 anni (100 donne e 109 uomini).

Il 99% dei giovani intervistati ha frequentato la scuola: poco più del 40% ha un livello di istruzione secondaria; il 27% un livello medio e meno del 23% un livello superiore.
L’85% degli intervistati è disoccupato. Del 15% che ha un lavoro, l’8,13% è a tempo indeterminato, il 4,78% è a tempo determinato e il 2,39% sono lavoratori stagionali.

Per quanto riguarda l’utilizzo delle tecnologie, dallo studio è emerso che i giovani sono iperconnessi (l’83% dispone di uno smartphone, l’82% accede regolarmente a Internet), ma hanno scarso accesso alle informazioni sulle opportunità lavorative.

Il principale problema che emerge dal rapporto è che l’accesso alle informazioni sui posti di lavoro vacanti è limitato. Il 52% degli intervistati cerca lavoro attraverso le proprie conoscenze personali, il 31% passa attraverso Internet e i social media, solo il 12% utilizza i servizi di promozione dell’occupazione.

A fronte di questo scenario il Declic ha rilasciato una serie di raccomandazioni:

  • coinvolgere maggiormente le associazioni giovanili per una migliore diffusione delle informazioni relative alle strutture di promozione dell’occupazione;
  • migliorare la comunicazione con i giovani;
  • guidare i giovani nella ricerca di informazioni utili, soprattutto online;
  • facilitare l’accesso alle informazioni sul mondo del lavoro attraverso piattaforma centralizzate;
  • creare le condizioni per cui i giovani possano restare in loco e avere successo nella proprie comunità;
  • creare una connessione tra le strutture e la popolazione.

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Le figure professionali che popolano il Terzo settore sono tante.

C’è, ad esempio, chi è impegnato sul terreno e lavora a stretto contatto con le comunità locali, si occupa di coordinare gli aspetti logistici e amministrativi, ma anche di monitorare e valutare l’impatto del proprio lavoro. Chi ricopre ruoli manageriali e di coordinamento, si occupa di rendere efficienti i flussi di lavoro e di valorizzare al massimo il talento di ognuno dei propri colleghi. Chi si occupa di comunicazione e dà visibilità alle attività della propria organizzazione, ne diffonde messaggi e valori fondamentali. Chi si occupa di raccolta fondi e con il suo impegno rende possibile il funzionamento dell’organizzazione, procurando le risorse economiche e non solo, necessarie alla realizzazione delle diverse attività. Chi si occupa d’innovazione sociale e applica metodologie e approcci creativi sempre nuovi per avere un impatto positivo sulla società, assicurando efficienza e sostenibilità. Chi è esperto di tecnologie digitali (ICT4D) e si occupa di valutare dove, quando e come questi strumenti possono apportare un beneficio reale alle attività sul campo.

Ognuna di queste figure richiede competenze specifiche e, per tenersi aggiornati, non si smette mai di studiare e di sperimentare approcci e metodologie nuove.

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Come si entra in un’ong?

Le vie possibili per iniziare a collaborare con una ong sono numerose, ma è bene metterci molta passione ed essere a volte “insistenti”. Per iniziare è d’obbligo informarsi (cosa ho studiato? quali aree mi interessano? ci sono ong specifiche e quali operano nelle aree che ho scelto?). In seconda battuta bisogna “affiliarsi” e farsi conoscere: i modi più semplici sono quelli del volontariato e dello stage oppure proporsi per un’esperienza nord/sud o, ancora, inviare il proprio Cv per una selezione classica.

Le ong si avvalgono, in generale, di volontari e personale retribuito a seconda dei ruoli e delle attività dell’organizzazione stessa.

Fondamentale rimane, per ogni ong, la conoscenza diretta ed il rapporto che si crea con la persona nonché la sua capacità di lavorare in squadra.

I ruoli possibili sono molti.

Al Nord:

–  operatori dell’informazione (giornalisti per riviste cartacee o web);

–  operatori di educazione alla mondialità (si occupano di educazione presso scuole, gruppi, eventi sul territorio);

–  conduttori di campagne, lobbying, advocacy;

–  amministrazione.

