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Migranti con lo Smartphone

coverLe nuove tecnologie digitali non sono affatto un lusso destinato agli abitanti dei paesi più ricchi né un gadget a servizio di un futile intrattenimento: sono piuttosto un bene di prima necessità, in modo particolare per i più poveri, che le utilizzano per soddisfare importanti bisogni primari, tra cui il bisogno, sempre più impellente, di avere a disposizione informazioni e di instaurare comunicazione.

Le mappe degli smartphone, le applicazioni di posizionamento globale, i social media, la messaggistica WhatsApp, solo per citarne alcuni, sono diventati strumenti essenziali per portare a compimento in modo sicuro ed efficace il progetto migratorio. Le reti social, il crowdsourcing, il crowdmapping e i big data stanno apportando significativi cambiamenti nel modo in cui vengono gestite le crisi migratorie.

 

Autore: GianMarco Schiesaro

Anno: 2018

Lingua: italiano

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Benvenuti su mHealth Blog

Ciao a tutti!
Mi chiamo Paola Fava, e sono business developer e cofondatrice di Gnucoop, una cooperativa italiana che fornisce soluzioni tecnologiche a supporto di organizzazioni non profit (ad esempio ONG, Agenzie delle Nazioni Unite, ecc.) nella gestione dei loro sistemi di informazione, nella raccolta dei dati, nella loro visualizzazione e analisi.
Vorrei ringraziare ONG 2.0 per aver dato a Gnucoop la possibilità di utilizzare questo spazio per condividere con voi alcuni fatti interessanti, informazioni o discussioni riguardo l’mHealth, i suoi strumenti e i casi studio più rilevanti.

Allora forza, iniziamo!

Partiamo da alcune informazioni di base: che cos’è l’mHealth?
Prima di tutto dobbiamo capire cos’è un sistema sanitario. Un Sistema Sanitario è l’insieme di strutture, processi e risorse necessarie per fornire assistenza sanitaria alla popolazione. Pertanto, questo sistema necessita di meccanismi di finanziamento, di una forza lavoro formata e stipendiata, di informazioni affidabili e di strutture sovvenzionate per garantire un buon servizio ai pazienti.

Da dove arriva quindi l’mHealth?
Ebbene, in molti Paesi questi requisiti non sono totalmente soddisfatti. In particolare, quando mancano importanti informazioni risulta molto difficile monitorare la diffusione di malattie, valutare se le patologie dei pazienti sono state diagnosticate correttamente o se sono state individuate le cure appropriate… Qui l’mHelth gioca un ruolo importante.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) la Mobile Helth (mHealth) è “la pratica della medicina supportata da dispositivi mobili come PDA e telefoni cellulari mediante l’utilizzo di applicazioni specifiche progettate per finalità mediche (med apps) quali la raccolta di dati clinici, trasmissione di informazioni sullo stato di salute al personale medico o agli stessi pazienti ecc.”

L’mHealth ha le potenzialità per affrontare e superare sfide come:

Disuguaglianza nell’accesso all’assistenza sanitaria,

aiutando le comunità più lontane a connettersi e ad avvalersi dei servizi sanitari;

Inadeguatezza delle strutture sanitarie,

supportando il monitoraggio della qualità dei presidi e dei centri sanitari;

Mancanza di risorse umane nell’ambito sanitario,

rafforzando la promozione della salute e di messaggi educativi.

Partiamo da un primo esempio di strumenti di mHealth: il progetto MAMA (Mobile Alliance for Maternal Action).
MAMA è un sistema di SMS sviluppato grazie a una partnership pubblica-privata tra USAID, Johnson & Johnson, la United Nations Foundation e BabyCenter. Il sistema offre informazioni sulla salute materna alle donne incinte tramite SMS. Gli SMS contengono indicazioni relative a specifici comportamenti per la salute e operazioni sanitarie in grado di migliorare lo stato di salute di chi le segue. I messaggi uniscono l’ambito sanitario con le informazioni sullo sviluppo del bambino, così da aiutare le madri a fornire al momento giusto le migliori cure per se stesse e per i loro figli. Questo include le cure prenatali, l’alimentazione, le vaccinazioni, la reidratazione orale e l’utilizzo delle zanzariere trattate con l’insetticida.

Dal 2011 il sistema ha raggiunto 2 milioni di persone tra donne, famiglie e operatori sanitari in remote comunità in Bangladesh, Sudafrica, India e Nigeria. MAMA dà alle donne la possibilità di prendere le migliori decisioni per loro e per le loro famiglie.

Parleremo presto di altri strumenti o casi studio di mHealth.

 

Photo Credits: Educational text messages to new mothers save lives

L’educazione alla cittadinanza mondiale diventa digitale

In un mondo digitale anche l’educazione diventa protagonista dell’innovazione, e vive così un periodo di profondo cambiamento e rinnovamento.

