Negli ultimi anni è stata data molta attenzione ai dati. Grandi database possono giocare un importante ruolo per moltissimi soggetti che vanno dal settore pubblico al privato fino al non profit e al settore dello sviluppo e della cooperazione. Ma sempre di più oggi si parla di Open Data, e dietro a questo boom di interesse c’è l’importante contributo della filosofia open source che ha come obiettivo quello di rendere gratuiti e accessibili a tutti gli strumenti digitali e, in questo caso, le importanti quantità di dati. Abbiamo parlato del tema con Georges Labrèche, docente del modulo “ICT for data collection” appena iniziato, all’interno del corso “ICT innovations for Development” di Ong 2.0.
Di Federico Rivara
A volte sembra che ci sia una discrepanza tra la quantità di dati disponibili (“molti dati”) e il loro reale utilizzo. Anzi, soggetti che potrebbero sfruttare la disponibilità di tante informazioni raccolte tutte insieme, solitamente, non hanno gli strumenti e la conoscenza adatta per usare veramente queste informazioni. Come mai? Georges Labrèche, fondatore di Open Data Kosovo, ci ha fornito alcuni elementi utili.
“Il punto di partenza è rappresentato dal fatto che ogni ricercatore, a qualsiasi livello, ha necessità di provare o confutare un’ipotesi. La mancanza di dati può inficiare gravemente questa intenzione. Spesso, però, i dati sono già disponibili ma i potenziali beneficiari non ne sono a conoscenza. Non si tratta di avere una particolare scienza tecnica né di possedere già tante informazioni, ma di guardare nella giusta direzione. Avere gli strumenti giusti per accedere ai dati e saperli usare per il proprio lavoro”. “Guardare nella giusta direzione” significa non tanto avere super competenze tecniche ma piuttosto conoscere le persone, le comunità coinvolte nel settore in cui si lavora. E collaborare. Per ogni campo, ci sarà una comunità esperta, affascinata dal tema in questione e capace di dare supporto rispetto agli specifici campi di interesse.
Per esempio, coloro che sono interessati alle mappature geografiche o che necessitano un servizio di mappatura, devono essere a conoscenza delle comunità appassionate del settore come OpenStreetMap, YouthMappers ma anche Humanitarian Open Street Map che rappresentano dei punti di riferimento. In maniera simile, coloro interessati al data journalism possono scoprire un mondo costituito da tutti coloro che sono coinvolti nel settore come Data Drive Journalism e Investigative Reporters and Editors, per citarne due. Ad un altro livello ancora, quello strettamente politico, realtà come quella di OpeningParliament permette alle organizzazioni civiche e sociali di condividere e scoprire esperienze e buone pratiche portate avanti in contesti reali. “Tutte queste realtà possono portare a una migliore governance e a più trasparenza”.
Inoltre, “soprattutto nel mondo accademico le persone sono molto disponibili a offrire il loro supporto e migliorare allo stesso tempo le proprie competenze tecniche grazie a esperienze pratiche commissionate da attori esterni”. Georges, con una formazione in ingegneria del software e relazioni internazionali conosce perfettamente queste dinamiche. “Purtroppo spesso c’è un gap, dato da una scarsa comunicazione, tra le istituzioni e le comunità molto motivate a mettere in gioco le proprie competenze. Ecco perché c’è la necessità di una buona formazione e consapevolezza rispetto alle tecnologie digitali volte a una governance migliore“.
Open Data Kosovo guarda in questa direzione. Da una parte rende possibile il coinvolgimento dei giovani con le tecnologie digitali applicate a progetti reali in collaborazione con le istituzioni. Dall’altra parte svolge attività di consulenza anche per soggetti internazionali tra cui le ONG per allargare la rete dei soggetti attivi. Entrambe le attività creano opportunità per i giovani, ma possono anche portare alla realizzazione di piattaforme digitali in cui ciascuno può partecipare come Amnesty Decoders, lanciata da Amnesty International per mappare i villaggi in pericolo di attacco in Darfur.
Alcune certezze ci sono. Molti dati sono disponibili e strumenti per la loro raccolta esistono. Metodi e consigli per raccoglierli saranno il tema centrale delle sessioni condotte da Georges Labrèche in queste due settimane del corso ICT Innovations for Development.
Intanto, per iniziare ad addentrarsi nel tema qui, Tim Berners-Lee spiega a una conferenza TED quando gli open data sono diventati di dominio mondiale.