Al Sud:

–  operatori in azioni di emergenza e ricostruzione;

–  tecnici in progetti di sviluppo (agronomi, economisti), ruolo che però, attualmente, viene riservato a personale locale;

–  capi progetto (coordinamento, responsabili di progetto, diffusione informazione) ruoli che, invece, vengono solitamente riservati a personale espatriato;

–  coordinatori di paese o area.

Per quel che riguarda il personale retribuito i contratti possibili sono:

– stage o forme brevi di esperienza lavorativa (campi di lavoro, stage in sede o in Africa): sono esperienze gratuite, senza contratto, che permettono di conoscere la realtà e “fare esperienza”;

–  servizio civile: è un vero e proprio contratto con il governo italiano il quale elargisce un piccolo stipendio per i 12 mesi della durata del servizio che può essere effettuato sia in Italia che all’estero (www.serviziocivile.it e www.sci-italia.it);

–  contratto a progetto: maggiormente usati in Italia dove vi sono pochi lavoratori dipendenti a causa dei costi elevati; la flessibilità o la stabilizzazione dipendono dalla ong;

–  contratto a tempo determinato: per il lavoro all’estero i cui contratti sono finanziati dal Ministero degli Affari Esteri.

La durata varia a seconda del progetto, così come il trattamento economico. Per ciò che concerne quest’ultimo, la variabilità dipende dal tipo di progetto e da una griglia dei salari che tiene conto delle caratteristiche della persona.

Per quel che riguarda il volontariato le esperienze possibili sono diverse.

Tra le esperienze di breve durata utili per fare una prima conoscenza del volontariato internazionale, della cooperazione o di lavoro in un paese in via di sviluppo vi sono:

– i campi di lavoro: un’esperienza di vita comunitaria, di volontariato al servizio degli altri soprattutto inerente i temi dell’animazione, della ricostruzione e dell’intercultura, solitamente organizzati nei paesi in via di sviluppo (Pvs) ma anche in Europa o Italia; vengono perlopiù organizzati in estate e a carico del partecipante vi sono i costi del viaggio ed una piccola quota per il sostegno al progetto del campo stesso, spesso è richiesta la conoscenza della lingua di lavoro del campo;

–  il turismo responsabile: un viaggio di conoscenza al di fuori delle tipiche rotte turistiche che permette di conoscere un nuovo paese e di assaporare la cultura locale, attraverso la visita ai progetti attuati dall’ong che propone il viaggio; vengono organizzati soprattutto in estate, è necessario essere maggiorenni; i costi del viaggio più un contributo per vitto e alloggio e, a volte, per il progetto visitato, sono a carico dei partecipanti.

Vi è poi il volontariato internazionale di lunga durata. E’ un tipo di volontariato che impegna continuativamente per almeno due anni all’interno di progetti di cooperazione a cui si deve accedere con una corretta informazione sia dell’ong per la quale si vuole lavorare, sia del contesto in cui si sarà impegnati. Alcune ong, o federazioni come Focsiv,richiedono incontri formativi e l’invio di un Curriculum Vitae in un format specifico rintracciabile sul sito internet dell’organizzazione. Utile può essere inserire il proprio profilo nella banca dati dei volontari e tenersi sempre aggiornati.

Altre esperienze sono:

– il servizio civile volontario: regolato dalla legge n°64 del 2001 prevede un periodo di servizio di 12 mesi da effettuarsi sia in Italia che all’estero, nei Pvs. Lo Stato retribuisce ogni mese di lavoro con circa 433,80 euro, mentre per ogni giorno all’estero (se si sceglie questa possibilità) l’ong che invia il volontario in un paese deve provvedere al vitto, alloggio, viaggio andata e ritorno ed un’indennità di 15 euro al giorno per ogni giorno trascorso all’estero. I progetti seguiti vengono definiti dalla dicitura “Caschi Bianchi: interventi umanitari in aree di crisi” ed il lavoro è rivolto specialmente alla prevenzione sociale dei conflitti, alla promozione del lavoro dell’ong, al superamento delle situazioni generatrici di ingiustizie, all’interculturalità, allo sviluppo di temi legati alla solidarietà internazionale, alla mondialità, alla cultura della pace. Il servizio svolto in Italia è rivolto soprattutto ad azioni di sensibilizzazione della società italiana attraverso eventi od iniziative, campagne internazionali di mobilitazione e pressione internazionale, raccolta fondi, comunicazione, promozione e progettazione. Per partecipare alle selezioni è auspicato avere un incontro conoscitivo preliminare con l’ong  che propone il progetto, attendere l’uscita del bando pubblico, che rimane aperto un mese, ed avviene sulla Gazzetta Ufficiale e sul sito del Servizio Civile Nazionale. La domanda deve essere inviata direttamente all’ente italiano che propone il progetto, può essere inviata per un solo progetto e, se si è già fatto il servizio civile una volta, non ci si può ripresentare. La selezione avviene in base a criteri specifici di ogni ente, ma in linea generale si devono sostenere uno o più colloqui, a seguito dei quali verrà assegnato un punteggio che terrà conto anche del Cv presentato. Dal momento dell’uscita del bando si dovranno attendere circa 4 mesi prima di poter iniziare il servizio che, per i progetti all’estero si svilupperà in 10 mesi nel paese area d’intervento e in 2 di preparazione e ritorno dell’esperienza.

–  servizio volontario europeo: è il servizio dell’Unione europea che permette ai giovani di avvicinarsi all’Europa, promuovendo la cittadinanza attiva e lo scambio reciproco. E’ sia di breve durata, tra le 2 settimane e i 2 mesi, sia di lunga durata tra i 5 e i 2 mesi. Nel momento in cui si presenta la propria domanda si dovranno attendere dai 3 ai 7 mesi per sapere se effettivamente si potrà partire: la richiesta di finanziamento del progetto, infatti, viene inviata nel momento in cui vengono presentate le domande. Per presentare domanda è bene partecipare ad un incontro formativo all’ong di riferimento, preparare il proprio Cv in lingua ed, eventualmente, controllare le proposte sul sito europeo di riferimento. Se le organizzazioni a cui si invia la domanda, ritengono il profilo utile, si verrà contattati. Il volontario non è retribuito, ma riceve vitto e alloggio, la copertura assicurative e un pocket-money, una piccola indennità mensile. Le spese di viaggio vengono poi rimborsate al 100%.

–  volontariato in Italia: è un volontariato scelto da chi decide di rimanere nella propria città e informare la gente comune. Si riconoscono i volontari italiani ad esempio nelle piazze in occasione di eventi importanti o per esigenze di raccolta fondi. Per mansioni, retribuzione e qualsiasi altra domanda è necessario scegliere l’ong per la quale si vuole prestare il proprio lavoro volontario e contattarla direttamente.

–  UNV ovvero programma volontari delle Nazioni Unite: creato nel 1970 dalle Nazioni Unite come partner operativo per le attività nei paesi in via di sviluppo richieste dagli Stati membri delle Nazioni unite, si pone sotto l’egida del Programma delle Nazioni unite per lo sviluppo. Vari i campi d’impiego dei volontari:

cooperazione tecnica allo sviluppo: ad esempio ingegneria civile, informatica, epidemiologia, insegnamento della lingua inglese, consulenza aziendale, bibliotecari, pediatria, valutazione di progetti, contabilità;

opere partecipative orientate alle comunità: ricerche HIV/AIDS, assistenza sanitaria primaria, nuove generazioni, lavoro sociale, alfabetizzazione degli adulti, sistemi alternativi energetici o medici;

opere umanitarie di soccorso e ricostruzione: logistica, ricostruzione, gestione campi profughi, controlli aiuto alimentare, chirurgia da campo;

operazioni di pace, diritti umani e osservazioni elettorali: soluzione dei conflitti, sostegno elettorale, legge sui diritti umani, pianificazione socio-economica, specialisti dell’informazione.