L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile indica la necessità di “fornire un’educazione di qualità, equa ed inclusiva, e opportunità di apprendimento per tutti”. Dal quarto obiettivo dell’agenda emerge il bisogno che anche le scuole e tutti gli ambienti educativi si impegnino per trasformare l’educazione in senso sempre più sostenibile.
La così detta “Educazione alla cittadinanza mondiale” si muove in questa direzione, avvicinando il mondo scolastico e quello della cooperazione. Queste due realtà collaborano per formare i giovani a una maggiore conoscenza e consapevolezza del mondo e di come possono esserne cittadini attivi e responsabili, lavorando su “valori base quali i diritti umani, la legalità, l’importanza e il rispetto della diversità, il dialogo tra culture, l’interdipendenza reciproca e la necessità di uno sviluppo sostenibile dal punto di vista economico, sociale ed ambientale“.

Negli ultimi anni l’educazione alla cittadinanza mondiale si è aperta sempre più alle potenzialità offerte dagli strumenti digitali. L’avvento del web sembra aver influito molto sui comportamenti e sulle abitudini di giovani e ragazzi. Smartphone, tablet, computer sono ormai strumenti alla portata di tutti, anche dei più piccoli. Per quetso motivo, sempre più spesso le ong impegnate in progetti di educazione alla cittadinanza mondiale si avvalgono di strumenti digitali per far apprendere e riflettere i ragazzi giocando e divertendosi. Le applicazioni per cellulare e tablet, ad esempio, sono sempre più spesso utilizzate per parlare ai ragazzi di temi importanti e attuali.

Come nel progetto Eathink: eat local, think global, “un progetto cofinanziato dall’Unione Europea che vuole formare e coinvolgere gli insegnanti e gli studenti delle scuole primarie e secondarie per promuovere e rafforzare gli strumenti critici di educazione e formazione per rispondere alle sfide dello sviluppo globale. Il focus del progetto insisterà sulla sovranità e sulla sicurezza alimentare per ragionare sulla sostenibilità e sul consumo critico”.

LA-TORTA-DI-ROBIN-7Tra le numerose attività previste nel progetto, gli educatori di EAThink si sono messi alla prova nell’ideazione di due applicazioni mobili dedicate ai temi dell’alimentazione sostenibili. Le app sono facilmente scaricabili a questo link

“La torta di Robin”un percorso interattivo in cui Robin, il/la protagonista, deve ottenere gli ingredienti per cucinare la torta di mele più buona del mondo: buona per la salute, buona con l’ambiente e rispettosa degli altri. Passando per mercati agricoli, allevamenti e botteghe, Robin imparerà che solo con gli ingredienti più genuini, prodotti in modo equo e solidale potrà sfornare una torta davvero deliziosa .

“EAThink Game” permette a chi gioca  di scoprire e vivere in prima persona il percorso del cibo dalla produzione al consumo. EAThink Game infatti è composto da tre mini-giochi: uno sulla coltivazione, uno sulla vendita e il terzo sull’acquisto, i tre momenti fondamentali della filiera alimentare. Nel primo livello bisogna coltivare in modo naturale e sostenibile, evitando gli OGM e le sostanze dannose. Nel secondo livello il giocatore deve vendere i suoi prodotti, ma solamente a km0, freschi e fair trade. Nell’ultimo livello, quello dell’acquisto, bisogna invece acquistare i prodotti sani e sostenibili, buoni per la tua salute e per il mondo.

Sempre nell’ambito dell’alimentazione è stata sviluppata l’app “Bimbi in cucina”, un gioco per insegnare ai più piccoli le buone abitudini per una corretta alimentazione e uno stile di vita salutare. Tra quiz, ricette e preparazioni digitali, chi gioca deve diventare “mago chef”, imparando trucchi e ricette, scegliendo gli ingredienti più sani e sfidando online altri cuochi virtuali.

Meteoheroes-gransasso-big-32itswrtilsqeesyimsa2oCon lo scopo di sensibilizzare i più piccoli rispetto alla sostenibilità, all’ecologia e all’ambiente nasce il progetto “Meteo Heroes”. Nel videogioco per dispositivi mobile i sei bambini protagonisti scoprono di avere il potere di scatenare i fenomeni atmosferici, e impareranno a farlo per salvare la Terra, minacciata dai cattivi comportamenti ambientali.

