Uidu, network sociale e…utile
Nasce Uidu.org, il network “socialmente utile”. Si legge come l’inglese “we do” e potrebbe diventare uno strumento fondamentale per le piccole organizzazioni non profit che lavorano sul territorio italiano. Ma come funziona esattamente uidu e chi c’è dietro questa start-up sociale? VpS ha intervistato uno dei suoi giovanissimo fondatori, Andrea Vanini (@apuntovanini) e si è fatta eaccontare il ‘dietrolequinte’ di un progetto molto ambizioso.
di Donata Columbro
Uidu si presenta come “lo strumento con cui tutte le organizzazioni non profit possono facilmente interagire con la propria comunità di riferimento”.
Una funzione ambiziosa quella del social network creato da Andrea Vanini ed Enrico Micheli, rispettivamente 24 e 27 anni, entrambi di Bergamo. Due giovani della generazione Y, o generazione del millennio, come viene definita oltreoceano (non sta bene chiamare i giovani ‘bamboccioni’ o ‘mammoni’ negli Stati Uniti), che hanno avuto un’intuizione e, con spirito imprenditoriale, hanno deciso di provare a realizzarla.
Prima del lancio ufficiale del network, per ora solo in versione beta, abbiamo avuto l’occasione di intervistare Andrea, una laurea in International Management tra Shangai e Milano, una breve esperienza nel mondo profit con una multinazionale e una passione per il terzo settore.
Ecco cosa ha raccontato in anteprima a Vps::
Come è nata l’idea di un social network per non profit?
L’idea nasce in origine dalla mia tesi di laurea sulle organizzazioni del terzo settore e il web 2.0: studiando l’impatto dell’appartenenza a una rete sui livelli di visibilità di una organizzazione non profit ho capito che il network è fondamentale anche, se non soprattutto, per il terzo settore. Il social network veicola idee e linguaggio, veicola contenuto. Ma un contenuto così importante e così profondo come quello proposto dalle organizzazioni non profit necessita di un adeguato contenitore. E a maggior ragione se consideriamo le realtà più piccole che abitano il territorio. Per rispondere a questi bisogni ci è venuta l’idea di creare da capo un social network.
Come è iniziata l’avventura?
Abbiamo analizzato da vicino le necessità delle organizzazioni non profit e abbiamo constatato che i bisogni primari relativi alle “fonti di approvvigionamento”, capitale (sottoforma di donazioni private e finanziamenti del mondo profit) e lavoro (volontari e ricambio generazionale), accomunano tutte le realtà del terzo settore. Questa è stata l’intuizione di base su cui abbiamo costruito pirimi rapporti con le associazioni di Bergamo: siccome con i mezzi attuali queste non potevano soddisfare questo tipo di bisogni, abbiamo capito che il terreno era fertile e necessitava di uidu.
Come vi state muovendo adesso?
Per ora come una prima forma di community. Abbiamo fatto una scelta inusuale che è quella di cercare di entrare in contatto direttamente con le organizzazioni che entreranno a far parte del newtork. Per fare rete, andremo a conoscere gli ambiti di zona in cui operano le organizzazioni non profit, per incontrarne i responsabili e stringere con loro un primo rapporto. Vorremmo che la rete si costruisse sui volti e non solo su internet, per superare quelle prime barriere culturali e di scarsa fiducia nei confronti del web. E’ un procedimento più lungo ma secondo noi davvero fondamentale.
Anche noi vogliamo conoscere “il volto di uidu”. Chi c’è dietro questo progetto?
Ci siamo io ed Enrico, che fa il programmatore in banca, da sempre impegnato nel sociale, consigliere comunale, e grande fonte di contatto con le associazioni. Poi altri due giovani webmaster, Giordano Giuliani e Luca Loda, rispettivamente webdesigner e informatico con la passione della tecnologia e del volontariato.
In che modo UIDU sarà utile al mondo non profit, alle cooperative e a chi opera sul territorio?
Il network è pensato per essere utile non solo alle grandi organizzazioni, che solitamente hanno un ufficio che si occupa di fundraising e people raising e che potranno con uidu facilitare il proprio compito e fare da traino per il resto del tessuto sociale, ma anche e soprattutto alle organizzazioni di dimensioni più ridotte. Le associazioni hanno bisogno di mostrare ciò che fanno a chi può essere interessato alle loro attività: con questo network si realizza una sorta di incrocio tra la domanda (di risorse, di volontari, di attenzione) da parte delle organizzazioni non profit e l’offerta (di fondi, di volontariato, di visibilità) di chi è interessato ad un specifico ambito di servizio in un determinato territorio. Ma non solo! Ci sono un sacco di funzioni che riveleremo attraverso il blog in queste settimane, su cui siamo aperti ai feedback e ai consigli della viva comunità che si sta creando attorno a uidu.
Come si può aderire?
Per ora c’è una landing page attraverso cui raccogliamo una prima forma di community e, in questo post del nostro blog, è descritta quella che sarà la procedura di inserimento di un profilo “organizzazione”.
L’onp potrà costruire un profilo nella propria area territoriale e ogni persona potrà decidere l’ampiezza della propria area di interesse: il network si crea proprio all’interno di queste aree, dove già concretamente persone ed organizzazioni si incontrano, e dove si potrà cercare e sostenere un’associazione che prima non si conosceva per donare, per fare volontariato o semplicemente condividere il proprio impegno nel sociale nel territorio.
Tutti i link di uidu:
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