Vi sono alcuni requisiti specifici richiesti: avere almeno 25 anni, un diploma universitario e 4 anni di esperienza nel settore prescelto, la conoscenza ottima di almeno una lingua tra le sei ufficiali delle Nazioni Unite (inglese, francese, spagnolo, russo, arabo, portoghese). Vi sono vari benefits per i volontari come i viaggi di andata e ritorno, indennità, vitto e alloggio oltre ad uno stipendio mensile. Ci si può candidare individualmente tramite il sito web www.unvolunteers.org, nel quale sono reperibili ulteriori informazioni.

Servizio civile con ONG 2.0

L’ong CISV di Torino cerca 5 volontari per il suo progetto di servizio civile. Uno di loro in particolare sarà inserito nello staff di ONG 2.0 per l’organizzazione di percorsi online sulle ICT4D.

Mercoledì 3 dicembre alle 14,30 presso El Barrio (Torino, Strada Falchera 81) si terrà un incontro di presentazione di tutti i progetti in cui chiarire con i responsabili i termini della partecipazione.

Chi può partecipare

Possono partecipare alla selezione i giovani, senza distinzione di sesso, che alla data di presentazione della domanda abbiano tra i 18 e i 29 anni non compiuti (28 anni + 364 giorni), in possesso dei seguenti requisiti:

– essere regolarmente residenti in Italia (anche i cittadini stranieri regolarmente residenti);
– essere disoccupati o inoccupati ai sensi del decreto legislativo 21 aprile 2000, n. 181 e successive modificazioni ed integrazioni.
– essere registrati al programma Garanzia Giovani prima di presentare la domanda (equivale alla dichiarazione di disponibilità al lavoro prevista dall’articolo 2, comma 1, del decreto legislativo 21 aprile 2000, n. 181 e successive modificazioni ed integrazioni);
– non essere inseriti in un percorso di istruzione e di formazione. Sono considerati non inseriti in un percorso di istruzione o formazione i giovani non iscritti ad un regolare corso di studi (secondari superiori o universitari) o di formazione;
– non aver riportato condanna, anche non definitiva, alla pena della reclusione superiore ad un anno per delitto non colposo, ovvero ad una pena della reclusione anche di entità inferiore per un delitto contro la persona o concernente detenzione, uso, porto, trasporto, importazione o esportazione illecita di armi o materie esplodenti, ovvero per delitti riguardanti l’appartenenza o il favoreggiamento a gruppi eversivi, terroristici, o di criminalità organizzata.

I requisiti di partecipazione devono essere posseduti alla data di scadenza del termine di presentazione delle domande, ad eccezione del limite di età, e mantenuti sino al termine del servizio.

Possono presentare domanda anche i giovani che hanno già svolto il servizio civile nazionale e anche coloro che, per qualsiasi motivo, dopo averlo iniziato lo hanno interrotto.

Come presentare la domanda

La domanda, firmata dal richiedente, deve essere:
– redatta secondo il modello riportato nell’Allegato 2 al presente bando;
– accompagnata da fotocopia di valido documento di identità personale;
– corredata dalla scheda di cui all’Allegato 3
È possibile scaricare la modulistica a questo link: https://bit.ly/1wymBAL

Le domande possono essere presentate esclusivamente secondo le seguenti modalità:
1) a mezzo “raccomandata A/R” al seguente indirizzo: CISV Corso Chieri 121/6, 10132 Torino
2) a mano all’indirizzo sopra riportato
3) con Posta Elettronica Certificata (PEC) di cui è titolare l’interessato, avendo cura di allegare tutta la documentazione richiesta in formato pdf all’indirizzo serviziocivile.focsiv@pec.it specificando nell’oggetto della e-mail il NOME DEL PROGETTO e l’ENTE( ad es, “MettiamoCISV la faccia – per un mondo più equo e giusto – CISV – EL BARRIO”).

È possibile presentare una sola domanda di partecipazione per un unico progetto.

Scadenza ultima per la presentazione delle domande: 15 dicembre 2014 ore 14:00 (vale la data di arrivo della domanda, non fa fede il timbro postale).

Ulteriori informazioni sul sito del CISV e k.bouc@cisvto.org

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