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Valeria Sanguineti

La mia avventura con Ong2.0 è cominciata un po’ per caso nel 2012 quando, appena rientrata dal Brasile con il pallino per la cooperazione internazionale, mi è stato proposto uno stage in redazione.

È iniziata così la mia formazione, ricca di nozioni del tutto nuove: da come scrivere un articolo giornalistico a come fare una ricerca approfondita sul web; da come usare Joomla a come gestire al meglio i social network, passando per i molti webinar che ho avuto modo di seguire e coordinare. Un utilissimo bagaglio di conoscenze è cresciuto pian piano grazie all’esperienza diretta e ai corsi con i docenti esperti. Tante nozioni che di giorno in giorno trovavo sempre più interessanti e alla mia portata. I tre mesi di stage si sono dilatati a tal punto da essere eletta “la stagista più vecchia della storia”, con all’attivo più di un anno di permanenza in redazione.

La mia passione verso la comunicazione per il no profit, i social media e la cooperazione internazionale era cresciuta così tanto che, appena è stato possibile, sono partita destinazione Pasto, sud della Colombia, al confine con l’Ecuador. Lì ho lavorato per l’Asociación para el Desarrollo Campesino – ADC, partner di Cisv e Ong2.0 e mi sono occupata di sistemi di informazione e comunicazione, sia a livello istituzionale che locale, collaborando direttamente con le comunità rurali. Il mio compito era quello di migliorare la strategia di comunicazione, potenziando sia il lavoro di squadra all’interno di ADC, che i rapporti con le comunità contadine e indigene appoggiate dall’organizzazione.

Sebbene questa associazione colombiana sia costituita da un piccolo team di lavoro, da anni porta avanti progetti di agro ecologia, “bienvivir” e educazione sociale con più di trenta comunità sparse qua e là per la regione. Prendendo spunto da “La valigia del cooperante“, il toolkit per coordinarsi e lavorare insieme, abbiamo visto come poter migliorare l’organizzazione interna.

 

Gmail

Molti dei collaboratori di ADC possedevano diversi account email, a seconda dei progetti nei quali erano coinvolti. Il volume di posta che ricevevano ogni giorno era tale da rendere la lettura e la ricerca delle informazioni molto complicata. Insieme abbiamo creato un account gmail personale per tutti, abbiamo fatto confluire li tutte le mail provenienti dai vari indirizzi e, attraverso l’uso di filtri e cartelle, abbiamo suddiviso la posta a seconda dei progetti e delle necessità. Per semplificare ulteriormente il lavoro, ho spiegato loro il Metodo Inbox zero, che avevo scoperto proprio grazie al corso per social media strategist di Ong2.0.

 

Google Calendar

Una volta al mese tutto team di ADC era solito riunirsi per programmare il calendario delle attività da realizzare nel mese successivo. La programmazione veniva realizzata su un foglio Excel che veniva poi inviato via mail a tutti i collaboratori. Come è normale che accada, in tutti i posti del mondo, gli appuntamenti venivano modificati di giorno in giorno a seconda delle diverse esigenze e questo file Excel veniva corretto e rinviato a tutti, creando confusione e malintesi. Insieme abbiamo creato un calendario condiviso tramite Google Calendar nel quale ognuno di loro poteva accedere, modificare e aggiornare qualsiasi evento, rendendo le modifiche immediatamente visibili a tutti i colleghi.

 

Google Drive

La maggior parte dei documenti di lavoro venivano inviati come allegato alla mail o salvati su memorie esterne, il più delle volte contenenti virus che provocavano danni irreparabili ai computer di tutti i colleghi. Attraverso la creazione di cartelle condivise su Google Drive, è stato possibile lavorare e aggiornare documenti contemporaneamente, avendo sempre a porta di mano l’ultima versione salvata.

 

Google Hangouts

Con Google Hangouts abbiamo creato delle occasioni d’incontro virtuale tra il personale ADC e quello di CISV in Italia, per scambiare opinioni ed idee rispetto a tematiche d’interesse bilaterale.

 

Prezi e Power Point

ADC basa gran parte del suo lavoro sulla formazione teorico-pratica e molte volte viene chiamata a partecipare a eventi o congressi istituzionali per presentare il lavoro svolto con le comunità della zona. Per questo motivo abbiamo imparato a rendere più semplici e attrattive le presentazioni, in modo che fossero il più possibile comprensibili anche da persone scarsamente alfabetizzate.