 

Un altro strumento interessante rivolto ai più piccoli è “Gro Recycling”: un’applicazione che insegna ai bambini più piccoli l’importanza della raccolta differenziata. recycling900pxIl gioco consiste nel dare da mangiare ogni rifiuto al contenitore giusto, così da poter riutilizzare la spazzatura per produrre dei nuovi oggetti.

painting-with-time-climate-change2Sempre in tema ambientale, ma per ragazzi più grandi, è stata sviluppata “Painting With Time – Climate Change Edition”: l’app vuole mostrare in modo intuitivo, visivamente gli effetti che i cambiamenti climatici avrebbero sul nostro pianeta. Tramite il confronto di due foto dello stesso scenario scattate in due momenti diversi è possibile notare i mutamenti che il panorama ha subito a causa del tempo e dei cambiamenti climatici.

Nell’applicazione sono proposti 17 confronti ma è possibile anche crearne di nuovi grazie alle indicazioni di un tutorial.

 

 

 

 

Photo credit: Gwenaël Piaser

Tecnologia: una nuova ancora di salvezza per i rifugiati

Immagina di essere un rifugiato che sta abbandonando la sua casa per sempre. Di certo hai bisogno di aiuto, ma le tue richieste oggi potrebbero essere molto diverse da come sarebbero state anche solo 10 anni fa.

“Oggi ciò che le persone richiedono con più insistenza, non sono cibo, riparo, acqua e assistenza sanitaria, ma è di connettersi al wifi”, afferma Melita Šunjić, portavoce dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati. Šunjić ha iniziato a lavorare con i rifugiati siriani nei campi di Amman in Giordania, molti di loro provenivano dalle aree rurali e portavano con sé telefoni cellulari di vecchia generazione.

“I rifugiati che vediamo oggi arrivare in Europa, rappresentano una realtà completamente diversa”, continua la Šunjić ,”appartengono alla classe media urbana. In pratica, ogni famiglia ha almeno uno smartphone. Per ogni 20 persone ci sono circa 3 smartphone”. I rifugiati usano i telefoni per chiamare casa e per mappare le rotte del loro viaggio. Addirittura i contrabbandieri hanno la loro pagina su Facebook.

“Non ricordo una crisi o un gruppo di rifugiati per cui la tecnologia moderna abbia ricoperto un ruolo così importante”, ha detto Šunjić.

Dato che i rifugiati dalla Siria continuano a fluire verso l’Europa, le organizzazioni umanitarie si stanno preparando per quello che si preannuncia come un inverno difficile. Emily Eros, che si occupa di mappatura GIS per la Croce Rossa Americana, ha riportato che la sua organizzazione sta lavorando sulle forniture di base, come cibo, acqua e strutture di accoglienza, ma si sta anche impegnando per aiutare i rifugiati a rimanere connessi. “Non è facile, non è solo questione di mettere in piedi una postazione wifi, serve anche qualcuno in grado di risolvere i problemi qualora si presentino”.

“Le nuove richieste da soddisfare sono allo stesso tempo difficili e stimolanti”, ha dichiarato Kate Coyer, direttrice del progetto Società Civile e Tecnologia presso l’Università dell’Europa Centrale in Ungheria, che contribuisce a fornire ai rifugiati postazioni di ricarica e accessi wifi. “Esistono due tipi di problemi ” prosegue Kate Coyer “uno è quello di portare il wifi nei diversi luoghi e l’altro è quello di portare l’elettricità, in modo da consentire alle persone di ricaricare i propri telefoni cellulari”.

Dato che i confini e i percorsi cambiano costantemente, diventa sempre più importante per i rifugiati e le organizzazioni umanitarie restare in contatto e condividere le informazioni.

L’accesso alla tecnologia, all’informazione e alla comunicazione”, ha detto Šunjić, “sta iniziando a essere considerato come una componente essenziale degli aiuti umanitari“.

 

Tratto da: Marketplace World

Photo credits: AKOVOS HATZISTAVROU/AFP/Getty Images – “Alcuni rifugiati, al loro arrivo sull’isola greca di Lesbo il 21 settembre 2015, utilizzano i telefoni cellulari per scattare delle foto alla mappa”.

 

Fairphone, lo smartphone etico ‘conflict-free’

Lo si riconosce dalla stellina in alto a sinistra. Per il resto, sembra un normalissimo smartphone. Ma non lo è. Chi lo ha inventato lo ha chiamato Fairphone, “telefono etico”, perché contiene coltan proveniente da un circuito commerciale equo e solidale. L’attivista John Mpaliza è il primo in Italia ad aver usato Fairphone. Gli abbiamo chiesto la sua opinione.

 

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Cooperazione mobile | Le 10 applicazioni più utili per gli operatori umanitari

Non solo giochi o messaggistica. Le applicazioni sui nostri smartphone sono sempre più “intelligenti” e possono contribuire a salvare vite umane. Il sito Social Media 4 Good ha elencato le sette applicazioni più utili per gli operatori umanitari che operano in contesti di emergenza, noi ne abbiamo aggiunte tre per una top 10 speciale.

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Elementi di portfolio