 

Sempre con l’appoggio di ADC, ho realizzato corsi di digitalizzazione base e per un corretto uso del computer e dei social network per contadini e comunità indigene. Ho lavorato soprattutto con i giovani, dando molto peso ai casi di cyberbullismo, problematica purtroppo in forte espansione nel Paese.

Sono stata formatrice per un corso sulle ICT, come mezzo per poter dar voce e visibilità alle comunità più remote. Qui un video realizzato da alcuni alunni del corso “Manejo de Herramientas TIC para los Procesos Locales de Conservación y Desarrollo”.

Seguendo il corso Technological innovation for social change in the global South, organizzato da ONG2.0, ho approfondito le mie conoscenze nel settore delle ICT4D e, durante il barcamp di fine corso ho presentato il progetto “Digital Young”. Il progetto prevede l’utilizzo dei social network come mezzo di prevenzione dei casi di cyber bullismo, narcotraffico, reclutamento giovanile e gravidanze precoci nei giovani compresi tra i 12 ed i 18 anni. L’idea alla base del progetto è di coinvolgere e rendere i giovani protagonisti e portavoce di questa campagna di prevenzione.

 

Se vuoi saperne di più, mi trovi su Twitter @valeriasangui e su Linkedin.

Stefania Guida

Ho un master in mediazione intermediterranea e una laurea in cooperazione e sviluppo. Dopo anni di studio e stage all’estero, ho concluso da poco una collaborazione con Oxfam in Palestina. Grazie alla partecipazione attiva ai corsi e a una breve collaborazione con il team di Ong2.0, mi sono appassionata alla tecnologia e ai nuovi strumenti di comunicazione per la cooperazione e ho deciso di mettere in pratica le mie conoscenze nei progetti di cooperazione in cui lavoro. Credo che connettere le persone e condividere le conoscenze sia più facile attraverso le ICT. Durante l’esperienza in Palestina ho usato alcuni degli strumenti della Valigia del Cooperante per selezionare i beneficiari e per realizzare un baseline di progetto.

Proverò a raccontarvi il mio lavoro attraverso gli strumenti che ho sperimentato.

 

Kobotoolbox
Ho realizzato dei questionari attraverso l’utilizzo di tablet per selezionare i gruppi di donne produttrici di formaggio che avrebbero partecipato alle attività del progetto. Ho creato il questionario, ho realizzato le interviste e ho visualizzato graficamente sulla piattaforma Kobotoolbox i dati raccolti. I vantaggi? Non più carta e penna per lunghi questionari ma un aggiornamento facile e immediato dei dati raccolti sul campo, oltre alla possibilità di mappare le comunità beduine e di visualizzare in arabo e inglese le domande del questionario. Qui trovi una breve presentazione dello strumento.

 

Open Data Kit

Incuriosita dalle differenze con Kobotoolbox ho provato anche opendatakit e ho collaborato con GVC, partner del progetto, per realizzare un baseline, monitorando l’efficacia del progetto prima, durante e dopo la sua implementazione. Alcuni colleghi si sono dimostrati scettici (la vecchia guardia), altri molto incuriositi e pochi (ma buoni) sono stati estremamente collaborativi, soprattutto i colleghi palestinesi di GVC. Uno di loro, informatico, ha usato i dati raccolti in ODK e Kobotoolbox (strumenti compatibili) per realizzare una piattaforma online di analisi dei dati del progetto, che verrà pubblicata a luglio 2015.

 

QGIS

Appassionata di mapping opensource, ho seguito i corsi di Maurizio Foderà e Giuliano Ramat sui GIS, e ho imparato a usare QGIS. Durante il tempo libero ho collaborato con l’associazione Grassroots Jerusalem per realizzare delle mappe aggiornate di Gerusalemme.

 

Openstreetmap

Collaborando con Grassroots Jerusalem ho imparato a usare Openstreetmap per realizzare il nuovo sito dell’associazione che nasce come piattaforma dinamica per organizzare e unire il lavoro di 80 organizzazioni locali che lavorano a Gerusalemme.
In questi mesi sto collaborando con l’Ong ACRA CCS in Burkina Faso, dove ho conosciuto una realtà locale che mi appassiona molto: Ouagalab, il primo Fablab in Africa occidentale. Seguendo il corso in ICT4D organizzato da ONG2.0 ho approfondito le mie conoscenze sul tema e, durante il barcamp di fine corso, ho presentato un progetto di Ebus per mappare le zone a rischio di Malaria, implementando il lavoro che i giovani di Ouagalab stanno realizzando con cartomalaria.

 

Se vuoi saperne di più, mi trovi su Twitter @stefyguida e su Linkedin.

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